19. Wrecked to the core

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-JUNGKOOK-

Venne spinto violentemente contro il muro di una cella, le braccia premute a forza contro la superficie di pietra da due guardie mentre una terza gli incatenava entrambi i polsi a delle catene; Jungkook si dibatté, tirò calci e cercò di contrastare la forza dei due uomini, strattonando le proprie braccia piegate ed aperte accanto al suo viso e facendo scattare bruscamente la testa nel tentativo di colpire il volto di una delle guardie.

Queste si spostarono prima che Jungkook potesse colpirle, spostandosi verso l'entrata della cella e rimanendo ad osservare i suoi sforzi  ridursi ad un'accozzaglia di sbuffi, ringhi, cigolii metallici ed imprecazioni che avevano ben poco di principesco. Le guardie si rassettarono le cotte di maglia, guardando fuori dalla cella e mettendosi subito sull'attenti non appena entrò nel suo campo visivo l'ombra allungata di qualcuno che si stava avvicinando alla sua cella.

"Lasciateci soli e attendete fuori fino a quando non verrete chiamati."

Se non ci fossero state le catene a tenerlo fermo, Jungkook era sicuro che non ci sarebbe stato nulla che avrebbe potuto fermarlo dall'alzare le mani contro suo padre. Il desiderio di fargli del male almeno tanto quanto ne aveva fatto a Jimin era così impellente da lasciargli un fastidioso prurito che partiva dai palmi delle mani e che arrivava fino ai muscoli delle spalle, e non poter soddisfare quel bisogno avrebbe sicuramente rischiato di fargli scoppiare le vene pulsanti di rabbia sul suo collo.

Le guardie uscirono dalla cella chiudendo la porta dietro di loro, rinchiudendo i due in una fitta penombra che rese suo padre una sagoma pallidamente illuminata, i contorni deformati dai sfarzosi abiti reali; Jungkook sentì il proprio respiro pesante risuonare da una parete all'altra, e sperò con ogni parte di sé che l'uomo non interpretasse come mera paura la rabbia che stava divampando dentro di lui come le fiamme del falò dello stregone Hoseok.

Il Re si avvicinò con passi fastidiosamente lenti, fermandosi davanti a Jungkook solo quando fu ad un braccio di distanza da lui.

"Il ritorno del figliol prodigo." biascicò il Re con un'aspra risata, le spalle appena scosse da quel gesto ilare.

"Non sono tornato per voi." sibilò Jungkook amaramente, tirando le catene e rimbalzando dolorosamente con le spalle sul muro.

"Questo mi pare più che evidente." rispose facendo schioccare sonoramente la lingua "Altrimenti ti saresti prostrato al mio cospetto nella Sala del Trono per chiedermi pietà e perdono, invece di far scappare un mio prigioniero. Colui accusato di aver agevolato la tua fuga, per giunta."

"Lui non c'entra."

Il Re si girò di lato, camminando avanti e indietro per la cella con le mani raccolte sulla schiena e nascoste dal mantello. La luce che entrava dalla finestrella sulla porta gli illuminava il profilo, e Jungkook non riuscì a trovare niente che, in quel volto, gli ricordasse memorie che potessero dare la parvenza di un padre affettuoso. Non gli aveva mai fatto mancare niente dal punto di vista materiale: aveva studiato, aveva imparato a cacciare e a combattere, aveva condotto quella che ad occhi esterni avrebbe potuto sembrare una normale vita di corte, ma la freddezza ed il poco riguardo che il Re aveva sempre riservato nei suoi confronti andava ben oltre la rigidità che l'etichetta reale riteneva consonamente applicabile tra genitori e figli di sangue nobile.

In quelle sopracciglia accigliate, nelle rughe della fronte e degli occhi segnate dalle ombre della cella, Jungkook non vide la preoccupazione di un padre che aveva visto suo figlio scomparire da Palazzo e che non aveva fatto ritorno per settimane; non vedeva la preoccupazione di un Re per la sorte del suo unico erede, l'unico figlio che avrebbe potuto succedere dopo di lui per non far morire la loro dinastia come un fiore nel deserto. Jungkook non poteva aspettarsi di vedere figure del genere in suo padre, non quando era stato proprio suo padre la causa della sua fuga e di tutte le occasioni in cui aveva rischiato di perdere la vita.

Dark Wings - TAEKOOKWhere stories live. Discover now