36. Never falling again

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-JUNGKOOK-

Il sole batteva cocente attraverso gli alti rami degli alberi, grandi chiazze dorate rischiaravano la bassa vegetazione del sottobosco ed il vento tiepido soffiava placidamente tra le fronde floride, mentre le cicale frinivano nascoste sulle cortecce ed il terreno risuonava duro sotto i lunghi e veloci passi della corsa di Jungkook.

L'adrenalina attraversava violentemente i suoi muscoli mentre correva a perdifiato in mezzo agli alberi nel fitto del bosco, affannandosi nel tentativo di eludere ogni possibile impatto con piante ed arbusti, cercando di mantenere l'andatura costante e spedita senza inciampare o cadere rovinosamente a terra. Annaspò in cerca d'aria senza rallentare, incespicando nei suoi stessi passi quando il terreno si fece cedevole in un punto all'ombra di un grande pino; imprecò a mezza voce e posò una mano sul tronco rugoso e appiccicoso dell'albero, facendo leva per spingersi e riprendere a correre rivolgendo continui sguardi al cielo sopra di lui.

Un'ombra oscurò i lembi di cielo che si intravedevano oltre le fronde degli alberi ed adombrò serpentinamente il terreno di fronte al quale Jungkook stava correndo. Un gemito roco lasciò la sua gola mentre le sue gambe cominciarono a correre più velocemente, inseguendo la sagoma nera proiettata a terra che precedeva precariamente ogni suo passo e che sembrava farsi sempre più vicina al suolo.

Jungkook oltrepassò con un lungo passo il confine degli alberi, proseguendo la sua corsa imperterrito ed incurante di ciò che lo circondava. Alzò gli occhi al cielo e si fermò per un solo istante, camminando impacciatamente all'indietro e protendendo le braccia in avanti con espressione allarmata quando l'ombra traballò sopra di lui con il suono sordo di vorticosi movimenti ed una colorita esclamazione di panico.

"Sono qui!" esclamò Jungkook a gran voce "Qui! Ti prendo, ti prendo, ti prendo-"

Venne colpito in pieno petto, l'impatto così forte che si sbilanciò all'indietro cadendo malamente di schiena sul terreno duro e pieno di bozzi, gemiti doloranti a fior di labbra mentre un tenue dolore all'altezza delle scapole gli intorpidiva i muscoli tesi delle spalle.

"Gguk... Gguk, ti ho fatto male?"

Il respiro di Taehyung gli colpì la pelle sensibile della gola, e Jungkook percepì con sollievo la propria tensione sciogliersi nel momento in cui la voce del ragazzo rotta dall'affanno giunse alle sue orecchie. Sospirò con gli occhi chiusi e circondò la vita di Taehyung con entrambe le braccia, stringendolo a sé e reclinando il capo all'indietro sul terreno con fare stanco mentre il corpo del ragazzo tremava lievemente sopra di lui.

"Sì, ma sto bene." rispose esausto, portando una mano sul collo di Taehyung e facendo scivolare le dita tra i suoi capelli umidi, reprimendo un sorriso ai brividi che sentì sulla pelle dell'altro nel momento in cui cominciò ad accarezzargli la nuca "Tu sei ferito?"

"No." rispose Taehyung con slancio, sollevandosi da lui con un movimento veloce del busto e mettendosi seduto sul suo bassoventre, le mani poggiate sul suo torace e gli scompigliati capelli corvini ad incorniciargli il viso ridente ed emozionato. Il cuore di Jungkook mancò un battito, il petto si strinse in una calda e morbida morsa ormai familiare che gli attanagliò la gola e gli rese lo sguardo languido, ogni dolore fisico passato in secondo piano non appena le sue dita scorsero sui suoi fianchi nudi per il puro piacere di bearsi della sensazione morbida della sua pelle contro la propria.

Jungkook non era ancora in grado di descrivere a parole - che avessero un senso logico - cosa muovesse il suo animo ogni qualvolta i suoi occhi si posavano su Taehyung. Era qualcosa di troppo intenso, troppo profondo ed intimo per essere raccontato, qualcosa che gli agitava il battito del cuore come se fosse perennemente in procinto di gettarsi dalla vetta più alta senza avere la sicurezza di atterrare, e di acquietare e dispianare qualsiasi turbamento come se non fosse mai esistito. Era geloso di quelle sensazioni. Era geloso del modo in cui queste riuscissero a palesarsi fino a raggiungere Taehyung con gesti naturali dei quali Jungkook si rendeva conto solo nel momento in cui le sue mani avevano raggiunto il corpo del ragazzo per una improvvisa carezza, uno sfioramento di pelle od una stretta affettuosa, ed era ancora più geloso del fatto che Taehyung fosse sempre pronto ad accettare e ricambiare quegli slanci di tenerezza con un sorriso che era in grado di illuminare anche le giornate più buie ed uggiose.

Dark Wings - TAEKOOKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora