3. Swearing for the truth

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-NAMJOON-

Jin era una testa di cazzo.

Lo era sul serio, e non solo perché mandava fuori di testa Namjoon in ogni modo immaginabile e sotto ogni aspetto possibile; quello era solo uno dei tanti motivi. Si sarebbe dilungato per ore intere insieme alle altre guardie nell'elencare tutte le caratteristiche di Jin che irritavano Namjoon all'inverosimile: dal modo in cui parlava alla postura delle sue spalle, dalla sua sfacciataggine alla sua ossessione di avere i capelli in ordine, perfino quando stava fermo sembrava mettersi in posa per attirare l'attenzione. Lo aveva irritato fin dal primo giorno in cui aveva cominciato a lavorare a Palazzo, quando Namjoon era stato affidato alla sua sorveglianza e Jin gli aveva fatto capire velatamente che lui era una delle guardie con più autorità vista la sua posizione nella protezione del principe Jungkook.

In poco tempo si era guadagnato la fiducia del Re e del principe, ritrovandosi presto a sorvegliare l'incolumità di Sua Altezza il principe Jungkook; ricordava l'insistenza del Re nel domandargli poco implicitamente quali fossero le sue preferenze, e dell'istantaneità con la quale lo aveva promosso non appena gli aveva rivelato che le donne non lo interessavano. Il Sovrano gli aveva assicurato, con un'esitante ma poderosa pacca sulla schiena, che quello sarebbe stato il loro segreto, ed in meno di quanto fosse riuscito a realizzare la cosa si ritrovò a seguire il principe come fosse la sua seconda ombra, senza riuscire a smettere di chiedersi il motivo della domanda del suo Re. Non era forse compromettente che una delle guardie del principe avesse interesse verso persone dello stesso sesso? Non sarebbe stato più saggio evitare che accadessero situazioni simili per l'incolumità del principe?

Incolumità alla quale Namjoon teneva molto, e non solo perché si trattava del suo lavoro. Aveva sviluppato qualcosa di molto simile ad un'amicizia con il principe, sia per il fatto che questo sembrasse odiare avere una tale carica all'interno del proprio regno e sia perché non c'erano molte persone con cui parlare - all'infuori di Jin.

Ci aveva messo poco tempo per scalare la scala del successo, ma ancora meno per capire che tutto ciò di Jin che credeva lo irritasse in realtà lo attraeva. E lo attraeva maledettamente tanto.

Ma ciò non toglie che sia una testa di cazzo, pensò Namjoon l'istante successivo al rumore della porta sbattuta dal principe. Si passò entrambe le mani sul volto con fare esasperato, guardando a destra e sinistra nella speranza di vedere arrivare il suo compagno di ronda. Quando quella sera era arrivato alla sua postazione per fare il cambio con Jin aveva trovato il corridoio completamente vuoto, e Namjoon aveva creduto che l'assenza dell'altra guardia significasse che il principe fosse nella sua stanza e che Jin avesse lasciato il suo posto in anticipo. Ma vedere arrivare Jungkook correndo per il corridoio e intimandogli di non fare parola a nessuno di quella sua uscita gli aveva fatto cambiare idea.

Se Jin sapeva che Jungkook sarebbe uscito di nascosto avrebbe dovuto riferirglielo, non era strano che loro due coprissero il principe o lo scortassero in borghese durante le sue uscite per tenerlo al sicuro - nonostante le aperte proteste del ragazzo. Eppure quella volta non era successo, e Namjoon aveva il forte sospetto che Jin c'entrasse qualcosa con quella storia.

Aspettò di sentire il principe buttarsi sul letto prima di decidersi di abbandonare la sua postazione per andare a cercare Jin. Era sicuro che Jungkook non si sarebbe mosso dalla sua stanza per il resto della notte, aveva notato l'espressione a dir poco sconvolta e la voce tremante e, pur non riuscendo ad individuarne il motivo, lo conosceva abbastanza da sapere che si sarebbe addormentato profondamente nel giro di dieci minuti. Nel frattempo sarebbe sicuramente riuscito a trovare Jin, fargli una ramanzina e tornare davanti alla porta del principe senza che accadesse niente di grave. 

Dark Wings - TAEKOOKWhere stories live. Discover now