Capitolo 4.

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La mattina seguente, a svegliare Newt furono le mani calde della persona accanto a lui, che gli strinsero i fianchi freddi.
Alby lo stringeva delicatamente, portando il bacino del biondo verso di se, stringendolo e inalando il suo profumo.
Newt, a quel contatto, rabbrividì. Le mani del ragazzo avevano sempre avuto un forte potere su di lui, e sentirlo finalmente su di se lo fece sorridere, anche se ancora non aveva aperto nemmeno gli occhi.

Si girò verso di lui, annullando la poca distanza che li separava, posando le labbra su quelle carnose di Alby, che ricambiò felice d'iniziare quel bacio, che sarebbe potuto diventare molto di più.

"No, Alby, devo andare a lavoro" disse poi Newt, ritraendosi quando le mani del ragazzo gli entrarono sotto i pantaloni.

Alby grugnì offeso, quando Newt si alzò definitivamente dal letto, grattandosi la testa.

"Tu a che ora attacchi?" Chiese Newt ad Alby, prendendo dall'armadio i vestiti puliti, che avrebbe messo dopo la doccia.

"Alle dieci, ma devo passare in magazzino che mi hanno portato uno carico di merce ma non ero in negozio, quindi vado a prendermelo" disse lui, imitando Newt, per poi aprire l'anta dell'armadio che un tempo era sua, dove c'era ancora qualcosa che avrebbe potuto indossare.

Newt lo guardò fare, cercando di non dare troppo peso alle farfalle nello stomaco che lo travolsero nel momento in cui vide Alby nella propria quotidianità, come un tempo.

"Ah giusto, avevo scordato la promozione che hai avuto" fece chiarezza Newt, cercando di concentrarsi su qualcosa che non fosse l'amore che provava per Alby.

Quest'ultimo aveva lavorato per anni in un negozio di scarpe, che aveva fatto molta carriera a Londra, e ora lo avevano promosso direttore. Non a caso, Newt, negli anni in cui erano fidanzati, aveva alzato notevolmente il numero di scarpe presenti nella sua scarpiera.

Si prepararono in fretta, lavandosi uno dopo l'altro, cercando di non fare tardi ai rispettivi lavori.

Newt aveva preparato la colazione a entrambi mentre il moro si asciugava, utilizzando gli asciugamani che avevano comprato insieme poco tempo prima.

"Ti accompagno io a lavoro" gli aveva detto poi Alby, addentando una fetta biscottata ricolma di cioccolata.

"Ma non serve, sai che con i mezzi non ci metto molto" rispose Newt a quella sentenza, sapendo che Alby avrebbe solo allungato se lo avesse accompagnato.

"Ma ti pare, ti ho detto che devo andare al magazzino, quindi ti accompagno" rispose il ragazzo, finendo la propria colazione.

Newt lo seguì a ruota, posando la sua tazza di tè nel lavandino, insieme alla colazione di Alby che, nel frattempo, si era infilato il giacchetto e aveva preso le chiavi della macchina.

Newt si finì di vestire in pochi secondi, mettendo un giacchetto di jeans leggero. Prese poi il suo amato zaino e le chiavi di casa, pronto per la giornata di lavoro.

Durante il tragitto in macchina parlarono poco. Newt utilizzò come scusa per il suo silenzio il sonno, ma in realtà era molto più sveglio degli altri giorni.
Tutti quegli avvenimenti lo avevano riportato indietro nel tempo, e si rese conto solo quando entrò in macchina, nella quale non entrava da mesi, che tutto quello era successo. Ricordò che avrebbe dovuto raccontare tutto a Minho, che lo avrebbe insultato se non direttamente picchiato per esserci cascato di nuovo.

"Newt, vuoi scendere?" Gli chiese Alby, riportandolo in vita dallo stato di trance in cui si era catapultato.

"Ehm, si, vado. Grazie" disse, prendendo le chiavi del negozio dallo zaino, per poi girarsi verso Alby, non sapendo come salutarlo.

Ethereal || Newtmas Onde histórias criam vida. Descubra agora