Capitolo 23.

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Il mattino seguente, fu meraviglioso per entrambi.
Thomas si svegliò per primo ma rimase immobile a fissare il volto di Newt, che era posato delicatamente sul suo petto nudo. Analizzò i lineamenti, osservando attentamente i movimenti che faceva, e si sentì di nuovo fortunato. Averlo li, significava ricominciare a vivere per lui e con lui. Si era ripromesso di essere il ragazzo che Newt meritava di avere accanto, e avrebbe iniziato da quel giorno.

Newt, invece, si svegliò una decina di minuti dopo. Aveva gli occhi ancora impastati dal sonno e la confusione lo rendeva ancora più assonnato. Non capiva dove fosse, forse perché quella casa era veramente troppo grande e veramente troppo vuota. Gli sembrava di stare in ospedale, con le pareti altissime bianche e la luce fredda a illuminare la stanza.
Poi girò il viso, ritrovandosi davanti l'immagine più bella dell'universo. Thomas sorrideva, e lo guardava con occhi sognanti. Aveva un braccio piegato dietro la testa. Il petto nudo emanava un piacevole e dolce calore che lo faceva rilassare.
Nel vedere il suo viso, così felice, iniziò ad arrossire, sciolto da quello sguardo penetrante, di cui era innamorato. Si mise a osservarlo, notando particolari che da lontano nessuno avrebbe notato, come ad esempio la lunghezza delle sue ciglia, che toccavano quasi le sopracciglia quando gli occhi erano aperti. Notò la piccola linea immaginaria che si creava sulla punta del naso, che tendeva verso l'alto. Spostò lo sguardo sulle mani, grandi e con delle dita lunghe e fine. Su di esse spiccavano le vene, che fuoriuscivano facendo andare fuori di testa Newt.

In un attimo i ricordi della sera prima lo travolsero, facendogli ringraziare mentalmente Minho per avergli mandato l'indirizzo.

Thomas era li, vicino a lui. Lo stringeva e lo guardava con amore, in un modo in cui nessuno lo aveva mai guardato.

"Buongiorno" disse il moro, sedendosi e poggiando la schiena allo schienale del divano letto, per poi portare la mano libera sulla sua fronte, togliendo i capelli che gli erano ricaduti sul viso.

"Buongiorno" rispose Newt, mettendosi seduto anche lui, senza mai smettere di guardarlo.

Rimasero in silenzio, a fissarsi, Newt copriva l'intimità con la coperta, mentre mangiava le piccole pellicine delle dita. Thomas invece respirava piano, beandosi di quella visuale.
Entrambi erano a corto di parole, increduli di aversi in quel momento, come si erano avuti in passato. Poi Thomas spezzò il silenzio, con una domanda che gli ronzava in testa da quando aveva aperto gli occhi.

"Ti sei pentito?" Chiese, sperando con tutto se stesso che la risposta fosse un no secco; sperava inoltre che gli si fiondasse in braccio, baciandolo nuovamente, come la sera prima.

"Per niente, tu?" Disse poi Newt, facendolo tornare a respirare.

"Non potrei mai" disse Thomas, intrecciando le loro dita e guardandole con il sorriso.

"Quindi, cosa siamo?" Chiese Newt, con le guance arrossate e gli occhi speranzosi.

Quella notte con Thomas gli aveva fatto capire quanto fosse difficile stargli lontano, quanto fosse impossibile per loro due vivere separati. Erano fatti l'uno per l'altro, l'esatta metà della mela.

"Siamo tutto ciò che vuoi tu Newt, io non ti forzerò in nessuna decisione. Io posso prometterti davanti a questa casa, che sarò la persona che hai sempre voluto. Mi impegnerò per farti avere tutto ciò che meriti. Se deciderai di tornare con me, prometto di essere per te un punto fermo, qualcosa che non andrà mai via. Prometto di esserci sempre, di dimostrarti che ti amo con tutto il cuore. Ti prometto che ti sposerò, ti donerò una famiglia e sarà la cosa più bella che tu abbia mai avuto, sarà ancora più bello dei film. Ti prometto che ti amerò incondizionatamente" disse Thomas, avvicinandosi leggermente, dicendo ogni parola senza mai smettere di guardarlo negli occhi.

Ethereal || Newtmas Where stories live. Discover now