Capitolo 8.

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Thomas stringeva Newt al petto, massaggiandogli la schiena lentamente. Cercava di tranquillizzare i suoi singhiozzi, senza riuscirci.

Vederlo in quel modo per una persona che non lo meritava, lo faceva stare doppiamente male. Avrebbe voluto prendergli il viso e dargli mille baci, promettendogli che lui non gli avrebbe mai fatto delle male, che lui sarebbe stato per sempre fedele e lo avrebbe trattato come meritava di essere trattato.

Thomas ringraziava mentalmente Minho, per essere arrivato in un baleno, dopo aver saputo cos'era successo.
Era arrivato e Newt gli si era buttato tra le braccia, gridando che era stato uno stupido e che gli avrebbe dovuto dare ascolto prima.
Minho lo aveva abbracciato come mai aveva fatto, asciugandogli le lacrime.
Gli aveva poi baciato la fronte, sospirando deluso e triste.

Era passato un'ora, e non smetteva di piangere. Avevano provato anche a dargli una camomilla, ma rifiutava tutto.
Aveva solo voluto fumare, mettendosi sul piccolo divano, abbracciato a Thomas.

"Perché non riesce ad amarmi?" Chiese, travolto dai singhiozzi, con la bocca impastata dalle lacrime aspre e fredde.

"Perché non è la persona che fa per te, sapevi a cosa andavi incontro e ti ha dimostrato ancora che persona di merda è. Posso assicurarti che appena lo vedo lo distruggo" disse Minho, stringendo i pugni per non spaccare qualcosa.

"No, non voglio più vederlo e nemmeno tu devi farlo, deve sparire" rispose, alzandosi poco dopo, per andare a prendere la bottiglia di vino in frigo.

"Newtie bere non è la soluzione" disse Thomas, preoccupato della stato in cui era il viso di Newt.

"Voglio brindare, finalmente mi sono liberato di quel coglione" disse, asciugandosi con la mano le lacrime che ancora uscivano e bagnavano le guance. Thomas notò il dolore nei suoi occhi, quando pronunciò la parola 'liberato' ma cercò di non dargli troppo peso.

Newt passò due calici agli amici, riempiendoli, per poi attaccarsi alla bottiglia.
Dopo qualche sorso, crollò a peso morto sul divano, guardando il soffitto.

"Nessuno mi amerà più, vero?" Disse, senza mai togliere lo sguardo dal soffitto.

Thomas a quell'affermazione rise, perché avrebbe potuto smentire quella sentenza con una sola frase.
Minho, infatti, si girò verso di lui e gli sorrise, consapevole dell'amore che Thomas provava per Newt.

Perché ormai era definibile amore, un amore che non sai spiegare, l'amore con la a maiuscola, quello che ti fa stare male e bene allo stesso tempo, che ti rende una persona migliore per te e per il resto del mondo, che ti fa capire quanto può essere bello vivere e amare incondizionatamente. Era un amore vero, più vero di qualunque altra cosa.
Newt però non se ne era ancora reso conto, troppo impegnato ad amare qualcuno che non lo meritava.

"Credo di voler dormire" disse Newt, stropicciandosi gli occhi ormai secchi per le troppe lacrime.

"Vuoi che io rimanga qui? O Thomas?" Chiese, Minho, alzandosi per accompagnarlo in camera.

"No ragazzi potete andare, domani Thomas ha un esame e tu devi lavorare. Anche io devo lavorare quindi meglio che tornate a casa. Salutami Brenda, e grazie mille di tutto" rispose Newt, abbracciando Minho, per poi ricevere un bacio sulla guancia dal suo migliore amico.

Newt si girò verso Thomas, che lo guardava preoccupato, con l'intenzione di rimanere a guardarlo tutta la notte, per assicurarsi che non facesse cavolate.

"Non guardarmi così Tommy, starò meglio. Ora capisco perché non sei tornato con il tuo ex, guarda come ci si riduce" disse, rassegnato e triste, lasciandosi scappare un sorriso amareggiato, palesemente finto e distrutto.

Ethereal || Newtmas Where stories live. Discover now