Capitolo 17.

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Quei tre giorni passarono velocemente.
Li passarono a fare l'amore, a rivedere gli amici e a rivivere un po' la loro quotidianità, che ormai era stata persa. Mangiarono quasi sempre fuori, e quelle poche volte in cui mangiavamo dentro casa, Thomas cucinava per Newt preparando i suoi piatti preferiti.

Salutarsi per la seconda volta era stato doloroso, ma Thomas aveva promesso che sarebbe andata meglio, che si sarebbero visti molto di più e che avrebbe dimostrato che Newt non aveva alcun motivo per preoccuparsi.

Ma non fu cosi. Passò un mese, durante il quale Thomas rimandò il ritorno a casa tre volte.

Si sarebbero dovuti vedere due settimane dopo l'apertura del locale, ma lo trattennero per un seminario importante.
Sarebbe dovuto andare lì a metà febbraio, per il compleanno di Newt, ma si era perso anche quello. Avevano festeggiato insieme agli amici in videochiamata, e gli aveva spedito un regalo a casa con il solito bigliettino di scuse.
La terza volta, poi, rimandò perché troppo impegnato con il lavoro, e non avrebbe trovato nessuno spazio per andare lì.

Aveva anche provato ad arrabbiarsi, ma ormai non ci riusciva più. Si era abituato a non averlo, a sentirlo poco durante la giornata, a saltare le video chiamate e alle dimenticanze di Thomas sui vari orari in cui dovevamo sentirsi. Non soffriva nemmeno più; era semplicemente sempre più deluso dai suoi comportamenti.

Avrebbe voluto prendere il primo treno e andare da lui, per capire che si amavano ancora e che tutto sarebbe andato meglio, ma purtroppo il lavoro non glielo permetteva.

Quel giorno, si trovava a casa di Minho e Brenda. Quest'ultima dormiva, date le notti insonni a causa della nausea, mentre Minho e lui giocavano alla play, come ai vecchi tempi.

"Come va con Thomas?" Chiese l'amico, senza mai smettere di uccidere gli zombie.

"Perché lo chiedi?" Rispose Newt, spostando le mani sui tasti del joystick e muovendosi come se dovesse veramente schivare i colpi.

"Perché ti conosco come conosco i miei gioielli di famiglia, e lo vedo quando non ci sei con la testa" disse Minho, mettendo in pausa il gioco, per poi alzarsi a prendere due birre dal frigo, porgendone una al biondo che lo aveva raggiunto in cucina.

"Non molto bene. È già la terza volta che rimanda la partenza per tornare qui. Poi lo sento poco, è sempre a lavoro, e se non lavora esce con gli amici" disse Newt, bevendo qualche sorso della birra tra una parola e l'altra.

"È già la terza?" Rispose Minho sorpreso, avendo perso anche lui il conto.

"Minho si è perso il mio compleanno, e dopo di quello aveva promesso che sarebbe venuto sicuramente, e ora ha rimandato di nuovo. Cosa devo fare?" Chiese esasperato e arrabbiato a causa di tutta la situazione.

"Forse dovresti parlarci, dirgli come ti senti e come ti fa sentire il suo comportamento. Sicuramente saprà darti una risposta, e capirà di aver sbagliato" disse Minho, continuando a bere dalla sua bottiglia, preoccupato per l'umore del proprio migliore amico.

"Ho pensato anche di dirgli se posso andare io, qualche volta, finché lui non si stabilizza con il lavoro" continuò Newt, cercando di trovare quante più soluzioni al problema.

"Potresti farlo, assolutamente, così vedi anche tu come va lì e come vive. Purtroppo Thomas si ritrova in una città che non conosce, da solo, in una casa abbastanza grande da quel che dice, ma completamente solo. Molto probabilmente gli manchi più di quanto pensi, ma magari non riesce ancora a capire come conciliare tutte le cose" disse Minho, buttando la bottiglia nel secchio apposito per il vetro, per poi sedersi vicino all'amico.

"Proverò a parlargliene, sicuramente si sistemerà tutto e torneremo a stare bene" disse Newt, per poi alzarsi dalla sedia, per buttare la bottiglia. Prese poi il suo zaino, congedandosi da casa di Minho. Quest'ultimo lo aveva salutato con un abbraccio, come facevano sempre.

Ethereal || Newtmas Where stories live. Discover now