Capitolo 11.

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Il resto della vacanza fu prettamente rilassante. Iniziarono a godersi veramente le giornate, andando a vedere tutti i posti più caratteristici, per poi tornare nella casa meravigliosa che avevano affittato, per godersi un po' di meritato riposo.
Ma purtroppo le ferie finirono in fretta, e furono costretti a tornare a casa, anche se sarebbero rimasti volentieri li.

Il ritorno a casa fu strano. In treno, Thomas e Newt erano ovviamente vicini, ed erano nella stessa pozione in cui si erano messi all'andata, ma entrambi sapevano che tutto era completamente diverso. In quei gesti non c'era imbarazzo, solo tanto amore e voglia d'iniziare a viversi, sempre di più.

Quando arrivarono a casa, dopo aver salutato Minho e Brenda, entrambi furono colpiti da un senso di vuoto. La casa di Newt, era grande come la loro camera da letto, in quel posto meraviglioso.

"Casa mia è un buco in confronto" disse Newt, posando le valige in camera sua, per poi tornare in salotto, a dare una mano a Thomas a portare le sue.

"Prima o poi avrai una casa grande come quella, e che ne sai, magari insieme a te ci sarà anche un maritino sexy" disse Thomas, baciando Newt sulla fronte, per poi sedersi sul divano, stanco dal viaggio.

Era notte fonda, e dalla finestra che Newt aveva appena aperto, si intravedevano le stelle. Non c'era nessun rumore, solo le macchine che passavano lente sotto casa, e poi il nulla. Di sicuro quella piccola parte di Londra, era sempre rilassante.

"Mi fa strano averti qui, così" disse Newt, sedendosi in braccio a Thomas, che gli cinse la vita con una mano, e con l'altra gli accarezzò le gambe.

"Così come?" Chiese il moro, mentre con le mani continuava il suo gioco.

"Da fidanzato, tu che sei qui e per un po' sarai con me sempre. Mi fa strano e un po' mi sento in colpa" rispose Newt, abbassando il viso, mentre si mordeva le pellicine delle unghie.

"Perché dovresti sentirti in colpa?" Chiese Thomas, aggrottando le sopracciglia, non capendo dove volesse arrivare il ragazzo con quel discorso.

"Questa casa è stata per anni la mia e di Alby, avevamo pensato di mettere su famiglia in questo posto, e avevamo pensato anche di creare una stanza per un ipotetico futuro bambino. Mi sento in colpa a portare te qui, mancandoti di rispetto. Vorrei tanto avere un'altra casa per darti il meglio e per non farti vivere in un posto usato con un'altra persona" disse Newt, senza mai alzare lo sguardo, imbarazzato e leggermente triste.

"Newt, guardami" disse Thomas, prendendo il viso del biondo facendo combaciare i loro sguardi.

"Togliti dalla testa questa idea. So benissimo che questa non è casa nostra e che non è casa mia. È una casa provvisoria, e posso assicurarti che se tutto questo andrà in porto e noi staremo bene, compreremo una casa fantastica, dove costruire la nostra vita e progettare la nostra famiglia. Posso assicurarti che non andrò da nessuna parte Newt, non sarò come lui" disse Thomas, stringendo a se Newt per cercare di tranquillizzarlo.

Nulla gli faceva più male che vederlo triste. Sarebbe stato disposto a togliersi la vita, pur di donargli felicità eterna.

"Ora, andiamo in camera e mi fai vedere come si dorme nel tuo grande letto, e inauguriamo questa casa con il nostro amore, cancellando tutto ciò che c'è di vecchio, va bene?" Continuò, per poi far scendere Newt dalle due gambe.

Si incamminarono sorridenti verso la stanza, inaugurando la loro prima notte di convivenza, in quella piccola casa.

Il mattino seguente, era stato stranamente normale. Si erano alzati allo stesso orario, si erano preparati e avevano fatto colazione insieme, mentre si raccontavano i sogni fatti durante la notte. Poi, Thomas aveva accompagnato Newt a lavoro. Quest'ultimo aveva consegnato la copia delle chiavi al moro, per dargli la possibilità di entrare quando voleva. Poi Thomas lo baciò di nuovo, per salutarlo, dicendogli che si sarebbero visti quella sera a casa.

Ethereal || Newtmas Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora