Capitolo 1.

1.8K 63 172
                                    





L'aria, che si faceva sempre più calda con la fine della primavera, rendeva Londra una delle cose più belle del mondo.
Le strade si riempivano di gente, la sera i pub iniziavano a essere pieni e i ragazzi iniziavano a impadronirsi dei parchi, pronti a lasciarsi alle spalle un anno scolastico pesante e viversi le vacanze.

Erano le sei di una fresca mattinata di maggio e Newt, come ogni giorno da due anni a quella parte, si alzò dal letto sbuffando. Si diresse a passo lento verso il bagno, pronto a lavarsi per iniziare una nuova giornata.
Accese l'acqua, facendo si che si scaldasse e nel frattempo lavò i denti, per poi entrare all'interno del box doccia.
Lasciò che le gocce calde gli svegliassero la mente, per fargli iniziare quella che sarebbe stata l'ennesima giornata interminabile.

Uscito dalla doccia si vestì, mettendo la divisa del lavoro. Si osservò allo specchio constatando che fosse sempre il solito magrissimo ragazzo alto e biondo. Scrollò le spalle e si diresse nella cucina che aveva nel piccolo appartamento in cui viveva.

Era andato a vivere da solo a diciotto anni quando, finito il liceo,  aveva iniziato a frequentare il college, senza mai finirlo. Era rimasto perciò all'interno di quella casa cercando un lavoro che gli permettesse di pagarsi tutto autonomamente, levando dalle spalle dei propri genitori ogni responsabilità.

Dopo essersi preparato il suo amato  tè, lo versò all'interno del thermos per poi aggiungere il latte e due zollette di zucchero. Mescolò il tutto e uscì di casa, con in spalla lo zaino e tra le mani la bevanda che lo avrebbe fatto svegliare definitivamente.

Mise le cuffie, iniziando la sua camminata di dieci minuti per arrivare alla metro, che avrebbe dovuto prendere per arrivare a lavoro.

La gente, quella mattina, sembrava essere aumentata. I vagoni straripavano di persone che lo spingevano a destra e sinistra non curandosi minimamente di lui.
Newt però continuò a sentire le sue canzoni, estraniandosi dal mondo che lo circondava e bevendo il suo tè, sperando che quelle tre fermate finissero il prima possibile.

In poco meno di mezz'ora arrivò davanti la caffetteria, trovando ancora la saracinesca chiusa. Prese le chiavi dallo zaino, aprendola, per poi aprire anche la porta.

L'ambiente era freddo, cosa che gli fece ricordare che avrebbe dovuto accendere i riscaldamenti. Si recò perciò nel magazzino, dove tenevano gli interruttori delle luci, che vennero accese donando alla sala allegria. Accese poi i riscaldamenti, sentendo la ventola iniziare a girare prima lentamente, per poi procedere in modo veloce lasciando uscire dell'aria calda che lo fece subito sentire meglio. Perché nonostante fosse Maggio, Londra era sempre un po' fredda.

Posò lo zaino nel suo armadietto, prendendo poi il grembiule e il cappello e indossando entrambi. Accese poi la radio, mettendo la musica di sottofondo, come faceva tutte le mattine e iniziò a lavorare.

Mise a cuocere brioche, ciambelle e le torte, che avrebbe esposto una volta pronte. Nel frattempo pulì la macchina del caffè, del tè e quella delle spremute, facendo fare a tutte un giro di prova che avrebbe poi buttato nel lavandino.

Una volta che tutto fu pronto, e il bancone fu allestito per i clienti, andò ad apparecchiare i vari tavoli, rimboccando anche le piante con dell'acqua.

La caffetteria era carinissima. Le mura erano totalmente bianche e i mobili erano stati scelti tutti neri, per creare un contrasto bellissimo. A dare colore al tutto erano le piante che il proprietario metteva e cambiava almeno una volta al mese, se non prima. Erano presenti vasi con all'interno ogni tipo di piante. Dalle mensole più alte cadevano varie piantine di edera verdissima, che illuminava la stanza. Sui tavoli c'erano dei piccoli vasetti, con all'interno rose, girasoli e orchidee di vari colori.

Ethereal || Newtmas Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora