Capitolo 9.

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Il mattino seguente, si svegliarono che il sole non era ancora sorto.
Il suono fastidioso della sveglia rese il risveglio ancora più dolorante.

Newt, prese il cuscino libero del suo letto matrimoniale, e se lo portò sul viso per non sentire quel rumore fastidiosissimo.
La testa gli martellava, perché l'alcol era stato eccessivamente invasivo su di lui quella sera, e gli aveva lasciato una bella sbronza.

Si alzò dal letto come se fosse uno zombie, e continuò a interpretare quella parte anche per arrivare alla cucina. L'unica cosa che lo teneva in piedi era l'odore di caffè nell'aria, segno che Thomas era già sveglio.

Quando varcò la soglia della cucina, lo trovò già vestito, che preparava una colazione veloce da fare alle cinque del mattino. Notò anche un bicchiere pieno d'acqua con una sostanza biancastra all'interno.

"Buongiorno Newtie, ti ho prepararti l'aspirina" disse Thomas, beando le orecchie del biondo con quella voce forte e profonda della mattina.

"Grazie Tommy" rispose lui, sedendosi, per poi afferrare un biscotto, bisognoso dell'aspirina.

Per il resto del tempo, prima che Minho suonasse al campanello, rimasero in silenzio, entrambi provati dalle poche ore di sonno.

Presero le valigie e, dopo aver chiuso ogni porta e finestra, Newt mise l'allarme e chiuse la porta a chiave.
Si diressero in silenzio verso gli amici, che erano altrettanto stanchi.

"Brenda, tutto okay?" Chiese Thomas. Vedendola ancora addormentata.

"Si tutto okay, dormirò in treno" rise lei, stringendosi a Minho.

Gli altri risero per il verso che la ragazza fece, e si diressero subito dopo alla fermata dell'autobus, che li avrebbe condotti alla stazione.

Arrivarono dopo un quarto d'ora, e le persone erano eccessivamente troppe.
Correvano da una parte all'altra, senza lasciare spazio a nessuno per passare.

La stazione di Londra era sempre stata la preferita di Newt, e andarci era un piacere per gli occhi, da perfetto londinese.

Si affrettarono a trovare il binario, per poi sedersi sulle sedie, nell'attesa che il treno arrivasse.

Newt prese una sigaretta dal pacchetto, per poi girarsi verso Thomas. Gli sorrise, facendogli segno di prenderne una anche lui.
Il moro accennò un sorriso, obbedendo e portando la sigaretta alla bocca.

Poi Newt gli diede una leggera spallata, che ricambiò, ridendo.

Il treno arrivò quasi subito e, una volta saliti, si affrettarono a prendere posto. Avevano i posti vicini in modo parallelo, ma Thomas e Newt sarebbero stati seduti vicini.

Dopo cinque minuti di viaggio, Newt tirò fuori delle cuffie, le sue amate cuffie, e ne porse una a Thomas, che accettò di buon grado, per poi poggiare la testa al sedile, ascoltando la musica scelta dal biondo.

Thomas aveva una stretta allo stomaco dalla mattina, ma cercava di non darlo a vedere. Si sentiva tremendamente in colpa di aver baciato qualcuno che non fosse Newt, ma allo stesso tempo aveva provato a se stesso che era inutile continuare a guardarsi intorno per cercare qualcuno con cui dimenticarlo. Quello che voleva era Newt, in ogni forma umanamente possibile. Voleva averlo per se, amarlo e stargli accanto. Voleva poterlo baciare e coccolare, senza avere paura di un'ipotetica reazione negativa dell'altro. Voleva poterlo amare senza nascondersi.

Newt, invece, era confuso come poche volte in vita sua. Aveva capito di provare qualcosa di forte per Thomas, ma non era sicuro, o meglio non ci credeva affatto, che lui ricambiasse.
Vederlo baciare qualcun altro gli aveva fatto male, ma non era affatto arrabbiato, anzi era determinato a togliere ogni minima briciola di confusione. Voleva capire cosa ci fosse tra loro due, e aveva deciso che lo avrebbe stuzzicato, non maliziosamente, ma in modo dolce e romantico. Avrebbe cercato di captare le sue reazioni, e da lì si sarebbe fatto un'idea. Almeno lo sperava.

Ethereal || Newtmas Where stories live. Discover now