Molly e il suo rapporto con la droga

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Quando smisi di andare a scuola smisi anche di uscire. Le altre ragazze avevano i loro progetti per il futuro, si vedevano con dei ragazzi, io no.
Gli ultimi giorni di scuola ricordo che tutte parlavano di quello che sarebbero andate a fare: c'era chi voleva andare all'università, chi invece voleva iniziare subito a lavorare, chi viaggiare per il mondo...ma io cosa voglio fare?
Un sogno nel cassetto ce l'ho sempre avuto: fare l'attrice, ma non sono bella, e mio padre non mi manderà mai a una scuola per imparare questo mestiere o a teatro: glie l'ho chiesto tante volte.
La risposta era sempre la stessa: "a che ti serve il teatro? Il tuo posto è in casa a pulire e a cucinare".
Anthony è cresciuto ma ogni anno che passa è messo sempre peggio: lo vedo assente, so' che si droga ma non riesco a impedirglielo. Siamo legati eppure non mi dà retta, questo perché sono una pessima sorella maggiore, non sono stata in grado di proteggerlo da nessuno. Ho pianto con lui invece di confortarlo, mi sono presa cura di lui ma non ho mai cercato di cambiarli la vita perché mi sembrava una cosa impossibile.
Poco a poco incominciai a prendere anche io droghe, iniziò tutto quando uscii per prendere il pane e un ragazzino malvestito e sporco vedendomi mi chiese se ero interessata a prendere gratis delle caramelle colorate, c'era disegnata sopra una faccetta con un sorriso su ogniuna e erano tutte di colori diversi, accettai dato che amavo le caramelle, arrivata a casa volevo offrirne qualcuna a Anthony ma prima la mangiai io bevendoci dell'acqua dato che era difficile da mandar giù.
Il gusto era amaro e sembrava quello di una medicina anziché di una caramella; dopo due ore circa mi sentii improvvisamente vivace e di buon umore: avevo voglia di parlare, di ridere e di cantare. Andai da Anthony e riuscii a sollevarlo di morale: lo facevo ridere e lo intrattenevo, ho pure finto di essere un attrice davanti a lui impersonando  qualche attrice famosa e lui ha persino riso divertito. Ero così felice di farlo stare bene, di solito mi era difficile ma ora mi sentivo capace di qualunque cosa, sorrisi e pensai "sono un ottima sorella maggiore, si, sono un ottima sorella".
Qualche giorno dopo quell'avvenimento riincontrai lo stesso ragazzino che mi chiese se volevo altre caramelle ma che dovevo pagarlo, mi confessò che quelle che chiamava "caramelle" non erano altro che Ecstasy, ovvero una droga.
Ero felice quando le prendevo anche se ho provato sulla mia pelle la terribile sensazione dell'effetto svanito: la gioia e vivacità che prima si provavano si tramutavano in depressione, panico e grande insoddisfazione per me stessa. Ne volevo ancora, quando ero con Anthony lui ha riso e sono riuscita a tirarlo su di morale: voglio che sia sempre così. "Devo rimanere di buon umore per il mio fratellino" pensai determinata, e inoltre volevo ancora sentirmi felice e piena di vita come una qualunque altra ragazza della mia età.
Sono caduta nel giro anche io alla fine ma non mi pento, la droga correggeva tutte le mie debolezze per poi trafiggermi come una lama finito l'effetto, ma la mia vita non aveva senso: ero nata in una famiglia dove si vivevano abusi psicologici e fisici ogni giorno, in qualche modo bisogna sfuggire a tutto questo; io ho scelto questa via.
Una delle cose a cui pensavo in preda al panico quando l'effetto della droga finiva è che se Anthony mi avesse scoperto sarei stata di cattivo esempio per lui, si lui si droga ma io dovrei essere la figura forte, la sorella maggiore che nonostante tutto ha sempre un sorriso da offrire a tutti, quella che nessuno conforta ma che supera le situazioni difficili da sola, invece non sono così.

Angel, il demone che parla ai maialiWhere stories live. Discover now