Rancore e disgusto -Angel

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Ero davvero contento di avere aiutato qualcuno: ovvero Summer a intraprendere un nuovo cammino. Forse riuscirà a redimersi ma per il momento, almeno avrà un posto dove dormire. Quando avevo bisogno d'aiuto Charlie aveva aiutato me e io ero così felice che qualcuno mi aiutasse e oltre a questo lei ha anche creduto in me, cosa che non mi succedeva da una vita: infondo chi mai crederebbe in una persona che ha già avuto la sua opportunità e l'ha sprecata? Ma Charlie l'ha fatto e mi ha fatto sentire bene, e io l'ho fatto con Summer per aiutarla, le buone azioni sono come una catena:una tira l'altra. È una catena che non lega, ma che unisce gli anelli per non farli stare da soli. Tuttavia sia io che Summer dovevamo continuare il lavoro in studio, Valentino ci aumentò addirittura i turni facendoci lavorare 5 giorni alla settimana anziché 3 e il tutto perché aveva il terrore che noi ci stessimo ribellando al suo potere.
Ieri addirittura mi era venuto a prendere con la sua limousine di lusso, inutile dire che ogni secondo passato vicino a lui è una rabbia e un ansia assurda, nessun demone per me è più disgustoso di Valentino, se dei demoni che lavorano per lui rovinano la loro forma fisica in qualche incidente lui li ammazza, loro si reincarneranno in altri demoni ma perderanno tutti i ricordi: belli e brutti. Inoltre tortura selvaggiamente e a sangue tutti coloro che osano sfidare la sua pazienza, se il loro corpo si riduce troppo male con ferite indelebili rischiano di perdere il lavoro se non peggio. Della vita terrena di Val non so' molto perché non me ne ha quasi mai parlato se non in crisi di rabbia o cose appena accennate, sò solo che da ragazzo ha lavorato come DJ in qualche discoteca americana e che faceva bere del gamma idrossibuttirato alle ragazze che credendo di bere un semplice drink offerto da un ragazzo, invece bevevano droga che le faceva perdere totalmente i sensi, poi si approfittava del loro corpo. Le ragazze non ricordavano nulla ma un giorno, forse aveva messo della droga in un bicchiere sbagliato ma fatto sta' che la ragazza che ha tentato di portare con sé non era drogata e scoperte le intenzioni del ragazzo riuscì a scappare e a denunciarlo. Valentino fu condannato a 12 anni che per lui mai passarono perché stufo della prigionia si impiccò. È un demone cattivo, ma ama il lusso e la bella vita, non è tipo da cella. Andai nello studio e lui volle subito vedermi per darmi le mansioni da farmi svolgere. Entrai con l'aria di un agnello che và al macello, ma infondo ero davvero carne da macello, niente di più e niente di meno. "Buongiorno, Angel." disse Valentino, seduto alla scrivania con sopra alcuni documenti in ordine sparso. "Buongiorno Valentino, come stà?" Dissi con un filo di voce. Dentro di me pensavo "dimmi cosa devo fare che me ne voglio andare subito".
"Io bene Angel, tu dovresti stare altrettanto bene, fammi un bel sorriso. Se ho aumentato i turni l'ho fatto per il tuo bene." Mi venne un momento di rabbia che riuscii a reprimere, abbozzai un sorriso tenendo la testa bassa. "Per me è faticoso fare così tanti giorni alla settimana Val, ho bisogno di riprendermi anche io da tutto il lavoro. Ma le decisioni le prende lei e non io infondo." Val sorrise maliziosamente e si alzò dirigendosi verso di me. "Adoro quando sei ragionevole e ubbidiente, mi fai arrappare un casino" disse. "Dammi il copione di oggi e vado" dissi velocemente. Era in piedi davanti a me, strinsi i pugni. "Andiamo Val, se non vado farò tardi con le riprese, non vorrei che gli altri mi dovessero aspettare" dissi girandomi. Lui mi prese per un fianco e mi tirò a sé; sperai con tutto il cuore che non volesse farlo. "Angel..." mi sussurrò e io sentii una sensazione di disgusto salirmi per tutto il corpo. "Val devo andare...devo proprio...non mi importa, mi diranno loro cosa fare..." Dissi esitante ma lui mi baciò ignorando totalmente quello che stavo dicendo, la testa prese a girarmi e mi sentii improvvisamente indebolito. Cercai di respirare profondamente e riuscii a calmarmi un po', non mi avrebbe lasciato andare tanto presto. Era prepotente e aggressivo, sempre, in qualunque situazione. Ogni volta che cercava queste cose da me le riceveva perché non sapevo contrastarlo, lui aveva più forza e potere di me, era come se oltre a questo avesse anche la capacità di cambiare totalmente il mio modo di sentirmi a suo piacimento. Non provavo mai tutto quel panico e disgusto se non quando ero con lui, ma quello che mi chiedevo finche mi usava come intrattenimento anche personale era:"perché?" Perché non mi lasci andare, ho fatto quello che volevi, ho rispettato l'accordo eppure continui a distruggermi più del dovuto. Qui siamo tutti peccatori, allora perché lui mi sopraffae? Anche lui ha commesso peccati eppure tra i due sono quello che ci rimette di più, è come se un bambino copiasse a un compito a scuola e poi andasse a fare la spia dicendo che un suo compagno di classe ha copiato: i bambini sono macchiati dallo stesso peccato ma uno di loro viene sopraffatto dall'altro. Guardai Valentino, cercavo di compiacerlo e di non farlo incazzare, continuando a pensare "ma perché mi stai facendo questo?". Dovevo fingere che andasse bene, dovevo sorridere controvoglia sennò si incazzava. Ma si notava che non andava bene, che avevo paura, nonostante tutti i miei sforzi non riuscivo mai a reggerlo. Solo quando uscivo dal lavoro avevo la possibilità di scoppiare, dare fuga alle mie più brutte emozioni e debolezze. Se lo assecondavo nelle richieste era  più gentile, altrimenti erano guai seri. Molto tempo fa' pensavo che il sesso fosse un atto che dimostrasse amore, rispetto e fiducia, eppure questi aggettivi non rispecchiavano affatto l'atto che ero costretto a fare. Mi decisi: confuso e stanco guardai Valentino negli occhi, erano così accesi di cattiveria, un colore talmente rosso da ricordare sia le fiamme degli inferi e sia il colore del sangue, erano come una rappresentazione della sua anima malata. Per un attimo si fermò appena incrociò il mio sguardo, parve quasi stupirsi, in quel momento finí l'atto. Non mi ordinò di uscire subito come molte volte. Stavo rannicchiato contro il muro coperto di sudore, respiravo pesantemente sopraffatto dalla paura. Per qualche secondo mi parve di cadere nel mondo dei sogni, ma l'agitazione mi teneva sveglio. Valentino restò qualche minuto a guardarmi, aveva un aria confusa, scosse velocemente la testa come a voler scacciare un pensiero e si risedette alla scrivania. "Puoi andare a casa" disse. All'inizio pensai di essermi immaginato quella frase ma era vera. "Si Val..." Dissi alzandomi. Cercai inutilmente di ripulirmi i vestiti ormai macchiati.

Angel, il demone che parla ai maialiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora