Un posto pericoloso (parte 1) -Angel

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Camminavo tra le rocce nere come carbone mentre Cherri mi parlava delle tecniche di lotta da adoperare in battaglia, la guardavo: il suo viso era così rilassato, le guance rosse come ciliegie e le labbra rosate, con lei non sembrava di stare all'inferno. Avevamo entrambi uno zaino dietro e stavamo facendo un escursione sulla montagna di roccia nera e appuntita piena di amianto, ma noi eravamo già morti e il massimo che potevamo farci  era molto male. A entrambi piaceva l'avventura e così anche fare escursioni in un posto orrendo come quello. sulle montagne c'era molto pericolo perché si nascondevano demoni pericolosi e pazzi esiliati li dai demoni cittadini che cercavano di attutire le loro pene. Camminavamo per il sentiero fino a quando non arrivammo a una parete rocciosa: iniziammo a scalarla senza né corda, né imbragatura e né moschettone. "Angel e pensare che tu potresti saltarla via sta roccia con i tuoi poteri  da ragno" rise Cherri. "Senti chi parla anche tu adopereresti le tue tecniche, scema!" Risposi in controbattuta, lei sorrise divertita.  Sentii il telefono squillare, "cazzo ma chi è?" Esclamai irritato, e pensai che avrei fatto bene a spegnere la suoneria. Appena smetteva di squillare pochi secondi dopo ricominciava, arrivai in cima alla parete insieme alla mia amica e guardai il telefono: "ma è Summer" dissi, "lasciala stare Angel, che ti importa di quello che vuole dirti?" Rispose Cherri scocciata.
C'erano 10 chiamate perse. Wow.
Provavo compassione per Summer e quindi la richiamai. "Angel, pronto?" Mi rispose con voce flebile come un petalo di fiore piegato dal vento. "Perché mi hai chiamato prima? Ti è successo qualcosa- qualcos'altro?" Chiesi preoccupato.
"No Angel ma ho un favore da chiederti" rispose.
"Dimmi pure" dissi; ero disponibile a aiutarla.
"Angel no, voglio dirtelo dal vivo, ti prego vediamoci subito, dove sei?" Guardai Cherri, se avessi dato retta a Summer sarei dovuto scendere dalla montagna e andare a un luogo d'incontro più raggiungibile. "Sarei fuori adesso, sulla montagna "Sospiro del diavolo" spiegai. "Vediamoci domani sotto l'orologio in città a mezzanotte in punto" disse la ragazza e riattaccò, probabilmente voleva vedermi a quell'ora per passare inosservata. Cherri mi guardo con aria interrogativa ma io le dissi di lasciar perdere sorridendo. Eravamo vicino alle cave dei sospiri, dal quale prende il nome la montagna "sospiro del diavolo", in quelle cave abitavano gli esiliati, ancora qualche chilometro e ci saremmo arrivati. Stavamo camminando lungo il sentiero, insetti infernali simili a millepiedi con pinze enormi davanti e occhi sia sulla schiena che davanti strisciavano in mezzo al sentiero lasciando scie bavose ovunque. Dai lati si vedeva la nostra città, oscura e nera come la pece. C'erano piante nude ai lati del sentiero e sembravano secche, morte e con dell'edera rossa che le assaliva e le sfruttava come una sanguisuga, come Valentino sfrutta me. I cespugli anch'essi senza foglie erano tutti intrecciati tra loro. Gli urli delle anime dannate da qui non si sentivano, invece si sentiva una melodia appena udibile che veniva dall'alto. "Forse questa montagna è così alta da avvicinarsi al paradiso" pensai; che pensiero stupido.

Angel, il demone che parla ai maialiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora