Coraggio -Angel

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Oggi sarei dovuto andare al lavoro e così feci, era da un po' di settimane che non andavo e speravo solo che il capo non fosse arrabbiato.
Non dissi a Vaggie o a Charlie dove stavo andando: non volevo stessero in pensiero per me. Appena arrivato salutai tutti, persino il segretario e salii in ascensore ai piani superiori dove incontrai Vox che camminava per il corridoio: "Angel, da quanto tempo non metti il tuo culo qui? Valentino ti vuole vedere immediatamente, buona fortuna" disse sorridendo in modo meschino. "Se riuscirai a sopravvivere oggi e verrai pagato ricordati di ridarmi i soldi che ti avevo prestato ancora mesi fa', ti conviene" disse dandomi una pacca sulla spalla in modo tutt'altro che amichevole. "Sopravvivere ha detto, ma cosa significa? Val è forse arrabbiato? Non mi presento più qui regolarmente ma questo perché ora sono indipendente e voglio riuscire a redimermi per non dover più fare questo lavoro" pensai e poi riguardai i messaggi sul mio cellulare da conto di Valentino:"presentati qui alle 18:00 di sera oggi stesso, ho del lavoro per te".
Sperai solo che fosse di buon umore e che non mi rinfacciasse niente. Delle voci rimbombavano per tutto il corridoio, e le luci erano spente, il luogo era tetro e sembrava quasi un palazzo abbandonato invaso dai fantasmi che si lamentano per via di un tormento eterno. Arrivai vicino alla porta dell'ufficio di Valentino ma non entrai, mi ci fermai davanti fissandola in silenzio; la mia faccia si rifletteva nel pomello d'orato della porta. Sentii delle voci improvvise da dietro la porta: una maschile e una femminile, "ho sentito che non hai soddisfatto un cliente l'altro giorno, non è la prima volta che succede: hai lasciato a metà il rapporto e te ne sei andata, come me la spieghi questa cosa?" Disse con calma la voce che si rivelò essere di Valentino. Mi appoggiai alla porta con l'intento di ascoltare cosa stava succedendo li dentro.
"È st-stato un i-in-incidente, è che...che era così vecchio, m-mi ha disgustata...glielo giuro io n-non lo farò più...per favore mi paghi, gli ho fa-fatto un rapporto orale m-ma non ho ricevuto nemmeno un centesimo..." Disse la voce femminile balbettando.  "Ma quella è Summer" pensai, lei si era spesso lamentata che molti clienti che le venivano affidati non le piacevano e avrebbe preferito non andarci insieme, ma mai aveva osato disobbedire che io sapessi.
"Mmmh...pagarti dici?" Fece Valentino, "tu devi pagare me, mi hai fatto perdere del prezioso denaro per un tuo capriccio lo capisci? Non è il cliente che deve soddisfare te, ma tu che devi soddisfare lui, quando lo capirai!?" Gridò Valentino sbattendo la mano contro la scrivania e alzandosi in piedi di scatto.
"Mi d-dispiace signore...ma se p-permette anche lei se fosse stato al m-mio posto..." disse Summer con aria mortificata.
Udii i passi veloci di Valentino e un grido da parte di Summer, si abbassò all'altezza della ragazza e la prese per un braccio stringendoglelo fino a farle male "quello che devi sapere e che dovresti già aver imparato è che tra noi due c'è una differenza abissale, io non sarei mai "al tuo posto", sei solo una troia che senza di me sarebbe nella miseria più totale, invece di essermi grata e di obbedirmi osi commettere queste infrazioni?" Tuonò Valentino scaraventandola sul pavimento.
Da dietro la porta potevo sentire la ragazza piangere e stranamente mi fece pena, provavo compassione per lei, eppure ho sempre e solo pensato a me stesso, non mi importava sapere come si sentissero le mie colleghe e dei loro problemi, avranno pure fatto cose sbagliate e commesso crimini ma hanno dei sentimenti come me e non me ne sono mai accorto. "Forse dovrei entrare e difenderla" pensai, ma avevo paura, sarei finito nei guai
pure io probabilmente. Si potevano udire botte e grida: pugni e calci. "Ora basta" pensai, "avrò paura ma io voglio redimermi, voglio diventare una persona migliore, anche se non sono più una persona". Entrai senza bussare, Summer si stava coprendo la bocca con la mano mentre il sangue le colava giù da essa scivolando giù dal palmo, era ancora a terra e tremava come una foglia. "Angel, ti sei deciso a venire allora?" Disse Valentino. "Lasciala stare, non picchiarla più, è solo una ragazza" dissi mettendomi davanti a lei. "Vai via" le sussurrai, lei si alzò a fatica e barcollando uscì di corsa. "Bene, quello era un affare di poco conto, ha avuto quello che si meritava ma ora passiamo alle cose davvero importanti, passiamo a noi, c'è un qualche motivo per il quale ti fai vedere così di rado qui? Sai sento molto la tua mancanza..." Disse Valentino e mentre parlava sorrideva come se prima non fosse successo nulla.
"Ho un altro posto dove alloggio ora, se ne faccia una ragione signor Valentino" per un attimo il suo viso a queste parole si corrucciò ma dopo qualche secondo gli spuntò un sorriso malizioso: "voi troie iniziate a ribellarvi, non sapete stare al vostro posto a quanto vedo, vi siete scordate di aver firmato un cazzo di contratto con me, poi vi lamentate se fate turni extra e se ricevete qualche punizione leggera, Angel dolcezza: sai quanto io tenga a te, lo sai non è così?" Disse prendendomi il viso con la mano e sollevandomelo verso di lui, lo guardai e non riuscii a non provare disgusto e odio nei suoi confronti.
Diceva di tenere a me ma questo non è voler bene a una persona, mi ha usato  e consumato come si usa uno straccio per lavare il pavimento.
"Si Val, lo sò e gliene sono grato" dissi tra i denti e lui sembrava adirato della risposta. "Se mi fossi grato me lo dimostreresti, pensi che io non sappia che tu invece di venire qui non fai altro che divertirti con gli amici?" Disse il demone falena, dopodiché iniziò a schiaffeggiarmi e caddi addosso alla biblioteca e appena mi ripresi mi coprii il viso con le braccia.
"Voi troie siete delle ingrate" gridò Valentino.
"Hai un film da girare sta sera, vattene, togliti immediatamente dalla mia vista!!! Non ti voglio vedere per oggi" continuò a gridare e io preso dalla paura corsi fuori dall'ufficio andando al piano delle riprese che era quello sotto di noi. Ansimavo e il cuore mi batteva fortissimo, Valentino era furioso. "Chissà come sta' Summer, a lei è andata peggio che a me" pensai mentre andavo a recitare per le riprese.

Angel, il demone che parla ai maialiWhere stories live. Discover now