always

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Nel pomeriggio torno a casa per cambiarmi, e mettere un abito un po' più consono a una serata al bar, Daya mi ha accompagnata a casa e ora sta aspettando in salotto e fra poco raggiungeremo gli altri.
Oggi ho avuto un'evento che mi ha letteralmente scombussolata, devastata. Quel semplice sguardo e quell' insignificante contatto mi hanno andare fuori di testa, e non so se in senso positivo e in negativo. Ma oggi non voglio pensare a questo. Tiro fuori dall'armadio un abito lungo rosso, attillato con uno strappo che mette in risalto le mie gambe magre, lo indosso e scendo al piano di sotto dove vedo Zendaya indossare un vestito bordeaux, lungo come il mio ma con una gonna un po' più larga.

<siamo proprio vestite bene> mi dice la mia amica prendendomi a braccetto. Usciamo dalla porta di casa mia e sento gli occhi dei miei amici su di noi, seguito poi da una serie di applausi e io e Daya scoppiamo a ridere.
Anche tutti loro sono veramente eleganti, giacca e cravatta. Zendaya raggiunge il suo fidanzato e io affianco Harry e Tom mentre ci incamminiamo verso il locale.

<balla con me signorina?> mi chiede una voce maschile alle mie spalle, io subito mi volto e scorgo la figura di Tom che mi porge la mano, ha bevuto un po' ma sono sicura che riesce ancora a controllare i suoi comportamenti, perciò io accetto il suo invito e poi mi trascina in mezzo alla pista, dove balliamo come due scatenati. Poi parte una canzone simile a un lento e lui senza pensarci mi prende con le mani i fianchi e mi fa avvicinare a lui, io con un po' di insicurezza gli posizioni le mani dietro la testa, sulle spalle, lo vedo sorridere quando i nostri visi sono a poca distanza l'uno dall'altro. Vengo sovrastata da innumerevoli emozioni contrastanti, provocate dall'attrazione, dall'emozione, dall'imbarazzo e dalla vergogna, penso lui l'abbia percepito infatti mi cinge più stretta a lui in segno di protezione.
Iniziamo a dondolare a tempo di musica, in mezzo a veramente tante persone, ma poco importa, i nostri occhi si stanno fissando e entrambi stiamo sorridendo.

<sei veramente negato Thomas> dico io quando per l'ennesima volta mi pesta il piede.
Lui fa una faccia sorpresa ma poi scoppia a ridere.
Successivamente sono io a far terminare questo momento, gli metto le mani sul petto allontanandolo da me e lo avverto che vado a bere un goccio d'acqua.
Arrivata al bancone chiedo al cameriere di consegnarmi un bicchiere d'acqua e in meno di un minuto mi arriva.

<sei proprio bella con quel vestito, è tutta la sera che ti sto guardando> un ragazzo mai visto in precedenza, palesemente ubriaco per il troppo alcool innescato, si avvicina a me, sfiorando la mia schiena nuda a causa del vestito. Mi fa un'altro paio di complimenti e dopo un po' che chiacchieriamo raggiungiamo una stanzetta del bar, lui chiude la porta a chiave e con movimenti agili e veloci mi prende in braccio mettendomi su un bancone presente nella stanzetta, io apro le gambe e il suo busto si posiziona fra esse, mentre inizia a baciarmi il collo e riesco già a percepire il suo fiato corto, mi fa cadere prima una spallina e poi l'altra lasciandomi solo con il reggiseno, io gli metto le mani sotto l'orlo della maglietta andando a contatto con la sua pelle che oramai sembrava letteralmente andare a fuoco, gli tolgo la maglia nera e lui mi sfila a fatica, probabilmente per l'agitazione, il reggiseno lasciandomi completamente senza nulla, inizia a toccarmi i seni mentre le sue labbra dal collo si spostano più in basso.

<ok può bastare> dico io mente lo noto intenzionato a sfilarmi il completo vestito. Lui si stacca rapidamente dal mio corpo e mi guarda con una faccia mischiata a sofferenza e sorpresa.

<che hai? Non mi guardare così, non sarai di certo tu la prima persona a cui darò il permesso di accedere al mio corpo, rilassati faccio così con tutti, li faccio impazzire all'inizio e poi quando la situazione si fa interessante li faccio fermare> dico io mente mi rivesto raccogliendo il reggiseno che aveva fatto cadere sul pavimento. Lui, probabilmente scioccato da quello che è appena successo, non si è ancora mosso, perciò io appena finito di vestimi gli picchio un dito sul naso e sorridendo esco dallo stanzino.

<ei Ester, dobbiamo accompagnare a casa gli altri perché-> si ferma Tom e mi guarda stranito <puzzi di alcool, ma tu non hai bevuto> mi dice lui quando improvvisamente dallo stanzino da cui mi ha vista uscire esce il ragazzo di prima senza maglia, e il quel momento capisco che Tom ha capito, infatti percepisco la tensione in lui, e io in questo momento non so cosa proprio cosa fare e dire.

<stavo dicendo che dobbiamo accompagnare a casa gli altri, ma se sei stanca o impegnata posso portarli a casa da solo> mi dice lui con un nodo in gola, quando percepisco che vuole dire altro ma si ferma.

<nono, va bene, portiamoli a casa> dico io e mi allontano da lui portando con me tutto l'imbarazzo che si era appena creato.

I want you be mine |tom holland|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora