for what?

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*Ester flashback*
Un'altra maledettissima foto, di loro due. Lui così sorprendentemente sorridente che abbraccia lei. Immagino solo quanto si possa sentire protetta fra quelle braccia possenti, magari si sente protetta come mi sentivo protetta io. Ora cos'è rimasto? Niente. Solo io che come una stupida fisso il telefono da ore per guardare le foto del mio ex ragazzo con una ragazza che nemmeno conosco.

<basta, dobbiamo parlare> mi dice la mia migliore amica che non mi ha mai lasciato da sola

<se riguarda Tom non dirmi niente> dico io alzando una mano per non farla continuare

<si ma non puoi continuare così> le metto una mano sulla bocca. Mi viene in mente che stando tutto questo tempo con me ha passato veramente poco tempo insieme a Harrison.

<e smettila di pensare a me, non sto per morire. Lavati, fatti bella e vai a trovare il tuo fidanzato> dico io, lei alza gli occhi al cielo ma dalla sua espressione percepisco che non vede l'ora di passare del tempo con lui. Sorrido a questa scena, vorrei anche io poter passare del tempo con la mia persona.

<e tu cosa fai?> mi chiede lei mentre raccoglie le ultime cose dalla cucina

<vado a fare un giro> dico io con nonchalance. Lei mi ricorda di stare attenta, io le assicuro che starò attenta e poi lascio la casa.
L'ultima volta che ho lasciato la casa è stato quando Harry mi ha portato in quella baia bellissima, infatti è proprio lì che sto andando, ho voglia di sedermi su quelle rocce e assaporare l'aria fresca del mare.
Non appena raggiungo la baia faccio un sorriso pieno di gioia, nei paraggi ci sono solo io e questo mi mette più tranquillità. A fatica e tenendomi stetta sul corrimano del sentiero raggiungo la cima più alta delle rocce, mi siedo su essa con la gambe che penzolano nel vuoto con sotto ai miei piedi le onde del mare.
Questo posto mi fa sentire veramente a mio agio, nella mia testa ritornano le immagini di quando ho lasciato uscire una lacrima mentre il mio migliore amico mi stringeva fra le sue braccia. Non mi trovo tanto in alto dal livello del mare, e l'acqua sotto ai miei piedi è abbastanza bassa ma quando mi trovo qui sento di poter toccare il cielo con un dito ed eliminare tutte le preoccupazioni.

<proprio dove volevo che fossi> una voce troppo famigliare mi fa sobbalzare. Mi volto e alle mie spalle scorgo Noah, non lo vedevo dalla volta del vicolo e vederlo ora mi fa sentire peggio che mai, la sua presenza mi fa sentire vulnerabile, come se potessi crollare. A fatica cerco di alzarmi in piedi per mettermi di fronte alla sua figura, esponenzialmente più grande della mia. <wow, guardati. Sei veramente messa male. Se ti toccassi ora ti spezzerei. Tua mamma era proprio cosi quella sera, debole, indifesa. Scommetto che ha ridurti così è stato quel ragazzetto che frequenti. Non ti porta nulla di buono figlia. Vieni con me, Sarai al sicuro vedrai> dice porgendomi una mano, io indietreggio come terrorizzata da ciò che la sua mano potrebbe farmi. Ho ancora lo sguardo fisso nei suoi occhi verdi, lo stesso colore dei miei. <dai andiamo, vieni, non ti faccio mica del male> aggiunge lui facendo un passo verso di me.

<non avvicinarti, non farlo. Non ci penso nemmeno a venire con te. Perché dovrei? Per fare la fine di mia madre? No! Perché non la smetti di tormentarmi? Puoi avere tutte le figlie che vuoi, guardati. Sei un'uomo così losco> dico io ballando con lo sguardo tra i suoi occhi al suo corpo. Le mie parole sembrano stimolagli molta rabbia in volto e anche immagino in corpo dal momento che qualche istante dopo mi tira una della tante sberle sul viso.

<hai ragione, potrei avere tutte le figlie che voglio, perciò te mi servi veramente poco. Ah e visto che fai tanto la dura, vediamo come incassi questo colpo> proprio in quel momento la sua mano che poco prima aveva scaraventato sul mio viso me la posiziona sul petto spingendo il corpo esile. Speravo di cadere sulla roccia che si trovava sotto ai miei piedi ma nel momento in cui mi rendo conto che mi aveva spinta troppo in la era troppo tardi, il mio corpo oramai si trovava nel vuoto, mentre cade da un'altezza che prima non mi sembrava troppo alta ma ora mi sembra interminabile. In lontananza scorgo un'altra spiaggia piena di persone, che spero almeno una noti la mia caduta. Nella mia mente si fanno spazio immagini dei miei genitori che chissà che cosa staranno facendo ora in Italia, poi dei miei amici, che non ho conosciuto abbastanza per lasciarlo e infine l'immagine di Tom, che vorrei che in questo momento fosse l'acqua su cui sto per andare a sbattere, vorrei che fosse qui a prendermi al volo perché non so come sarò dopo una caduta simile.
Vengo sommersa dalle acque gelide dell'oceano atlantico e i miei vestiti e la caduta tanto alta mi impediscono di nuotare in superficie, agitata sbatto parti del corpo contro degli scogli che mi provocano innumerevoli tagli, il fiato nel mio corpo sta per finire, vorrei arrivare sopra, uscire e fare un respiro profondo. Ma a quale scopo? A quale scopo se dall'altra parte non c'è nessuno che mi aspetta, che non potrò mai avere il futuro che voglio solo perché sono destinata ad essere tormentata dall'angoscia e dalla persona che mi ha fatto più male di tutte, che fin da quando sono nata mi ha fatto sempre sentire un errore. A che scopo se tanto dall'altra parte la persona che amo di più al mondo se la sta spassando con un'altra persona. A che scopo continuare a lottare?

🥰
ciao a tutti!
Mi dispiace per la foto a inizio capitolo se siete talassofobici :/
Spero vi stia piacendo la storia...

I want you be mine |tom holland|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora