•five

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"Sai che sei rompipalle?" sbottò, Harry. Stacy rise leggera, scuotendo il capo e poggiandosi con la schiena sul petto di Niall.

"Sarò anche un rompipalle, ma mi ami, piccoletto" rimbeccò, Ashton. L'omega alzò gli occhi al cielo con fare esasperato, beccandosi però uno sguardo oltraggiato da parte dell'alpha.

"Come dici tu, Ash" sospirò, il riccio. Il rosso spalancò la bocca, e prima che Harry potesse anche solo pensare di sfuggirgli, quello lo afferrò per i fianchi, issandolo in spalla e facendolo urlare, sotto le risate di Stacy e Michael. Niall si scambiò uno sguardo preoccupato con Zayn, che fece scattare gli occhi chiari su Louis, seduto su uno degli scalini che portavano al piano di sopra.

"No, mettimi giù!" sbottò, Harry, facendo ridere gli altri. Calum roteò gli occhi al cielo, mentre Ashton continuava a tenere il più piccolo in quel modo.

"No. Non finché non ammetti che mi ami da morire, Haz" rimbeccò quello, e Harry ridacchiò, prima di far saettare lo sguardo su Louis, che lo stava osservando.

"Lou, salvami!" disse, e il castano inarcò il sopracciglio. Non riusciva a capire. Perché si comportava così? Louis non si mosse, facendo sparire il sorriso dal viso dall'omega dai capelli ricci, che si ritrovò a rispondere a tono ad Ashton quando l'alpha dai capelli rossi richiamò la sua attenzione. Ashton che colse subito il cambio di tono nella sua voce, e Harry sorrise quando quello lo rimise giù, dopo aver protestato ancora. Il più piccolo sorrise, alzando gli occhi versi sul rosso, mentre si alzava sulle punte e gli lasciava un bacio sulla punta del naso.

"Idiota" lo appellò. Ashton ridacchiò, le mani ancora sui suoi fianchi.

"Mi ami comunque, piccoletto" gli rispose, e Harry sebbene si ritrovò, ad alzare gli occhi al cielo, non riuscì a non arrossire per il tono usato dal rosso. Dettaglio, che non sfuggì a Louis.

–––––

"Non c'è niente con Ashton, Louis" beh, dire che quella farse aveva calmato Louis sarebbe stato un eufemismo. Peccato che secondo l'alpha, Harry si fosse contraddetto il giorno dopo. E Louis sul serio non sapeva più cosa pensare, non sapeva più come prenderla quella vicinanza tra Ashton e Harry. Tutto ciò che sapeva, tutto ciò che vedeva, era i due avvicinarsi sempre di più, anche con i gesti più stupidi. Come Ashton passasse indisturbato le dita tra i capelli di Harry davanti a tutti, come a sottolineare il fatto che lo potesse fare liberamente. O ancora, come all'omega piacesse stare abbracciato al rosso sul divano, incurante degli altri. Insomma... per Louis quella situazione stava diventando impossibile. E tutto ciò che aveva deciso era stato di allontanarsi da Harry  almeno per un po'. L'unica spiegazione a tutto quello, a quei comportamenti, era che i due si stavano scegliendo come compagni, e probabilmente sarebbe accaduto di lì a poco. Louis aveva dovuto mettersi il cuore in pace, convincersi che Harry non sarebbe mai stato suo, e aveva sentito chiaramente anche la sua parte animale scalpitare a quel pensiero. Pessimo segno. Se anche la sua parte animale stava ringhiando a quella prospettiva, voleva solamente dire che probabilmente anche il suo alpha si sentiva vicino a Harry. Ma Louis a quel punto non poteva permettersi di rischiare di scegliere Harry come compagno, era abbastanza evidente che L'omega non provasse le stesse cose che sentiva lui, sebbene lui ci sperasse da anni. E nell'ultima settimana quella sensazione era andata ad aumentare, complice il fatto che Harry passava davvero troppo, troppissimo, tempo con Ashton. Harry non aveva passato nemmeno cinque minuti con lui, dopo avergli detto che non gli piaceva che si allontanava. Perché il più piccolo sembrava volesse torturarlo con false speranze? Scosse il capo, decidendo che così non poteva andare avanti. Non sarebbe servito a nulla se non a stare male. Adocchiò Liam accendere la lavastoviglie, avendo finito la cena da pochi minuti, e tutto era andato bene, o quasi. Harry non si era seduto vicino a lui come al solito, no. Si era seduto vicino ad Ashton, scherzando con il rosso come se nulla fosse. E Louis aveva mandato sì e no un boccone, rischiando si vomitare davanti a tutti a causa delle fitte allo stomaco. E sapeva benissimo che Luke, Niall e Zayn se ne erano accorti eccome. Doveva uscire da lì. Sembrava assurdo, eppure aveva l'impellente bisogno di scappare via da casa sua, prima che la situazione degenerasse e facesse una scenata. Aveva sentito che cera una festa in discoteca in centro, magari era la volta buona che metteva a tacere i pensieri. Afferrò al volo il telefono, decidendo se fosse una buona idea o meno. La risata di Harry gli scaldò il cuore, prima che lo stomaco si rivoltasse nel vedere la scena di Ashton che gli accarezzava la guancia. Quello era troppo, quella era una confidenza che Harry aveva permesso solo a lui. Mandò un messaggio a Jessy un'omega della sua classe di francese, sapendo quanto fosse impegnata nell'organizzare quelle feste, chiedendole il luogo e l'ora. Dopo nemmeno un minuto la ragazza rispose, e Louis sospirò. Salì al piano di sopra, afferrò la giacca di jeans e si fiondò di nuovo giù, sbattendo la porta d'ingresso. Ignorando i richiami di Liam che gli chiedeva dove stesse andando a quell'ora. Ignorando anche le chiamate di Zayn e Niall. Ignorò tutto. Non voleva sentire niente. Non voleva sentire nessuno. Ignorò il mondo, l'universo persino. Ignorò anche il messaggio di Harry che gli chiedeva perché non tornasse a casa alle cinque del mattino.

vapor // larry Where stories live. Discover now