Capitolo XXXIX

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-Penso ancora che sia una pessima idea.- Aryan si spostò difronte a me. Avevo il pugno alzato, davanti alla porta di Naym.

-La gelosia passa in secondo piano ora- presi un respiro. -Dobbiamo sbrigarci a capire cosa sta succedendo e se questo significa chiedere aiuto a Naym, lo faremo.- l'ombra che aveva posato cenere e speranza sulle mie labbra contrasse la mascella. Ore prima avevo posto il mio cuore sulla sua bocca e avevo assaggiato la punta della sua umanità sulla sua lingua. Ed ora che eravamo più vicini e che una delle centinaia di barriere che ci sfidavano era stata abbattuta, accarezzargli una guancia e dargli un bacio era per noi una spontanea promessa di vita eterna.

-Quel giorno, dal castello, quando stavate suonando per voi e per Vyolin- mi prese il gomito per spostarmi qualche istante dalla porta d'ingresso, in modo che non ci vedessero dalle finestre. -Sono stato risvegliato. Mi ero ritrovato steso sul mio letto di morte, bruciato, distrutto, privo dell'amore che pensavo contenere. E voi... tu mi hai attirato, la tua musica, il tuo dolore. Senza di te sarei stato perso, ogni cosa di questa terra mi sarebbe passata attraverso fino a convincermi di essere io che non riuscivo ad attraversarle.- mi sfiorò la spalla. -Capisci ciò che intendo dire?- non chiuse mai gli occhi e le labbra gli tremavano.

Un burrone mi svuotò lo stomaco, dove oramai farfalle trasmutatesi in falene si dimenavano. Presi la sua mano e la strinsi. Poi, sotto i suoi occhi, mi avvinghiai al Libro e mi spinsi contro di lui. Aryan mi racchiuse tra le sue braccia, inspirando profondamente sulla mia testa.

-Io non ti attraverso, nonostante tu sia di cenere. Ti sento stringermi e non ti scivolo via dalle mani.- alzai il viso verso di lui, le sue mani mi si aggrappavano addosso. -Nemmeno il Libro, la tua storia, lo fa.- sorrisi senza contenermi. -Stai cambiando. Nulla ti è più indifferente, nulla è nulla per te. Sei curioso, testardo, fragile. Sei umano.- la sua cenere oscura ci volteggiava attorno, creando sottili mantelli sulle nostre spalle.

-Dovevate essere voi la mia Regina.- sciolse l'abbraccio per riportarsi difronte alla porta di Naym. L'aveva detto con una tale durezza e sicurezza che non avevo potuto notare le sue pupille vorticare, intensamente. Aveva ripensato a lei.

Togliendomi dalla testa distrazioni, lo raggiunsi e finalmente bussai.

Mi ero preparata in testa discorsi su discorsi da dire a Miriam, ma mai mi sarei aspettata che fosse Naym personalmente ad aprirmi. Certo, avevo fatto molteplici scenari, soprattutto con lui, ma trovarmelo difronte dopo tutto il tempo di silenzio fra noi mi parve surreale e devastante. Dal mio primo giorno ero quasi sempre stata con Naym, gli avevo raccontato tutto di me e mi ero totalmente affidata a lui in un certo senso; poi le cose si erano evolute in modo irregolare, cambiamenti che non avevo saputo gestire e di cui mi prendevo pienamente la colpa. Gli dovevo delle scuse.

Aryan non era più al mio fianco. Parte del piano.

Trovai Naym perfettamente in forma, il che mi sorprese, ma ne fui felice. Non aveva occhiaie o l'aspetto trasandato di chi soffriva per amore. Speravo non fosse stato troppo male. Lo speravo davvero.

Il piccolo spiraglio da cui sbucava non accennava ad aprirsi maggiormente e lo capivo. Ma stavo pensando troppo ed il mio silenzio doveva averlo stranito o fatto innervosire tanto da...

-Chi sei tu?-

Mi mancò la terra sotto i piedi.

Iniziai a borbottare, fissandolo stordita negli occhi. Le sue sopracciglia corrugate non accennavano a muoversi, mentre mi squadrava dalla testa ai piedi. Non ricordava chi fossi.

-Naym, tu non...- mi feci piccola difronte a lui, iniziando a staccarmi le pellicine delle dita dal nervoso. -Sono Lyla Foxer, la nuova arrivata a Vyolin. Sono qui da mesi. Siamo stati insieme quasi tutto questo tempo! E poi... poi sono successi strani avvenimenti. Sono qui per questo.- avevo prurito ovunque. -Davvero non ti ricordi di me?-

Principe di cenereWhere stories live. Discover now