Capitolo XXI

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Prima la pelle d'oca, poi i brividi alle gambe e, infine, il fiato corto.

Fu come smettere di respirare.

Fu come se nel mio stomaco ci fosse uno tsunami.

Le mie dita tremavano sotto quelle di lui e piccoli ansimi fuoriuscivano dalle mie labbra, delicati e leggeri.

I miei occhi stavano per farsi lucidi dall'emozione.

Un'emozione mai provata prima.

Volevo piangere e ridere insieme, gridare e stare in silenzio allo stesso tempo.

E nel frattempo, Aryan era alle mie spalle, mentre accompagnava i miei gesti sul violino.

Era delicato, dolce, intenso. Lo sentivo. Sentivo la sua mente persa nella musica, sentivo il suo viso rilassarsi fra i miei capelli e le sue mani accarezzare le mie durante la creazione delle note. Sembrava di volare dentro l'oceano, con movimenti lenti e leggeri, ipnotizzanti. Io non sapevo cosa fare, il mio corpo seguiva soltanto quello di Aryan. Muoveva l'archetto sul violino con una dedizione e passione che per un secondo pensai fosse lui a dirigere la melodia. Invece mi sbagliavo. Ero io che suonavo e lui mi seguiva. La musica era iniziata con una nota lunga e bassa, come per sottolineare l'intensità che il corpo del Principe aveva assunto una volta scontratosi con il mio. E anche in quel momento, nel mentre della melodia, il mio cuore batteva all'impazzata contro il mio petto, creando un sottofondo alle note del violino.

Le note avevano poi cambiato modo di susseguirsi a vicenda, ed ora si alzavano e abbassavano piano piano, in contemporanea alla mano di Aryan sul mio fianco. Le sue dita percorrevano tutta la linea della mia vita, stringendo la carne fra di esse, e lasciando che la sua bocca soffiasse fra i denti sul mio orecchio. Il suo fiato era caldo, intenso, eccitante. Chiusi gli occhi un istante, fremendo di poco le ciglia alle labbra di Aryan posate sul mio collo. Schiusi di poco le mie, beandomi di quel gesto, mentre le note andavano via via crescendo d'intonazione. Ma, dentro di me, sentivo che avrei potuto creare di più con lui, e capii essere frenata dalle tre paia di occhi puntati su di me.

-Aryan...- sospirai il suo nome, parlando quasi come un ventriloquo per non farmi notare dagli altri. Il ragazzo alzò la testa e mi accarezzò una guancia. Il mio stomaco si fece sempre più vuoto. -Ci stanno guardando.- riuscii finalmente a dire e allora, lui si girò verso le figure sedute sul grande divano. Qualche istante dopo, Aryan guardò di nuovo verso di me e sorrise.

-Non preoccupatevi.- e con un suo schiocco delle dita, le tre persone si voltarono l'una verso l'altra, iniziando a parlare fra di loro e ad ignorarmi totalmente. Sospirai, alleggerita da un peso.

Le dita di Aryan ritornarono attorno alla mia vita, stringendomi ancora di più a lui. Appoggiai la testa sulla sua spalla mentre continuavo a muovermi per suonare. Ma quando sentii una sua mano spostarsi, il mio respiro mi morì in gola. Partendo dalla mia coscia, iniziò a trascinare le dita lentamente su tutto il mio corpo, passando sopra la pancia e fra lo spazio dei seni, fino ad arrivare ad avvolgermi il collo. Tirò con poca pressione la mia testa all'indietro, scoprendo più pelle al suo sguardo lucente e lussurioso, e come fossi stata un automa, l'archetto del violino si fece più veloce man mano che il tempo passava. Pensai che sarei potuta morire da un momento all'altro, sia per il caldo che avevo fuori che per quello dentro, soprattutto. Le sue dita che avvolgevano la mia gola si mossero cautamente su di essa, coprendola di carezze e alternandosi con strette possessive, mentre la voce bassa e calda di Aryan mi sfiorava l'orecchio.

-Sentite?- soffiò sulla mia pelle. -Questa è pura arte.- mormorò e la mano che non avvolgeva il mio collo, premette sulla mia pancia per spingermi ancora di più contro il suo petto.

Principe di cenereWhere stories live. Discover now