Capitolo XXXIV

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 La Contea di Vahirl.

Era l'unico luogo di salvezza dove si sarebbero potute rifugiare mentre il regno di Vyolin bruciava e cadeva fra grida e piogge sanguigne.

I forti sospiri, i passi delicati ma veloci delle ancelle non facevano che calpestare il terreno del bosco, fiorito per la sua ultima volta. Le gonne impreziosite di perle di ciascuna si erano inzuppate di fango e umidità mentre piede dopo l'altro la Regina e la sua Katìra facevano da apri fila al gruppo. Gli uomini del re le circondavano sguainati di spada e tremori, in allerta per ogni movimento; sapevano di non essere al sicuro. Alcune donne piangevano, pensando ai propri amori lasciati a morire nel castello, altre stringevano le labbra per trattenere gli urli e mantenere più respiro calmo possibile. Dall'ordine che aveva dato il Re, loro non avevano detto più niente. Dovevano scappare.

E la loro affrettata corsa continuava svelta, le gote arrossate e ciuffi di capelli scivolati via dalle articolate acconciature. Chi avrebbe mai potuto immaginare che tutto sarebbe finito in quel modo?

I cavalieri di guardia alle ancelle della Regina guidavano quel gregge smarrito fra gli alberi stretti e spogli di Vyolin, rasentando una paura che mai avevano provato.

Nonostante fossero già lontani dal castello, l'aria appesantiva il respiro d'echi di disperazione e morte, mentre la nebbia nascondeva la via ai loro occhi, lasciandoli in balia delle proprie memorie infantili.

-... Ho un brutto presentimento...- batté fra i denti una, girandosi verso un'altra al suo fianco. Le diverse donne si preoccuparono di conseguenza, annuendo di sfuggita.

-Non abbiatene, siamo pronti a qualsiasi attacco.- lasciò una nuvola d'aria uno degli uomini, mostrandosi pronto con l'elsa della spada.

-Manca poco all'arrivo, il Conte di Vahirl ci sta aspettando. Resistete, ce la faremo.- riferì risoluta Ophelia, l'Eterna Regina di Vyolin.

Ferma nel suo passo veloce e colma di speranza, rimaneva affianco alla sua Katìra Matilda Foxer, pregando dentro di sé che suo marito stesse facendo del suo meglio per sopravvivere, combattendo per il Regno e la sua gente.

-Xavier deve essere già arrivato alle porte del castello.- sussurrò Matilda facendosi sentire solo dalla Regina per non allarmare le dame. -Non si sentono più grida.-

Ophelia dovette nascondere i brividi al nome di suo figlio, chiudendo gli occhi per un istante e ritrovando in quello stesso istante il suo bambino che amava più di ogni altra cosa.

-Arriveremo a Vahirl. Non dobbiamo pensare ad altro.- le si ruppe la voce un secondo, memore di ciò che realmente stava accadendo al suo Regno e a suo figlio prima di tutto.

La mano di Matilda scaldò la sua, rincuorandola per i pensieri comuni ai suoi.

-Ho paura anch'io, tutti l'abbiamo. Ma non ci rimane che questa e la speranza di vivere e ricominciare.- si costrinse a non preoccuparsi di sua figlia Mey, salva nella contea campagnola di Rydden. Se Aryan  fosse mai riuscito a trovarla, il suo potere sarebbe stato così inimmaginabile che la speranza sarebbe stata solamente una lontana utopia.

-Vyolin sta cadendo. E' inevitabile.- mormorò poi. -E' stato un sogno che diventerà ricordo, è l'unica cosa che abbiamo da accettare.-

Ophelia non poté fare altro che rimanere in silenzio, consapevole della verità di quelle parole.



Il bosco le pareva infinito, tra il silenzio degli alberi e il suo fiato pesante.

Principe di cenereWhere stories live. Discover now