Capitolo IV

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-Aspetta, quindi...- allontanai le labbra dalla tazza incandescente di caffè e la guardai sbigottita -Adeline è sindaca di Vyolin da trent'anni?- Maggie annuì, mentre si lisciava quei corti ciuffi rossi che le animavano il volto, rendendolo come quello di un cartone animato. Era divertente guardarla muoversi, goffa ma tosta. Mi piaceva.

-Ma a che età ha iniziato, scusa?- ero sempre più sbalordita. Adeline era davvero da così tanto sindaca? Doveva aver fatto un lavoro magistrale per essere stata eletta sempre o forse a Vyolin la gente era troppo pigra per assumersi un lavoro così impegnativo. Anche se, per me, fare il sindaco di una città del genere non sarebbe sembrata poi una così grande tragedia; Vyolin era troppo piccola e priva di qualsiasi evento catastrofico da doversi alzare le maniche e lavorare duramente. Però, a dirla tutta, anch'io avrei fatto stare Adeline a capo di tutto; era così sicura e meravigliosa in quel posto. Un po' la invidiavo per essere così forte nello sguardo, ma avere un atteggiamento talmente fragile e signorile da nascondere quella forza. Ed era bastata solo qualche oretta per capire che tipo di persona fosse. Ancora faticavo a credere che mi avesse dato il permesso per poter andare al castello, n'ero così entusiasta. Peccato non potessi condividere la mia eccitazione con Maggie, che avevo iniziato a chiamare così non solo nella realtà, ma anche nella mia testa. Che stessi cominciando a farmi quello che gli umani chiamavano "amico"? L'avrei scoperto solo con il tempo.

-Sinceramente non lo so- disse con un'alzata delle spalle -C'è da quando sono nata e sono passati ben ventidue anni- scoprii in quel momento che Maggie fosse due anni più grande di me e sorrisi distrattamente. Fra le due, quella che sembrava più grande ero io, sia d'aspetto che di comportamento. Sarà stato per la mia considerevole altezza, trasmessa da mio padre; alto come una montagna e robusto come il tronco di una quercia. La quercia che aveva promesso di proteggermi per sempre. Non mi ero accorta di essermi fermata a fissare il liquido bollente scuro che riempiva la tazza e che Maggie mi stava guardando preoccupata. Sapevo cosa avrebbe detto e ciò mi diede fastidio, perché fino a quel momento lei era stata l'unica a non interessarsi di come stavo. Mi diede fastidio quando con gentilezza mi domandò cosa non andasse, tuttavia, decisi di risponderle, dirigendo il discorso verso un altro obiettivo.

-Stavo pensando che domani dovrò cenare con Naym, Dio solo sa come farò a trattenermi dall'immergergli la faccia nel piatto- Maggie rise, appoggiandosi con le braccia sul tavolo ed occupando quest'ultimo per tre quarti. Facendo così, la sua tazza cadde sulla tovaglia del bar e si sporcò del tutto. Un cameriere piuttosto giovane si avvicinò a noi allarmato, sudava più lui di Maggie rossa per l'imbarazzo.

-Mi dispiace! Non volevo, è... è stato un incidente- balbettava color pomodoro ed io non riuscivo a staccare gli occhi dalle sue mani che si muovevano freneticamente su quelle del povero cameriere che tamponava il tavolo per non peggiorare la situazione. Nascosi un risolino e continuai ad osservare la scena. Maggie che afferrava tovagliolini dal contenitore ad una velocità supersonica ed il ragazzo che agguantava bicchieri e dépliant rimasti sul tavolino per non bagnare anche loro.

-Mica hai ucciso qualcuno- scoppiai a ridere -A tutti capita di sbagliare- lei cercò di far sembrare che le mie parole l'avessero rassicurata e invece si smentì quando la sua sbadataggine fece cadere anche la mia tazza di caffè. E dove poteva essere andato il caffè rovente se non sulle mie gambe coperte soltanto da uno strato sottile di jeans? Appena il liquido incontrò la povera pelle, mi bloccai e chiusi gli occhi, stringendo i lembi della tovaglia per non gridare in mezzo alla gente. Margherite era sbiancata. Io ero diventata bordeaux in faccia. Avrò avuto anche gli occhi spiritati una volta riaperti, come minimo. Potevano già farmi una foto ed usarla come cartello d'avviso per i clienti con su scritto "Lontano da soggetti diversamente abili o vi ritroverete in questo stato", con la mia faccia deformata dal dolore trattenuto.

Principe di cenereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora