30- Voglia di gelato e bignè.

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SETH

Un lieve venticello soffiò tra me e Eliza e quando ci superò, i capelli si mossero come attratti nella sua direzione.

Con le mani in tasca e il sedere appoggiato sul cofano, continuavo a fissare la struttura davanti ai miei occhi. Eliza restò in silenzio, mentre aspettava che prendessi il coraggio necessario per entrarvi.

Quel giorno era particolare. Da un lato l'umore era a terra perché era un mese esatto dalla morte di Aaron, ma dall'altra parte, ero felice perché finalmente avrei potuto rivedere mia madre.

Un mese prima, Eliza a mia insaputa, era andata a prelevarla da casa per portarla in una struttura per alcolisti affinché potesse rimettersi in sesto. Ancora non avevo idea di come fosse riuscita a convincerla.

Mia madre era là dentro e dopo un mese senza poter avere contatti con persone esterne, oggi finalmente eravamo autorizzati ad andare a farle visita.

Purtroppo sapevo anche che la obbligavano a chiedere il perdono alle persone care, e io non ero pronto a sentire di quanto fosse addolorata. Ne avevo abbastanza di sensi di colpa.

Eliza incrociò le braccia al petto e sbuffò. «Ti decidi? Io avrei caldo qua fuori.» Borbottò.

Alzai un sopracciglio e la guardai con la coda dell'occhio. Nell'ultimo mese aveva mangiato di più, riacquistando i chili che aveva perso. Dustin aveva ricominciato a rimpinzarla di bignè e lei piano piano era tornata la solita. Faticava ancora ad essere toccata all'improvviso, la vedevo come sussultava o tremava lievemente. Le cicatrici invisibili non si erano cancellate del tutto, ma sembrava decisa a riprendere in mano la sua vita. Questa sua intraprendenza ispirava anche me, a fare lo stesso. Non mi ero perdonato del tutto per aver portato Aaron nella sua vita, ma iniziavo a farmene una ragione. Ci eravamo ritrovati ad un passo dal baratro, eravamo crollati e in qualche modo, in quel mese, ci eravamo rialzati. Eravamo molto vicini dall'essere semplicemente Eliza e Seth, quelli di sempre.

«Ancora non ci credo che sia entrata là dentro di sua spontanea volontà.»

«Tuo padre ha scommesso che avrebbe resistito due giorni e mi ha fatto innervosire, l'avrei persino legata al letto di quella struttura piuttosto che renderlo felice.»

Sorridendo, le avvolsi le spalle con un braccio e l'avvicinai in modo da posarle un bacio sulla tempia. «Grazie ancora per avermi fatto questo regalo.»

I suoi occhi color nocciola puntarono i miei cobalto, piegò all'indietro la testa e sospirò. «Ormai non fai altro che ringraziarmi, quasi quasi ti preferivo quando mi impartivi ordini.»

«Ho smesso solo perché avevi cominciato a darmi retta, ma se vuoi posso tornare alle vecchie abitudini.»

In risposta, sbuffò. «Okay, ma ora possiamo entrare? Mi sto sciogliendo e ho voglia di un gelato, perciò prima entriamo e prima me lo vado a prendere.»

Mi staccai dalla macchina e feci scivolare il braccio fino a circondarle i fianchi, mi chinai e la baciai gustandomi il suo sapore, infilai la lingua e accarezzai la sua con voracità. Con la mano libera le accarezzai gli zigomi e prima di staccarmi, le succhiai il labbro inferiore.

Quando mi allontanai per dirigermi all'entrata, notai Eliza ancora inebetita e le cosce ben strette. Sorrisi: amavo vedere l'effetto che le provocavano i miei baci inaspettati. «Andiamo Eliza, cosa fai ancora lì impalata? Non volevi fare in fretta per avere il tuo gelato?»

Il suo sguardo mutò in fretta e gli occhi si assottigliarono in due fessure. «Non parlarmi con quel tono!» Raddrizzò le spalle e mi raggiunse in pochi passi. «E non usare il gelato contro di me. E poi sei stato tu a restare immobile per un quarto d'ora a fissare una porta!»

Mostrami l'amore (#2 Nightmares Series)Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ