17- Non rinuncerei mai.

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ELIZA

Dopo quel weekend le cose cambiarono... un bel po'.

Una volta tornati in città, Seth mi aveva convinta a rimanere a dormire da lui.

Non avevamo dormito un granché.

Quel lunedì avevo fatto davvero fatica a tirarmi su dal letto per andare a lavorare.

E la causa non era solo la stanchezza, ma la presenza imponente di Seth.

Una volta avvolta tra le sue braccia muscolose, mi era complicato sottrarmi.

E la mia poca voglia di farlo, non mi aiutava per niente.

«Seth!» avevo gridato. «Farò tardi.»

Mi aveva stampato un bacio e aveva ridacchiato. «Al diavolo il resto del mondo, Eliza.»

Non era andata secondo i suoi piani, dato che mi ero alzata sfuggendo alla sua presa.

Mi aveva accompagnato come ogni mattina, ma prima di andarsene, mi aveva bloccato il viso tra le sue dita e mi aveva baciata con dolcezza e delicatezza. Il mio cuore aveva saltellato e urlato dall'entusiasmo.

Baker aveva fischiato e ci era mancato davvero poco che battesse le mani in segno d'apprezzamento.

Martedì, Seth mi aveva rapita da casa mia e mi aveva portato a cenare in un posto così bello da essere sicura di non potercelo permettere.

«Resta da me» aveva chiesto dopo cena.

Per quanto fossi stata tentata, avevo davvero bisogno di dormire senza distrazioni.

Mercoledì mattina lo avevo trovato davanti la tavola calda ad aspettarmi con le braccia incrociate. Erano le sei, era un totale pazzo.

«Sicuro che non ti stancherai di me?» gli avevo chiesto.

In risposta mi aveva preso dai fianchi attirandomi a sé. «Questo è impossibile.»

Mi era parso di essere invincibile dopo quella confessione. Tipo che potessi buttarmi dal grattacielo più alto e sorvolare la città, senza rischiare di rompermi l'osso del collo.

Poi capivano degli episodi che cercavo di non darci peso, ma che si trasformavano in un sapore amaro. Col passare dei giorni avevo notato che spariva per ore intere, senza mai dare una spiegazione a parte pronunciare un nome che aveva il potere di farmi salire la bile: Aaron.

In compenso si faceva perdonare concedendomi tutto se stesso per rimediare.

Quella mattina infatti, lo trovai sotto casa mia, il corpo appoggiato al fianco dell'auto con le braccia incrociate. Gli occhi erano coperti dagli occhiali da sole, ma sapevo che stava facendo quello sguardo. Lo sapevo dal mezzo sorriso che faceva appena indirizzava lo sguardo su di me. Normalmente le iridi diventavano così chiare da diventare azzurri, e le saette grigie attorno alle pupille diventano incandescenti. Come se ci fosse stato perennemente il sole ad accecarlo.

Quando glielo facevo notare rispondeva scrollando le spalle poi cambiava argomento.

Mi bloccai quando le punte dei piedi toccarono i suoi. Tirai indietro la testa mentre lui si chinava prendendo fra le mani il mio viso. Sfiorò le labbra con le sue e sorrisi per quel gesto così soave.

Strinsi i lati del tessuto della maglietta che portava. «Buongiorno.»

Strofinò la punta del naso sul mio. «Buongiorno.»

«Mi baci per bene o devo chiedertelo in ginocchio?» Appoggiai il petto contro il suo.

Allargò il sorriso inarcando un sopracciglio. «A volte basta essere gentili.»

Mostrami l'amore (#2 Nightmares Series)Where stories live. Discover now