8- Uno spiraglio di luce.

1.2K 55 34
                                    

SETH

Avevo fatto lo sbaglio di non chiudere le tapparelle, perciò la luce del sole si fece largo con veemenza in stanza, svegliandomi. Avevo ancora gli occhi chiusi, quindi non sapevo che ore fossero, ma ipotizzai circa le otto.

Qualcosa mi solleticava le narici, e il braccio che normalmente tenevo teso sul materasso, ora era ricurvo su qualcosa. Quando inspirai, di nuovo qualcosa mi diede fastidio al naso, così lo arricciai e mi ritrassi di qualche centimetro socchiudendo un occhio, curioso di capirne la causa. Mi ritrovai faccia a faccia con ciocche scure appoggiate sul cuscino. Sollevai il viso, Eliza stava ancora dormendo con il viso di lato, le labbra socchiuse e le sopracciglia rilassate. Seguii la sua figura fino a bloccarmi all'altezza del fianco, dove durante la notte gli avevo appoggiato un braccio. Notai che aveva messo una mano sulla mia, cosa che mi fece sorridere.

Eliza mugugnò qualcosa, e sempre dormendo, si girò: ora eravamo faccia a faccia.

Restai a guardarla per qualche minuto, analizzando ogni suo tratto facciale, come le sopracciglia scure, le lunghe ciglia ancora truccate, le guance lievemente arrossate e il respiro lento e regolare. Mi trasmetteva un tale senso di pace che desiderai di restare ore in quella posizione.

Strizzò gli occhi poi sbatté le ciglia prima di aprirli.

Quando li puntò sui miei, non finsi neppure di distogliere lo sguardo.

Lei si ritrasse coprendosi il volto intenta a sbadigliare.

Non tolsi il braccio che le circondava la vita nemmeno quando abbassò lo sguardo e rimase a fissarlo con aria assonnata. «Mi stai toccando.»

«Vero» dissi osservandola.

Sprofondò sul cuscino con un lamento. «Non erano questi i patti.»

«Vero.»

Mi guardò intensamente. «Allora perché lo stai facendo?»

Scrollai una spalla. Lei roteò gli occhi al cielo.

«Hai fame?» Chiesi.

«Da morire! Del tipo che potrei divorarti.»

Scoppiai a ridere. «La cosa si fa interessante...»

«Non farti strane idee, non intendevo dire quello!» strillò perforandomi un timpano.

«Rilassati Eliza, stavo scherzando.»

Sbatté le ciglia fissando gli occhi sui miei. Mossi le dita, formando dei cerchi invisibili sul suo fianco. «Ho un'idea.»

«Quale?» Lanciò un'occhiata in direzione della mano, ma non mi fermò.

«Facciamo colazione fuori, in una vera e propria pasticceria.»

Soffocò una risata. «Ah, se ti sentisse Dustin...»

Mi irrigidii, doveva pensare sempre ad altri uomini in mia presenza?

«Allora cosa ne pensi?» domandai cercando in tutti i modi di scacciare quel pensiero.

«Va più che bene.»

Alzarmi da quel letto fu la cosa più difficile che avessi mai dovuto fare. Tutto il mio corpo lottava contro quell'opzione.

Andai in bagno per cambiarmi, indossando i miei soliti pantaloni, una t-shirt semplice e portai la giacca di jeans sulle spalle, infine aspettai che Eliza si vestisse. Andai in salotto e afferrai gli occhiali da sole, incastrandoli nel collo della maglietta.

La porta della camera si aprì in quel momento, poco dopo spuntò la chioma mora di Eliza mentre trafficava con la borsetta. «Ti ho lasciato la maglietta sul letto.»

Mostrami l'amore (#2 Nightmares Series)Donde viven las historias. Descúbrelo ahora