18- L'importanza di una parola.

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SETH

Nei giorni passati con Eliza ne avevo viste di cose strane, ma quella sera stavamo esagerando.

La mia pazienza aveva un limite.

Mentre Eliza formava solchi sul pavimento per quanto facesse avanti e indietro in mezzo al mio salotto, io non sapevo se ridere o urlare.

Ero appoggiato alla parete con le braccia incrociate al petto e fissavo la sua figura balzare da una parte all'altra gesticolando in prenda all'agitazione. Il suo telefono non faceva altro che squillare ininterrottamente da minuti interi e io ero davvero vicino ad una crisi di nervi.

«Perché mi sta chiamando? Perché adesso?» sbottò torturandosi i capelli.

«Ripropongo quanto detto un secondo fa: rispondile e lo scopriremo.»

Alzò il mento e mi fissò come se volesse incenerirmi con lo sguardo.

«Piantala, non funzionerà tanto.»

«Posso sempre venire lì e colpirti.»

Scrollai le spalle.

Quel maledetto apparecchio continuava a squillare.

Mi massaggiai le tempie. «D'accordo, basta, ora le rispondi!»

«Non dirmi cosa devo fare, Seth!»

Avevo improvvisamente voglia di sbattere la testa contro un muro.

«Eliza, quel telefono mi sta facendo impazzire!»

«Si stancherà prima o poi di chiamare e... aspetta!» Si azzittì e io mi godetti quel momento di silenzio quando la chiamata si interruppe.

«Visto? Non suona più. Te l'avevo detto che mia madre si sarebbe stancata di chiamarmi.»

Sollevai entrambe le sopracciglia: non ci credevo neanche un po'.

«Perché non ascolti cosa ha da dire e basta? Magari è importante.»

«Non posso.»

«Non è vero.»

«Be', è più corretto dire che non voglio.»

«Ci scommettevo» borbottai.

Il telefono tornò a suonare. Io cacciai un urlo di esasperazione mentre Eliza abbassò gli occhi sul tavolino, dove vi era appoggiato quel maledetto oggetto.

«Eliza, rispondi!»

«Non lo farò: ogni volta che parliamo finiamo per scannarci e ferirci. Non posso semplicemente restare nella mia bolla d'amore?»

Le scoccai una rapida occhiata. «Ma che stai dicendo?»

«Lascia perdere.»

Quella musichetta non la sopportavo più. «Non pensi che potrebbe essere importante, dato che continua a chiamare?»

«Inizio a pensarlo.»

«Meglio tardi che mai.»

Mi dedicò un gentilissimo dito medio.

«Carina.»

Quando nella stanza tornò il silenzio, mi spinsi in avanti staccandomi dalla parete e mi avvicinai a lei. «Senti,» mi sedetti sul divano e la feci sedere di fianco, posando una mano sulla sua. «Qualsiasi cosa voglia questa donna, non l'affronterai da sola. Chiaro?»

«Davvero?» le iridi castane luccicarono.

«Già.» Le accarezzai una guancia e le sorrisi. «Chiama tua madre, ascolta ciò che ti deve dire e di qualsiasi cosa si tratti, l'affronteremo insieme se per te è troppo.»

Mostrami l'amore (#2 Nightmares Series)Where stories live. Discover now