9 - Owe me a favor

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La mattina è il momento della giornata che più odio. Le ragioni sono tante e una di quelle è ad esempio la stanchezza: è inevitabile avere ancora sonno la mattina, specialmente se la sera precedente sei andata a dormire più tardi del solito, perché hai accidentalmente incendiato le tende della tua stanza e per spegnere le fiamme hai allegato tutto il dormitorio. Ma questo è nulla se si tiene conto che sono una Weasley.

Un altro motivo per il mio profondo odio verso la mattina è la colazione, perché dal mio punto di vista, ogni pasto che non include le coscette di pollo, non è degno di essere chiamato tale. Ho provato molte volte a convincere gli elfi domestici, che si occupano delle cucine, di preparare le mie adorate coscette anche di mattina, ma loro si sono rifiutati, perché a quanto dicono devono attenersi allo schema della preside McGranitt. Cosi, mossa dalla disperazione, gli ho minacciati con una baguette trovata sul tavolino e loro mi hanno cacciata fuori. È stato terribile.

Ma in questo momento il motivo della mia negatività è appena entrato dalla porta dell'aula di Difesa contro le Arti Oscure.

«Buongiorno, ragazzi» ci saluta la professoressa Callen. Posa la sua borsa sulla cattedra e si siede compostamente sulla sedia.

Albus si volta verso di me e alza gli occhi al cielo, facendomi ridacchiare. Anche se in realtà c'è ben poco da ridere.

La professoressa Callen è una donna sulla cinquantina, alta più o meno un metro e sessantacinque. I suoi capelli grigi sono sempre raccolti ordinatamente in uno chignon e indossa abiti neri e lunghi, che le donano un'aria ancora più severa di quanto già non abbia. Ha molte rughe in viso, così tante che mi sorge il dubbio che magari abbia mentito sulla sua età. Ciò che intimorisce di più gli studenti però, sono i suoi occhi. Non fraintendetemi, non sono di nessun colore strano, sono solo marroni, ma il modo in cui guarda spesso la gente mette veramente i brividi. Specialmente se ha davanti qualcuno che non sopporta, in questo caso: me e Albus. Per lei ogni scusa è buona per metterci in punizione e non ne capisco il motivo, dato che nessuno di noi due ha mai fatto qualcosa per indispettirla.

«Dunque, quest'oggi parleremo dell'incantesimo Imposium. Qualcuno di voi sa dirmi di cosa si tratta e a cosa serve?» domanda la Callen, incrociando le braccia sulla cattedra.

Questo incantesimo non mi è sconosciuto, ricordo che mia madre mi ha fatto leggere qualche libro al riguardo, perché ci teneva che io arrivassi preparata alla lezione.

Alzo la mano per rispondere alla sua domanda, ma lei mi ignora senza scrupoli.

«Nessuno?» fa sorpassare il suo sguardo su ognuno di noi, fino a soffermarsi su di me. A questo punto qualsiasi persona normale penserebbe che stia per interpellarmi, ma non è così. «Bene, a quanto pare nessuno sa nulla!»

Se solo mia madre sapesse che le sue ripetizioni per avvantaggiarmi con lo studio non sono servite a nulla perché la professoressa mi odia... ci saremmo potute entrambe risparmiare della fatica.

Faccio dei respiri profondi per cercare di mantenere la calma, ma mi risultata abbastanza difficile. Non è la prima volta che si comporta così, ma ho sempre preferito lasciare perdere per non avere ulteriori problemi. Peccato però, che questo atteggiamento stia iniziando a stancarmi e se continua così, ne parlerò con la McGranitt.

Com'è che diceva Draco Malfoy da piccolo?
Mio padre lo verrà a sapere!

Me lo hanno raccontato lui e la mamma durante un pranzo alla Tana e ho trovato la storia molto divertente. Per un periodo non perdevo occasione di sfottere Scorpius chiamandolo furetto. Lui si arrabbiava sempre tanto, facendomi sbellicare dalle risate. Poi un giorno ha iniziato a rivolgersi a me con l'appellativo di Lenticchia e d'allora abbiamo stretto un patto stabilendo che non ci saremmo mai più dati quei soprannomi.

𝓐𝒍𝒍 𝖙𝖍𝖎𝒔 𝐓𝖎𝔪𝖊 | ScoroseWhere stories live. Discover now