Chapter NINE.

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Vago per il castello, incredibilmente scocciata da tutto questo, con l'unica compagnia del pollo nel secchiello.
Perfino da qui, si sentono le urla e gli schiamazzi del campo di Quidditch.

Se ci penso ancora, impazzisco seduta stante.
Decido di andare a far controllare questo dannato braccio da Madama Chips.

Possibile che in un mondo pieno di magie e incantesimi ci voglia così tanto tempo per mettere un braccio a posto? A saperlo prima, sarei andata in un ospedale babbano. Almeno l'attesa sarebbe stata giustificata, e non avrei dovuto subire questa deprimente giornata.

"Beva quest'ultima dose prescritta, e tra un paio d'ore potrà togliere la fasciatura, signorina Weasley."
Madama Chips mi fa praticamente trangugiare di forza quel dannato, orrendo sciroppo di un giallo abbastanza ambiguo, che spero di non dover vedere mai più in tutta la mia vita. Lo bevo tutto d'un fiato, trattenendo a stento i conati.

Nel frattempo, bussano alla porta dell'infermeria e, appena la testa di Albus fa capolino, Madama Chips sbuffa sonoramente e la capisco.

Non fa neanche in tempo a dire 'Non più di quattro per volta', che tutto il Clan, compreso Jamie, prende d'assalto l'infermeria neanche stessi morendo dissanguata.
A nulla valgono le proteste di Madama Chips, che scuote il capo, rassegnata ormai da anni, e che lascia la stanza imprecando sotto voce.

"Sei venuto a gongolare, brutta Serpe.. Dici la verità."
Devo trattenere a stento un sorriso, perché Albus lo sa che non riesco ad essere incazzata con lui per più di dieci minuti.

Ma mi basta guardare Malfoy, per riuscire a mantenere un contegno irritato. È tutta colpa sua. Stupido belloccio idiota.
Guarda il mio braccio fasciato con un'espressione indecifrabile. Non potrò mai perdonargli, molto probabilmente, di essere il responsabile della mia assenza alla partita di oggi.
Se non avesse fatto in modo che io lo rincorressi e che, come una babbea patentata, cadessi e mi rompessi il braccio, avrei potuto giocare. E quel boccino l'avrei preso io, questo è poco ma sicuro.

"After party nei sotterranei per farmi perdonare?" azzarda quella serpe di mio cugino, implorante.
"Mi sembra il minimo." sbuffo io.

L'espressione sul volto di Malfoy è passata da indecifrabile a malefica e ghignante in 0,2 secondi.
Merlino santissimo. Aiutami.

"Okay allora tutti nei sotterranei, questa sera!" Lily batte le mani e si attacca al braccio di Lysander, con cui scambia un'occhiata veloce ma eloquente.

Ma prima che Albus possa specificare che l'invito non è rivolto a tutti, e oppure soffermarsi su Lysander e Lily e chiedere spiegazione, questi si dileguano dietro la piccola Potter, ugualmente estasiati.

"Il karma sta cominciando a girare." dico io, con un ghigno che potrebbe tranquillamente collocarsi al di sopra di quelli di Malfoy.





*****




Hugo mi ucciderà.
Oppure troverà il modo di farmela pagare molto lentamente e molto dolorosamente.

Sono in ritardo fottuto.
Maledette Serpi, e i loro cori da stadio, le loro folle agli ingressi, e la loro smania di esagerare.
Dannazione, hanno vinto una partita, non il campionato, tantomeno la Coppa delle Case.

E ho anche i miei seri dubbi sulla vittoria meritata, dal momento che Rose era impossibilitata a giocare.

Ma non è questo il momento di pensare al Quidditch e alle strategie. Piuttosto, devo pensare a salire queste benedette scale il più velocemente possibile, oppure Hugo Weasley - amatissimo, maniaco dell'ordine e della puntualità, un po' isterico cuginetto - mi farà a pezzi nella Stanza delle Necessità, e farà in modo di far sparire il mio corpo con l'aiuto di quelle quattro mura.

E io sono troppo giovane, troppo intelligente, talentuosa e magnifica per fare una fine del genere.

Già, meglio finirla andando a sbattere violentemente contro qualcuno e finire con le chiappe a terra, imprecando Merlino, Morgana e i quattro fondatori.

"Dannazione, Weasley! Non potresti guardarti attorno, quando cammini?"

Sono ancora a terra, massaggiandomi il polso che ha attutito la caduta e che, molto probabilmente, mi farà passare la nottata nel letto che Rose ha finito di occupare in infermeria.

Quando alzo lo sguardo per replicare a quell'idiota che ha osato parlarmi in questo modo, rimango colpita dal fatto che a venirmi addosso con la delicatezza di un elefante in tutù non è stato un buzzurro qualunque.

Grace MacMillan tende la sua mano, per aiutarmi a rialzarmi.


Heaven can wait... We're only watching the Sky!Where stories live. Discover now