Chapter EIGHTEENTH

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Rose

"Insomma, volete darmi una mano?!"

Roxanne è disperata. Ed io non avrei mai pensato di vederla in questo stato.
Non per una ragazza.

"Rox… Datti una calmata. È soltanto una pass.."

"Una calmata!??? Rose mi stai dicendo di stare calma?? Lo sai che è controproducente dire di stare calma a una persona che non lo è affatto?!"

Quando mette le mani sui fianchi, mi ricorda nonna Molly. E, di solito, non promette niente di buono.

"Ti dico di stare calma, perché tu sei pazzesca anche se indossi un paio di jeans, insomma…" getto un'occhiata eloquente a tutti questi vestiti sparsi a terra che l'uragano Rox ha provocato "Respira profondamente… brava.. E ora… Vai a finire di prepararti in bagno. Qui ci pensiamo noi."

Lei annuisce e, afferrato l'accappatoio, sparisce dietro la porta del bagno.

Quando mi giro per raccogliere un vestito che potrebbe andare bene per Rox e per il suo 'appuntamento', Lyanna mi sta fissando attentamente.

"Smettila di fissarmi così." sbotto, facendo finta di lisciare pieghe inesistenti su questo vestito.

"Così come?" domanda lei, innocentemente.

"Come se stessi cercando di farmi sputare il rospo."

"Beh, è quello che sto cercando di fare, per cui…"

Sbuffo, alzando gli occhi al cielo, e mi butto sul letto accanto a lei. "Sei impossibile.." le dico.

"Lo so… Mi vuoi bene per questo."  continua a mangiare patatine, mentre sorride furbescamente.

Mi siedo a gambe incrociate, di fronte a lei, e prendo un bel respiro.
Tutto ciò è ridicolo. Io, sono ridicola ai limiti del possibile.
Come se già non avessi fatto figure di merda, oppure calpestato volontariamente il mio ego tante di quelle volte che basta per questa vita e la prossima.

Ma gli occhi della mia migliore amica - quegli occhi impassibili per la maggior parte del mondo - non vogliono né bramano un giudizio.
Aspettano solo che apra il mio cuore, per sostenerlo semmai dovesse essercene necessità.

"Comincio io?" sorride dolcemente.

Annuisco, e le faccio cenno di cominciare, anche se ho come la sensazione di sapere già quello che sta per dire.



Lyanna

"Capisci, dunque, che il problema è enorme…"

"… innamorarsi di qualcuno non è un problema enorme, Ly."

" se quel qualcuno è Albus Potter, lo è. È un cazzo di problema gigantesco."

Rose alza gli occhi al cielo, poi sorride. Uno di quei sorrisi pericolosi, ed io mi rendo conto di avergliene servita l'occasione su un piatto d'argento: non ho negato di essere innamorata di Albus Potter.

Dannata Me!

"Beh, se la metti in questo modo, non posso darti tutti i torti, ma… è davvero così terribile?"

Lo è?
Forse, eppure… non mi sono mai sentita così viva, in tutta la mia piatta esistenza, come nei momenti in cui lui è nei paraggi.

Ma comunque, lui è Potter. Insomma non c'è bisogno che io argomenti più di così.
Lo so io, lo sa la maggior parte della popolazione femminile di questo castello.

E ne ho avuto la prova un paio di giorni fa, dentro quell'aula vuota di Difesa contro le arti oscure.

Non avrei mai pensato che il mio mondo fatto di niente potesse fare tanto rumore, crollando e spaccandosi in mille pezzi.
E il fatto che io abbia proclamato, a lui e a me stessa, che non me ne frega un accidente… non cambia assolutamente nulla.

Perché i suoi occhi imploranti mi perseguitano nei sogni, i suoi baci li sento ancora sulle labbra non appena il pensiero mi sfiora anche solo per sbaglio…

"è colpa mia.." dice Rose, tutt'a un tratto "non avrei dovuto dirgli di stare alla larga da te, e tutto il resto… magari, se non l'avessi fatto, avrebbe realizzato.."

"Non essere sciocca, Rose. Non c'è nessuna colpa da attribuire a nessuno. Alcune consapevolezze, avrei dovuto tenerle presenti.."

L'unico contatto che si concede di chiedere è quello di stringermi la mano, con la sua discreta attenzione per i miei limiti, che ho lasciato che valicasse un sacco di volte, ma dei quali ha sempre e comunque avuto rispetto.

"Ora basta parlare di me.." raddrizzo le spalle, perché è ora di darsi un tono. Ho già perso un bel po' di ego e di dignità, per oggi.





Rose


Il suo ghigno si allarga pericolosamente.
E io… non avrei dovuto dirlo. No. Non avrei dovuto proprio dirlo.

"Cioè tu mi stai dicendo che, se fossimo arrivati pochi secondi prima, ti avrei vista baciare Scorpius?"

Non aspetta che risponda veramente a questa domanda. Inoltre, mi rifiuto di ripetere un'altra volta quello che è successo.

Perché è una vera tragedia: non il lasciarsi andare - sebbene abbia constatato a mie spese a che cosa questo possa portare - ma farlo con Scorpius Malfoy.

"Okay… quindi, ricapitolando: 23 dicembre, è successo quello che è successo, l'adrenalina e tutto il resto… e adesso?"

La mia migliore amica è una stronza perspicace.

Adesso? Voglio davvero sapere che cosa si cela dietro questo punto interrogativo?

"Adesso…." se ci penso… Sentirmi strana, vorrebbe dire un eufemismo.

Se penso alla sensazione che ho provato in quel momento in cui tutte le terminazioni nervose sembravano concentrate in quell'unico punto, in quell'unica azione….

"Adesso niente, Ly… Non ho neanche cominciato per bene, e ne ho già avuto abbastanza di queste questioni."

Lyanna scuote la testa contrariata. "Sei veramente una zuccona."

"Da che pulpito!" esclamo, lanciandole contro il cuscino.

Ma prima che lei possa contrattaccare, scatenando una delle nostre epiche battaglie, un urlo proveniente dal bagno ci fa sobbalzare.

"Io ci rinuncio!" ruggisce Roxanne, le mani che stringono il marmo del lavabo come se potessero spaccarlo da un momento all'altro "Non ci riesco. Non mi truccherò mai. E poi, credo proprio che mi stia venendo un attacco di panico. Il che è ridicolo, se ci pensate, cioè io, Roxanne Angelina Weasley, sto avendo un attacco di panico per cosa?"

Io e Lyanna ci scambiamo un'occhiata abbastanza preoccupata.

"Okay, ragazza. Adesso basta!"

Dominique compare sulla porta, con la borsa dei suoi trucchi sotto un braccio, e nell'altra mano un po' di vestiti che io, onestamente, non avevo neanche calcolato perché, in fondo, sono abbastanza pateticamente negata di mio per queste cose.

"Respira profondamente, e rilassati. Ci penso io qui!"

Nessuno, ovviamente, si sogna di obiettare a un tale dictat.

Heaven can wait... We're only watching the Sky!Where stories live. Discover now