Chapter TWENTIETH

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Rose

"Puoi uscire allo scoperto, via libera.""

Alle parole di Scorpius, con un colpo di bacchetta  annullo l'incantesimo di disillusione che mi ero scagliata addosso in fretta e furia quando ho sentito i passi da gorilla del mio migliore amico dal corridoio. Impossibile non riconoscere la sua grazia da elefante appena entrato in una cristalleria.

Che io sia mezza nuda di fronte a Scorpius Malfoy, in una stanza che si trova diversi piani più giù rispetto al mio abituale luogo di tempo libero, e che lo sia perché è successo ciò che è, sì insomma... Successo...

Ecco, la consapevolezza di ciò - che non mi è nuova perché comunque sono scesa quaggiù sulle mie gambe e con un obiettivo - mi investe nuovamente in tutta la sua portata.

"Non conosce la privacy e il bussare alle porte, oppure siete due amanti spassionati che non ne hanno bisogno..?"

Mi siedo sul letto, cercando di smorzare con l'ironia e col pretesto di rivestirmi questa sensazione strana e inopportuna di farmi più vicina a lui, che mi accompagna da un po'. Da prima che venissi quaggiù, in questo sabato pomeriggio di fine inverno in cui ho deciso di varcare un cosiddetto limite con me stessa.

Definirlo amore, quel che abbiamo fatto, mi sembra eccessivo. Eppure, anche definirla una semplice scopata, suona sbagliato.

È proprio la mia incapacità di definire, di inquadrare e di inquadrarmi in tutto ciò, che mi provoca un brivido lungo la schiena decisamente non dovuto al freddo.

Un brivido che si intensifica, soprattutto adesso che lui mi sta scrutando, divertito dalla mia battuta, divertimento che nasconde una certa intensità nello sguardo, anche questa difficile da identificare.

Che sia di una bellezza quasi disarmante anche così, anche da sfatto e in disordine, non fa per niente bene, né al mio ego, né ai miei ormoni in generale.

"Non essere gelosa, Weasley." allunga una mano, con fare casuale, e altrettanto casualmente - ma io lo so che non lo è - accarezza la mia gamba.
A stento, riesco a reprimere il fremito che mi provoca questo gesto così semplice.

Miseriaccia!

"Cosa c'è?"

La sfumatura di preoccupazione nel tono della sua voce mi sorprende al punto che non posso fare a meno di rivolgere di nuovo la mia attenzione a lui.

"Stai bene? Ho fatto qualcosa che..?" si mette a sedersi, facendosi più vicino

"No!" mi affretto a rispondere "Tu non hai... È stato bellissimo, Scorpius."

"E allora... Cosa c'è che non va?"

Lo chiede con tanta di quella sincerità, tanto di quel genuino interesse, che non me la sento proprio di tenermi questa maschera addosso.
Non dopo quello che ha fatto per me, non dopo che accettato la mia proposta quasi senza battere ciglio.

"È che non... Io non so più in cosa credere. Ti capita mai che ti manchi la terra sotto i piedi perché non conosci più qual è il percorso che hai intrapreso, neppure se ti guardi indietro per vedere da dove hai cominciato...?"

Mi aspetto che mi guardi come se fossi un cane a tre teste, oppure che cominci a prendermi in giro, e invece non lo fa.

"Continuamente. Mi capita continuamente." ammette, e sembra costargli uno sforzo grandissimo.

Non so perché, ma continuo a parlare, come se lui fosse un amico di una vita.
Ed è facile, parlare con lui in questo modo. Facile, quasi naturale

"Non sono più sicura di niente, nemmeno di quello che voglio fare dopo il diploma. Ho sempre avuto chiara ogni cosa. Non sotto controllo, ma perlomeno chiara, leggibile. Ma... Da quando è successa... Sì, lo sai... Quella cosa... È come se tutto fosse diventato più sfocato, e io avessi perso la capacità di renderlo nitido. E anche questo... Io e te... È sempre stato chiaro, quale fosse il confine. Paradossalmente, è sempre stata una sicurezza poter contare sul fastidio che mi provochi..."

Mi giro per guardarlo, e vedo che sorride, non appena menziono con qualche parola quelli che sono stati anni e anni di cordiale - a volte non proprio - antipatia.

Aspetto ancora che mi dia della pazza, che si allontani da me e da questi che sembrano veri e propri deliri di una forsennata.

E invece, ancora una volta, mi stupisce. Sì volta anche lui, guardandomi con quelli che, per un attimo, sembrano due occhi senza tempo.

"Rose... Quello che è successo... Non intaccherà il nostro rapporto, a meno che non sia tu a permettergli di intaccarlo. Continueremo a detestarci, a lanciarci malefici potenzialmente invalidanti magari. Quello che è successo, Merlino solo sa quanto è stato bello. Se dovesse succedere di nuovo, sarà solo se lo vorrai, se lo vorremmo. Ma non deve farti dubitare di quello che sei."

Lo ascolto in religioso silenzio, quasi rapita dalle sue parole.
Un silenzio che deve protrarsi per un po', perché a un certo punto lui esclama "Dài... Lanciami uno schiantesimo, così potrai sentirti un po' meglio!"
Sorride ancora, passandosi una mano tra i capelli biondi, e guardandomi intensamente.

Mi alzo, mettendomi di fronte a lui, che osserva incantato quasi ogni mio movimento.
Tolgo la camicia che avevo cominciato ad infilare, e sciolgo di nuovo i capelli.
"Terrò questo suggerimento per dopo." dico, prima di poggiare di nuovo le labbra sulle sue.

Le sue mani mi trascinano a cavalcioni su di lui, che mi accarezza la schiena, poi i fianchi, le cosce, poi risale fino a prendermi il viso tra le mani.

Per un attimo, o forse di più, tutte le nostre 'premesse' scompaiono.





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Questa è stata la parte che ci ha messo di più a venir fuori.
Ho scritto questo capitolo con il cuore in mano, decidendo di mettere un po' del mio stato d'animo in Rose. Sebbene lei abbia più spirito e più spina dorsale della sottoscritta, mi sono concessa questa piccola vanità.

Spero, come al solito, che vi piaccia, e che possa essere alla vostra altezza!

Sempre Vostra,

_mezzosangue3107

Heaven can wait... We're only watching the Sky!Where stories live. Discover now