Chapter TWENTY-FIRST

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Rose


Chi l'avrebbe mai detto che Teddy Lupin mi avrebbe salvata dal mercoledì sera e da interrogativi scomodi?

Non fraintendetemi.
Il problema non risiede nel fatto che le mie migliori amiche aspettino delle risposte e mi guardino come se stessi per esplodere da un momento all'altro.

Il problema sta nel fatto che la vocina nella mia testa, la mia coscienza, insomma quello che è... Mi guardi allo stesso modo, aspettandosi giustamente delle risposte che evito di darle da giorni.

Ho raccontato loro tutto ciò che è successo quel sabato pomeriggio.
Ogni cosa. Perfino dell'interruzione molesta di Albus Potter - Lyanna era molto interessata al colore della nostra divisa al solo sentirlo nominare, lo stesso colore da sette anni, chissà cosa ci ha visto quel giorno di particolare -

Ricordo l'incredulità, a ragion veduta, di Dominique, sebbene fosse appunto, solo incredulità, dovuta a tutte quelle premesse che segnano i momenti in cui Scorpius Malfoy e la sottoscritta interagiscono o hanno, in passato, interagito.
Incredulità, scevra però di qualsiasi giudizio: ne diventi immune, e ti immunizzi dal loro utilizzo, quando ne vedi gli effetti sulla tua vita, come è successo, e succede a Dominique.

Lyanna invece - a parte la digressione su Albus Potter - è rimasta ad ascoltare, in silenzio, per tutto il tempo, la sua solita espressione impassibile - che io conosco bene, e che tanto impassibile non lo è mai -
D'altronde, è a lei che lo avevo detto ancor prima di farlo davvero e, né prima, né dopo, ha espresso giudizio di alcun tipo.

Mi ha aiutata, semplicemente, a considerare il quadro generale, con una lucidità e un'oggettività che di solito possiedo di mio ma che, in quel caso, avevo necessità che mi fossero suggerite da qualcun altro.
È questo, che la rende speciale, ai miei occhi: mi sprona ad essere la versione migliore di me stessa, anche in procinto di fare una cazzata perché, come dice lei, "in ogni caso, o si fanno le cose per bene, o non si fanno per niente".

Comunque, so che cosa vogliono sapere, sebbene non abbiano ancora spiccicato parola.

Vogliono sapere che cosa succede dentro di me, dopo quello che è successo.
Se è tutto okay, tutto come prima, oppure… se è cambiato qualcosa. Se, anche inconsapevolmente, sto lasciandomi coinvolgere da ciò.
Se ci penso, da allora, a come mi sono sentita al suo tocco, alle sue labbra, ai suoi occhi che mi hanno accarezzata, capita, senza alcun velo.

Se ci penso, al fatto che, per la prima volta in tutta la mia vita, era come se mi guardassi allo specchio riconoscendomi in ogni dettaglio e nell'insieme. Come mai prima d'ora.

"Non sta succedendo niente." ripeto, per l'ennesima volta.

Anche perché devo ritornare con i piedi per terra. Non posso lasciarmi prendere dalle fantasie, da cose che, con ogni buona probabilità, sto solamente immaginando, e quindi vivono solo nella mia testa.
Non posso permettermi di leggere tra le righe: ho già perso troppo, del mio orgoglio, quest'anno. Almeno un po' di dignità vorrei preservarla.

La porta della stanza si apre all'improvviso, e Albus compare sulla porta.

C'è un attimo di silenzio, in cui io e Dominique ci guardiamo molto eloquentemente, pensando forse la stessa cosa, e cioè: siamo di troppo.

"Tutto questo è contro il regolamento." si limita a dire Lyanna. Piega la testa di lato, leggermente, assumendo quel portamento altero e incurante che, di solito, la contraddistingue.

Albus deglutisce a fatica, come se il solo guardarla senza perdere almeno un paio di battiti gli costasse uno sforzo erculeo.

"Già, ehm… Le scale malefiche hanno… tentato di farmi rompere l'osso del collo sì.. Ecco…"

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