Chapter TWENTY-THIRD

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Rose

"Non aspettiamo Luc- ahi!! Ma sei matta!?" Hugo lancia un grido decisamente molesto per i miei gusti e anche per i suoi standard.

"Io non ho fatto niente." replica tranquilla Lily, accusata da mio fratello con una tragicità da dramma dell'antichità.

Non posso fare a meno di sorridere, sebbene io abbia visto perfettamente che Lily gli abbia mollato un calcio abbastanza vigoroso negli stinchi.

Del perché non dobbiamo aspettare Lucy, che di solito è sempre puntuale, anzi sempre in anticipo, non ci è dato saperlo. E, a giudicare dalla 'risposta' di Lily, non dobbiamo neanche farci caso.
Chi sono io, d'altronde, per chiederglielo? Se una come Lucy fa ritardo o scompare per un po', è perché ha qualcosa di più importante da fare al 99.9% dei casi.

Ed è quello che dico anche a mio fratello. Che finalmente tace, anche se non fa tacere quel broncio che ha messo su.

Nel frattempo, Teddy, qui accanto a me, approfittando di questi pochi, rarissimi secondi si silenzio, si schiarisce la voce per cominciare a parlare.

"Vi starete chiedendo perché vi ho chiamati qui per parlare, con fare così urgente…"

Un mormorio di assenso si leva dai presenti, e Teddy alza gli occhi al cielo vedendo le loro facce stanche: d'altronde sono le dieci di sera di mercoledì sera, dopo una giornata intensa che si chiude poco prima che se ne apra un'altra più intensa della precedente. Questo punto del semestre è sempre il più critico.

"Bene, allora andrò subito al punto. Così potrete andare a dormire, gioventù bruciata!"

Si schiarisce di nuovo la voce, e i suoi capelli cambiano improvvisamente colore, diventando di un giallo canarino molto acceso: succede sempre quand'è nervoso o sta sulle spine per qualcosa.

Ma non ci faccio caso più di tanto: sono altri, i capelli che sto guardando in questo momento. Un altro viso, un altro paio di occhi, altre braccia. Un'altra, la bocca che sto guardando, e che adesso è piegata in un piccolo sorriso.
Rivolto a me.

Perché Scorpius mi stava già guardando. E la sorpresa nello scoprire che la mia volontà non è più quella di un tempo - quella di schiantarlo per punirlo della sua audacia - scoprire che mi piace che sia lui a guardarmi, è più forte della sorpresa che dovrei avere dopo che Teddy ha pronunciato queste esatte parole 'Io e Victoire ci sposiamo'.

In mezzo al chiasso, al frastuono di applausi e fischi di approvazione, la sorpresa di aver scoperto questo lato di me stessa eclissa tutto il resto.
E dovrei esserne preoccupata: dovrei fuggire a gambe levate dalle sensazioni, dai sentimenti che non mi hanno portato a nulla di buono ultimamente, che mi hanno ingannato.
Mi sono lasciata ingannare da me stessa.

Per questo, dovrei avere paura.

Ma non succede. Non in questo momento, in cui lui si avvicina e, all'orecchio, mi sussurra 'Abbiamo un regolamento da definire'.

*****


"Quindi, quando stavo cercando il kit di manutenzione per le scope, quel giorno…"

La faccia di Albus esprime sofferenza allo stato puro. Ma perché il mio migliore amico è un idiota così palese e totale. Vorrei poter dare la colpa a Lyanna, di questa sua idiozia: insomma, lo sappiamo tutti che i maschi, quando si tratta di queste cose, accrescono la loro idiozia a livello esponenziale.

Ma non si può: Albus è un idiota da quando ho memoria. Gli voglio un bene dell'anima, ma rimane comunque un idiota.

"Al… se lo ripeti un'altra volta, ti uccido."

"… e quel pezzo di merda non mi ha detto niente… "

"Guarda la tua reazione: puoi biasimarlo, Potter?"

È difficile prendere sul serio lo sbuffo contrariato di Lyanna, ora che non riesce a mantenersi contrariata neanche due minuti di fila.

Quello che non è difficile da prendere sul serio è ciò che avviene davanti ai miei occhi, proprio in questi istanti: Lyanna è seduta a gambe incrociate proprio davanti ad Albus, a cui da le spalle, e lui non sembra minimamente scomposto dalla mancanza di spazio, e dalla scomodità della sua posizione.
Anzi, sembra che non abbia mai sperimentato una comodità così comoda come quella del suo mento poggiato sulla spalla della mia migliore amica.

Dovrei distogliere lo sguardo, ma è inevitabile guardarli: è il duo caotico di cui non sapevo di aver bisogno, e adesso, a distanza di mesi, posso dire senza vergognarmene, di essermi sbagliata, nei loro riguardi. Specie nei confronti di Albus.

"In realtà, sono stata io a dirglielo, di non dire niente a nessuno." confesso, perché l'ultimo cosa che voglio è che Albus faccia una scenata da regina del dramma con Scorpius riguardo a questa cosa.

"E adesso?" chiede, e giustamente direi.

Adesso? Adesso non so che cosa fare.

"Adesso la lasciamo da sola con Scorpius." annuncia Lyanna, guardando alle mie spalle.

Non appena mi giro, infatti, Scorpius Malfoy cammina verso di noi, con quel suo fare casuale, tranquillo, che però non puoi fare a meno di notare.
Ha la divisa da Quidditch, e la Firebolt a portata di mano, eppure questa non è la direzione che solitamente si percorre per andare al campo di Quidditch. Insomma: il campo si trova dall'altra parte del castello.
Ma lui si dirige comunque verso di noi, ed io constato, con un po' di fottutissima paura, che il mio cuore ha deciso di perdere un paio di battiti, non per i suoi capelli al vento, non per il suo fisico fasciato alla perfezione da quella divisa, oppure per altri dettagli superficiali: ma perché è lui, a camminare verso di noi, verso di me. Lui, e non qualcun altro, perché, se fosse qualcun altro, probabilmente non starei così.

E invece sto così, perché è lui. E io sono consapevole di questo. E sono, per questo e quindi per autodefinizione, una cretina irrecuperabile.

"Allora noi… Andiamo." Lyanna si alza in un baleno dal prato fresco, esortando Albus a seguirla "Forza, Potter, non costringermi a tirarti ogni volta."

Infatti, la storia si ripete, perché Albus, in questo momento, anche se si è alzato, e ha preso la mano di Lyanna - particolare decisamente nuovo - sembra essere sul punto di dire qualcosa.
Ma poi sorride a Scorpius e, dopo qualche istante, va via assieme a Lyanna.

"Tra un'ora al campo, non fare tardi e non perderti. Se succede, Thompson, ti riterrò responsabile." dice Scorpius, prima di rivolgersi a me.

"Ciao." mi tende la mano, aiutandomi a sollevarmi.

"Ciao." rispondo, guardando in tutte le direzioni che nella sua, sempre per quella questione accennata prima, cioè che sono una cretina irrecuperabile.

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