Chapter NINETEENTH

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Hugo


Vorrei poter dire che sto saltando una lezione - eclatante, lo so, se si tratta di me, Hugo Weasley - perché sto spassandomela allegramente, che sia con qualcuno o meno.

E probabilmente è quello che in molti si aspetterebbero da un ragazzo di quindici, quasi sedici, anni che si possa definire nella "norma": un certo disprezzo per le regole, un po' di atipicità che poi in realtà è uguale a tutto il resto...

Ma io non è che possa definirmi nella "norma". E non soltanto per i nomi che porto. Ma proprio per la 'retta via' che mi sono sempre prefissato di seguire.

Una retta via che non comprendeva certo il saltare consapevolmente una lezione di Storia della Magia - sebbene nessuno, nemmeno io, consideri una grande perdita una lezione con Rüf -

Eppure sono qui, con qualche pagina di appunti in meno che dovrò recuperare poi, in piedi, di fronte a questa enorme tela.

"Non capisco come ci sia arrivata qui." dico, senza staccare gli occhi dalla tela di fronte a me.

"Ha importanza?"

Emma, come al solito ormai, si trova accanto a me.

All'inizio, quando mi ritrovavo a deviare i miei ordinari percorsi verso questa sala, pensavo veramente di farlo per me. Per stare da solo, soprattutto per cercare di capire cos'è che mi portava a quel deviare ogni percorso, e perché farlo per venire qui

E quando aprivo la porta, e la trovavo già qui, oppure quando arrivava pochi secondi dopo di me come se sapesse di trovarmi lì…

Con decisamente non poco timore mi sono reso conto che non è soltanto per me, che scendo fino a qui.
E mi sono reso conto, anche, che mi riesce difficile tornare a guardare tutto il resto senza essere pervaso dalla noia e dalla mancanza di scopo, dopo che sono rimasto a guardarla per un po'.

Riesco a distogliere lo sguardo da tutte queste opere d'arte, soltanto perché so di poterlo rivolgere a lei.

E questo mi spaventa a morte, eppure… Non riesco a fare a meno di camminare in questa direzione.

Come quel sublime, di cui parlavano i romantici…

"No… Credo… Credo non abbia molta importanza." le sorrido.

"Tieni…"

Mi porge una tela di dimensioni abbastanza contenute. "Apri.." mi esorta, non appena vede l'interrogativo inespresso dipingersi sul mio volto.

Quando scopro cosa si trova dietro la carta regalo, non so veramente cosa dire.

"È … ?"

"Sei tu… Mi piace così tanto, quando ti perdi a contemplare tutto questo, io… pensavo di non poter mai incontrare qualcuno che potesse esserne ancora capace…"

Alzo lo sguardo da questo ritratto, e rimango, ancora, senza parole.

"Non c'è bisogno che tu dica qualcosa, Hugo, non c'è…"

Con la tela ancora in mano, mi protendo verso di lei, e le do un bacio.

Quando riapro gli occhi, incontrando i suoi sotto quelle lunghe ciglia bionde, mi sento come… Come se avessi appena preso un respiro profondo, dopo un periodo pressoché indefinito di apnea.

Heaven can wait... We're only watching the Sky!Where stories live. Discover now