Epilogue - PART ONE

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Lily

"In tutta sincerità, mi aspettavo una bolgia." commenta Rose, comodamente appoggiata al petto di Scorpius, che non sembra minimamente scalfito da tutto il resto.

"Weasley, così mi offendi. Cos'è che diciamo da anni a questa parte ormai?" Wilfred pare fintamente corrucciato.

"Meglio pochi ma buoni." ripetono all'unisono.

"Quindi più alcol per tutti!" riprende Will, dando una pacca sulla spalla a mio fratello "Così, questo bel giovanotto, lo faremo entrare nei diciotto anni con stile. Vero, Albie?"

"Non chiamarmi mai più in questo modo, pezzo di idiota." sbotta Albie, ma comunque sorride, perché è impossibile restare per più di cinque secondi arrabbiati con Wilfred Nott.

Ma il motivo più plausibile è che Lyanna sia appena entrata in salone.

Se mai dovessi cominciare a comportarmi così con Lysander, vi prego: fracassatemi il cranio.

Fred

"Secondo me è un idea stupida."

"Secondo me, quello stupido sei tu."

"James.."

"Fred.."

Cerco di infondere nel mio sguardo tutto lo scetticismo che provo nei confronti di questa idea, che è appunto un'idea stupida, come quasi tutte quelle di James. Perché d'altronde lo sappiamo entrambi che tra i due, quello con le idee brillanti sono io.

I suoi occhi color nocciola - color di merda, dice Lily, mica lo dico io - mi scrutano di rimando.

"Spiegami perché è un'idea stupida." domanda, incrociando le braccia e dando le spalle al bancone del piano bar.

"Il fatto che tu me lo chieda, la dice lunga." rispondo io. Alza gli occhi al cielo, e fa per andarsene, ma lo afferro per un braccio.

"Okay okay.. La smetto."

"Avanti.."

"È un'idea stupida, primo perché siete ancora giovani, insomma... non siamo mica nel 1947, fratello."

Continua a guardarmi, e stavolta quello scettico è lui. Il che mi incita a continuare "Secondo... Perché tu hai già capito qual è il tuo posto nel mondo, e hai già in mano un po' della tua vita. Lei no. Lei ha appena concluso un percorso, e deve capire quale altro intraprendere. E ci sarai tu, nella sua vita. Lo so. Ma fai in modo di esserci senza ostacolarle una scelta che merita di fare."

Sbuffa, in preda alla frustrazione. Lo so, a volte mi stupisco anch'io della mia saggezza proveniente da chissà dove.

"Ti detesto, quando fai il diplomatico."

"Quando ho ragione.." lo correggo, sorridendo amabilmente e dandogli una pacca sulla spalla.

"Se Fred ha ragione su qualcosa, allora la fine del mondo è vicina."

Roxanne sbuca da chissà dove, dietro il piano bar a riempirsi un bicchiere. Alzo gli occhi al cielo, totalmente indignato dal suo prendersi gioco di me, il suo fratellone mitico, unico e inimitabile.

"Credo proprio che Roxanne abbia ragione, sai Freddie?" non faccio in tempo a replicare, che quell'idiota del mio migliore amico sta già scomparendo in mezzo agli altri.

Torno al mio bicchiere e a guardare mia sorella con tutto il disappunto di cui sono capace. "Hai vanificato i miei sforzi!" borbotto, tracciando con un dito i cerchi del bicchiere.

Lei alza gli occhi al cielo a sua volta, e per un attimo penso a quanto siamo diversi, eppure così simili.

"Mi domando com'è che non ci abbia provato prima, dal momento che, a quanto pare, bastava un po' di sarcasmo."

La liquido con un gesto della mano, ma lei continua imperterrita. "Con tutto quello che hanno passato, le persone contro il giudizio le quali hanno dovuto combattere, secondo te credi che a Dominique importi qualcosa? Se James vuole chiederle di sposarlo, che lo faccia. Non è un idiota totale, e lei non è una giovane donzella in pericolo."

"Ti detesto, quando fai la diplomatica." le rispondo, parafrasando proprio James.

"Cattive influenze." mi fa l'occhiolino "Andrà tutto bene, non temere per loro."

Anche lei si dilegua, e io la osservo fino a che non va a sedersi accanto a Grace.

Forse ha ragione. Forse non dovrei preoccuparmi. E forse dovrei cominciare a credere che non sono tutti come me, che aspettare, scappare, rifugiarsi in se stessi a lungo termine non è mai una buona soluzione.

L'ho sempre fatto. Mi sono sempre concentrato sul rifugiarmi in me stesso, sul costruirmi una barriera di risate, scherzi e ironie, per non dover fare i conti con qualcosa che non mi è mai interessato di conoscere.

Ma forse sono solo un cretino che pensa e ripensa perché l'alcol sta cominciando a fare il suo effetto.

Mi giro, per lasciare il bicchiere mezzo pieno sul bancone. Ma la traiettoria che avrei dovuto percorrere per farlo non è affatto libera, e infatti il bicchiere finisce in frantumi, e l'Ogden rimasto mi ha inondato la camicia.

"Dannazione!" borbotto tra i denti. Alzo lo sguardo, pronto ad insultare pesantemente l'idiota che mi è venuto addosso.

Ma non è affatto un idiota. O meglio. Lo è, forse, ma non ho mai visto un'idiota così affascinante in tutta la mia vita.

"Stai sanguinando." dice, e afferra la mia mano, la quale, me ne accorgo solo ora, era finita per poggiarsi sul bancone sul vetro in frantumi.

"Oh. Sì, io... Sto sanguinando..." mi ritrovo a ripetere, completamente inebetito.

Ci guardiamo per un attimo negli occhi, e osservo, sempre inebetito, ogni suo movimento. Si sporge in avanti, posa una mano sulla mia giacca, e sfila il fazzoletto dal taschino, per avvolgerlo attorno alla mia mano che sanguina ancora.

"Ho bisogno di qualcosa per disinfettarla." mormora, stringendo per bene il bendaggio improvvisato.

"Oh, tranquilla... Posso farlo.."

"Lascia che rimedi al pasticcio che ho causato." replica, sorridendo leggermente.

Si allontana, mentre io rimango fermo a contemplarla, preso evidentemente da una nuova, irrecuperabile idiozia.

"Andiamo.." mi richiama.

Ed io mi ritrovo a seguirla, come se non avessi altra scelta che questa, nonostante non sappia neanche il suo nome.

Heaven can wait... We're only watching the Sky!Where stories live. Discover now