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-"Scusami, non ti ave-" alzai lo sguardo e non potei fare altro che indietreggiare, ritrovandomi a pochi millimentri dalla faccia di Jungkook che mi guardava accigliato.

-"Non dovresti farti trattare come un
ragazzo, mi viene da ridere" dice con un ghigno. Sento improvvisamente un leggero bruciore agli occhi, come avevo potuto perdere tre anni di sentimenti per uno del genere?

All'improvviso Nam mi si para davanti -"Jeon, non hai nulla da fare?"

-"Beh effettivamente stavo andando a pisciare, prima che questa barbie mi venisse addosso"
Non so esattamente come mi sia venuto in mente ma..

-"Cosa ti fa pensare che io sia una barbie? Non mi conosci, non mi hai dato la possibilità di farmi conoscere, non sai cosa provo, non sai nulla" e in quel momento le lacrime scesero ad inondarmi il viso, superai Nam e corsi verso il cortile.

Che cosa patetica. Avevo appena pianta davanti all'unica persone che non doveva vedermi in quelle condizioni.

*Lui non mi conosce, non ha diritto.* La mia vista era offuscata da un velo di lacrime incessanti, cercai di asciugarmi il viso con la manica del maglioncino e mi sedetti sulle gradinate. I miei singhiozzi erano stati accavallati da quelli di un ragazzo non poco lontato.

Mi voltai, notando che anche lui piangeva a dirotto. Mi avvicinai e gli porsi un fazzoletto con K.T. ricamate, perché non ci avevo pensato prima, invece di macchiare la manica con moccio e lacrime.

Il ragazzo mi guardò stranito e incuriosito allo stesso tempo, prendendo nel mentre il mio fazzoletto. Non chiesi nulla, mi girai e andavi verso la classe, la campanella era ormai suonata da un pezzo e a causa di Jungguk non avevo toccato cibo, il mio stomaco mi stava maledicendo.

Arrivai in classe, e non mancò la sfuriata del professore.

-"Signorina Kim, le sembra l'ora di tornare in classe?" abbassai la testa
-"Mi scusi, stavo poco bene" sedendomi al mio posto. Nam dormiva come al solito, mi chiedo come faccia a superare tutti gli esami.
Finalmente l'ultima campana suonò.

Arrivai a casa e finalmente potei tuffarmi a letto ripensando alle parole di Jungkook. Cosa ne poteva mai sapere lui? Venni distratta da un din, segno che mi fosse arrivato un messaggio.

Da: Jiminnie♡
Hey Tata, ho un po' di tempo libero, ti va di andare al parco?

A: Jiminnie
Jimiiinnie mi preparo e scendo, dammi 5 minuti. Ci vediamo al solito posto.

Jimin non se la passava molto bene, mi faceva piacere passare del tempo con lui. Misi le Vans, presi il cappotto e mi fiondai fuori. A 5 min di strada trovai Jimin, con viso basso.

-"J-Jimin" Ero solita saltargli addosso, ma oggi lo avevo trovato strano. Alzò la testa, un occhio nero.

-"Jimin, ma che.." mi avvicinai per poggiare una mano sul suo viso, ma lui si spostò di riflesso. "Non è niente, non preoccuparti"
Lo presi sottobraccio e ci incamminammo verso il parco. "Non ha ancora accettato il fatto che non vuoi lavovare nell'azienda di famiglia?" Lui annuì.

-"Vuole anche costringermi a sposare la figlia di uno dei maggiori investitori, ma gli ho detto di no, perchè mi piace già un'altra persona e ovviamente non l'ha presa molto bene"
-"Che figlio di puttana" sputai acida.

Arrivati ci sedemmo sulle altalene, il sole era alto e la brezza mi fece rabbrividire.

-"Sai Tannie, avevo deciso di dirgli che sono gay." Lo guardai in silenzio, le lacrime iniziarono a rigargli il viso

-"Ma so che se lo f-facessi l-lui mi u-ucciderebbe" singhiozzò. Mi alzai di scatto e lo abbracciai, lui fece altrettanto stringendomi.

-"Io sarò sempre qui per te Jiminnie" Un'altra brezza mi scompigliò i capelli facendomi venire i brividi. Presi il viso di Jimin tra le mani cercando di asciugare le lacrime, lui sembrò stare meglio.

-"Tannie, mi chiedevo.. c-ome va con i-il tuo problema?".
Mi staccai da quell'abbraccio tornando a sedermi sull'altalena.

-"Ci sono giorni in cui preferirei non esistere, altri in cui immagino come sarebbe la mia vita se fossi nata maschio" sospirai.

-"Immagino il momento in cui avrei detto a mia madre di essere 'gay', perchè mi piacciono i ragazzi ma allo stesso tempo vorrei essere un ragazzo anche io" una lacrima scese. Ma la feci sparire in fretta.

Questa ero io.
Una ragazza che voleva essere un ragazzo a cui piacevano i ragazzi, a cui piaceva lui.
Colui che sputava sentenze, senza nemmeno sapere chi avesse davanti.

Ho scoperto di trovarmi nel corpo sbagliato quando avevo 6 anni, sentivo che qualcosa in me era sbagliata.
Non che fossi brutta anzi, avevo avuto anche io la fila di ragazzi, ma non ho mai provato ad avere una relazione sapendo fosse sbagliato.

L'unica volta in cui ci provai, venni rifiutata in malo modo e non provai mai più a rifarlo.

'Ho detto di no, non insistere. Non provo nulla per una barbie come te e non voglio nemmeno provarci con te'

Queste erano le parole che si infrangevano come onde sugli scogli, nella mia mente. Creando un gran fracasso.
Non ero una barbie, ma a quel tempo mi sforzavo di somigliare alle ragazze della mia scuola.
Gonne, maglioni rosa o fiocchetti, ma sparirono poco dopo dando spazio al nero, ai pantaloni, alle Convers e alle Vans.

Crazy Change [TaeKook]Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz