10# L'ultimo saluto

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Spencer Reid POV:
Arrivammo a San Marcos in meno di un'ora.
Cercó di scappare, ci fu una sparatoria e fui colpito di striscio ad un braccio, ma eventualmente l'atleticità di Derek riuscì a catturarlo.
Era finita, lo avevano preso.
Tornammo tutti in ospedale, aspettando il risveglio di Scarlett, ma la sorpresa la fece lei a noi trovandola già sveglia. Le dammo prima la bella notizia di aver arrestato Marco, ma Hotch poi dovette dirle di Jennifer.
Ci fece uscire a tutti, quindi non so le parole precise che le disse, ma dalla vetrata potevamo vedere Scarlett reagire con un pianto isterico per poi chiudersi in un totale silenzio. L'unica volta che uscì fiato dalla sua bocca fu il giorno che la dimessero dall'ospedale quando chiese ad Aaron qualche giorno per poter organizzare i funerali di Jennifer. Decidemmo di dividerci: JJ e Derek sarebbero rimasti con lei a San Diego per non farla stare sola, io e gli altri invece, eravamo diretti verso un nuovo caso a Los Angeles.
Prima di andare via, per farle sentire la mia vicinanza le lasciai un bigliettino con scritto su alcuni miei pensieri e la collana di Jennifer, che avevo richiesto alla polizia di San Diego di omettere dalle prove.

JJ POV:
«JJ, potresti dare questo a Scarlett da parte mia?» mi chiese Spence porgendomi una lettera con una busta.
Spencer sembrava aver preso a cuore Scarlett e tutto ciò che le era successo. Difficilmente lui si lasciava andare, ma sembrava che Scarlett potesse essere quel partner che non è mai riuscito a trovare, o addirittura farlo sentire adeguato ad ogni situazione. L'ultima volta che si era sentito così, era con Gideon.
«Certo, glielo daró!» gli risposi.
I funerali di Jennifer furono davvero duri per Scarlett ed io e Derek cercammo di non lasciarla mai sola, a meno che non lo chiedeva lei.
Non so come si ci sente al perdere un partner, ma si a perdere una persona così importante nella propria vita.
Mi ricordo che quando morì mia sorella, attraversai un periodo di totale silenzio e solitudine. Ed era proprio attraverso questo che Scarlett stava cercando di difendersi e salvaguardare quel poco di forza e resilienza che le era rimasta.
Durante il funerale Scarlett tenne un discorso molto toccante che non riuscì a finire per via del dolore e delle lacrime.
Aveva appena interrato la sua migliore amica, la sua famiglia e la sua partner e in più doveva combattere con i sensi di colpa.
Si, esatto! Si dava la colpa per quello che era successo. Se fosse stata in grado di denunciare tempo prima, se avesse reagito diversamente credeva che tutto ciò non sarebbe successo. Era alla terza delle cinque fasi di reazione alla prognosi mortale: la rabbia.
Il problema è che non stava canalizzando la rabbia verso il reale colpevole, colui che aveva premuto il grilletto, ma era arrabbiata verso se stessa.
La sera, subito dopo il funerale mi avvicinai a lei, le porsi una tazza di caffè e l'abbracciai forte. Erano giorni che non sentivo dire una parola dalla sua bocca e improvvisamente disse:
«Grazie per non avermi lasciato sola!»
Le sorrisi.
«Gli altri sarebbero voluti restare altrettanto, ma avevamo un caso a Los Angeles e ci siamo dovuti dividere. Ah, a proposito... Reid mi ha lasciato questa per te. » cercai nella borsa la lettera di Spencer e gliela diedi. Mi sorrise prese il caffè, si allontanò per leggerla e nel mentre si fumò una sigaretta.
Leggere quella lettera l'aveva fatta mettere a piangere ulteriormente, ma poi io e Derek capimmo il perché: Spencer aveva preso dalle prove la collana di Jennifer.
La lasciammo da sola, ad affrontare i suoi fantasmi.

Scarlett POV:
Ero. Totalmente. Distrutta.
Non riuscii a parlare per giorni e mi sentivo tremendamente in colpa anche per questo. Il mio team mi era stato vicino durante tutto questo periodo ed era stato estremamente paziente. Reid mi aveva scritto una lettera ed era riuscito a far rilasciare come prova la collana di Jennifer. Gliene ero eternamente grata. Le sue parole inoltre furono un'abbraccio dolce che mi rincuorarono. Avrei dovuto fare di più che ringraziarli.
Immaginavo in tanti modi diversi il momento in cui sarei stata libera dalla paura e dal fantasma di Marco e questo scenario non era neanche lontanamente qualcosa che potevo immaginare.
Mi liberavo dalla persecuzione di Marco e venivo perseguita dai sensi di colpa. Quando diventi un profiler è come se due personalità continuino a convivere in te: la parte teorica, oggettiva, razionale, che riconosce alla lettera quello che stai passando... il trauma che stai affrontando; gli da un nome, una motivazione, una conseguenza e anche una soluzione. Poi c'è la parte emotiva, totalmente distaccata dalla precedente che ti fa sentire come l'eccezione alla regola, come quell'unico soggetto che non si riprenderà o non avrà lo stesso percorso e processo del manuale.
Il giorno dopo saremmo dovuti ritornare a Quantico ed Hotch mi aveva vietato di tornare a lavoro. Cosa avrei fatto in quei giorni? Con cosa avrei sfogato la mia rabbia e il dolore?
Erano le tre di notte, ed io non riuscivo a chiudere occhio, nonostante non dormivo da più di trentasei ore. Ero sul balcone a consumare sigarette su sigarette, finché qualcuno da dietro poggiò una mano sulla mia spalla. Era Derek.
«Posso raccontarti una cosa?» mi chiese, sperando di non essere di troppo.
Annuii.
«Quando ero piccolo, mio padre mori di fronte ai miei occhi, fu sparato. Lo spararono perché qualcuno tentó di derubare una signora...
sai, lui era poliziotto.» sorrise orgogliosamente
«Ma lui in quel momento non doveva essere su quella strada. Era venuto a prendermi a scuola, per dei miei capricci. » disse.
«Cosa stai cercando di dirmi Derek?» gli dissi rivolgendogli un piccolo sorriso. Se lo meritava per tutto il supporto datomi.
«Non sto dicendo di non sentirti in colpa, seppure tu non ne abbia. Ho convissuto con quel senso di colpa per tutta la mia vita finché non decisi di canalizzarlo e trasformarlo in qualcosa di bello. Ed è per questo che adesso sono l'agente più bello dell'FBI» disse ridendo e prendendomi la mano.
Sorrisi anche io! Era bello sorridere.
«Canalizza la tua rabbia e trasformala in energia e motore per la tua vita. Sai che è quello che vorrebbe Jennifer! » continuò.
L'abbracciai, e rimanemmo abbracciati per 5 minuti, finché finalmente dopo trentasei ore riuscii ad addormentarmi.
CIAO RAGA! Volevo ringraziarvi per le prime 100 letture. Sono super entusiasta. Grazie ❤️

Reborn ~Where stories live. Discover now