15# Back to Messico

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DUE MESI DOPO
«Allora? Come è andata ieri sera? Cenetta romantica?» mi chiesero JJ, Penelope e Emily assalendomi appena entrai in ufficio.
«Luna Park!» risposi.
«Oh, potrei svenire!» affermó Penelope adagiando alla testa il palmo della mano fingendo di svenire.
«Chi lo avrebbe mai detto? La tua prima missione sul campo con la BAU ti ha fatto conoscere anche il ragazzo!» Aggiunse Derek da lontano.
Mi meravigliai. Come sapeva Derek di Anthony?
Mi girai verso le ragazze e chiesi spiegazioni con un'espressione abbastanza buffa.
«Sapete che non so mantenere i segreti! Firmate un contratto di non riservatezza quando mi raccontate le vostre novità!» rispose alla mia domanda Penelope impacciata.

Da due settimane ero iniziata ad uscire con Anthony, il ragazzo incontrato a Las Vegas quando andammo a ballare con tutta la squadra. Lo avevano trasferito qui vicino con il lavoro e si era ricordato di me, chiamandomi non appena sistematosi.

«Va bene, va bene! Ma sono uscita con lui solo qualche volta ragazzi, abbiate pietà di me!» dissi riferendomi a tutti gli altri e ridendo.
«È quello che dicevo anche io prima di indossare questo!» insistette JJ mostrando la fede al dito.
La guardai e finsi di svenire.

La verità era che con Anthony mi trovavo molto bene, sembrava gentile, simpatico, intraprendente. Ma c'era qualcosa che non andava. Non so dire cosa, è come se provassi le sensazioni al 99%, come se gli mancasse qualcosa. Probabilmente la mia insicurezza era dovuta al fatto che l'ultimo fidanzato che avevo avuto, aveva cercato di farmi fuori.... oppure... non so. Volevo tempo per capire.

Stavo prendendo il caffè e fissavo Reid che, seduto alla scrivania, era da tutta la mattinata pensieroso. Dalla confessione di Marco, avevamo stretto un bel rapporto. Due volte a settimana andavamo al Caffè letterario per rilassarci a bere qualcosina, e di tanto in tanto andavamo al poligono insieme: io per sfogarmi, lui per migliorare il tiro. Era migliorato molto nell'ultimo periodo con la pistola, seppure posizionava ancora la fondina in maniera strana. Nonostante ciò da due settimane a questa parte, da quando è subentrato Anthony nella mia vita, lo vedevo sfuggente. Per ben 3 volte su 4 aveva trovato una scusa (o comunque una motivazione) per non venire al Caffè letterario. Questo pomeriggio, nuovo caso permettendo, saremmo dovuti andare al poligono. Chissà se avrebbe accettato. Ne approfittai dei miei pensieri per chiederglielo.
«Spence!» lo chiamai porgendogli una tazza di caffè. Lui l'afferró, mi ringrazio con un sorriso e disse: «Ehy, Scarlett!» riprendendosi dai suoi pensieri.
«Pomeriggio confermato al poligono?» gli chiesi.
«In realtà... » stava per togliere un'altra scusa quando Hotch dalle scale si affacciò e ci chiamó: «Ragazzi, abbiamo un nuovo caso!».
Non finì di rispondermi, alzó le spalle come per dire "pazienza sarà per la prossima volta" e si avviò verso la sala riunioni.
Mi avvicinai a JJ mentre eravamo anche noi dirette verso la sala e le chiesi: «JJ posso farti una domanda?».
«Certo Scarlett, dimmi!» rispose.
«Reid ti sembra il solito Reid ultimamente?» chiesi con un'espressione in viso tra il confusa e il preoccupata.
«Oh tesoro, non provare a capirlo! È il solito Reid..» affermò dandomi una pacca sulla spalla e sedendosi al tavolo.
Mi sedetti vicino ad Emily ed avevo di fronte Spencer che sembrava quasi evitarmi.
"Vabbè, sarà una mia impressione" pensai tra me e me e mi concentrai su Penelope ed Hotch che stavano spiegando il nuovo caso.
«Quest'oggi è stato chiesto il nostro aiuto a Tijuana, in Messico!» disse Hotchner guardandomi per cercare in me una reazione.
« Due donne, Julia Hernandez e Camila Sierra, entrambe di ventiquattro anni sono state trovate, letteralmente, a pezzi! Ad entrambe è stato asportato un arto, la gamba sinistra!» disse facentosi coraggio Penelope.
«Non potrebbe essere un caso di omicidio dei cartelli?» chiese Reid.
«Non agiscono così, sopratutto nei confronti delle donne. Gli omicidi dei cartelli tendono a rappresentare un messaggio, ma in questo non ne vedo!» risposi.
«Cosa sappiamo delle vittime?» chiesi a Garcia.
Nel mentre Spencer mi guardò e poi abbassò lo sguardo.
«Entrambe studentesse dell'Università di Tijuana, ma nessuna relazione tra di loro o apparentemente nessuna connessione tra amici e conoscenti.» rispose.
«L'S.I ha chiaramente un prototipo: entrambe more ed occhi azzurri, stesso taglio di capelli.» aggiunse Rossi.
«Quando sono sparite?» chiese Emily.
«Julia è stata rapita subito dopo essere tornata a casa da una cena romantica con il suo ragazzo, Anthony. Camila invece, stava tornando a casa dalla biblioteca dopo una serata passata a studiare con il suo "Fratello di gemellaggio": Spencer... sai quelle iniziative universitarie dove si ospitano studenti da altre parti del mondo!.» terminó Penelope.
«Decolliamo tra 40 minuti!» Disse Hotch raccogliendo i fascicoli dal tavolo.
"Che ironia questo caso!" pensai tra me e me visto i nomi delle ultime persone ad aver visto le vittime e le loro relazioni con quest'ultime.

«Scarlett, possiamo parlare?» fu la voce di Aaron ad interrompere i miei pensieri.
«Certo!» gli dissi.
Andammo nel suo ufficio.
«Volevo assicurarmi che stessi bene e che fosse tutto okay!» escalmó.
«Lo chiedi perché stiamo andando a Tijuana? Sto bene Aaron, davvero!» risposi.
«Ci vediamo sul Jet allora!» mi sorrise, io annuì e andai a prendere il mio borsone per poi recarmi sul jet.
Entrai in ascensore e Reid era lì. Ci facemmo 20 piani in totale silenzio. Quando arrivammo a pian terreno gli dissi: «Spencer, è tutto okay tra noi due?».
Lui si fermó, mi guardò e disse «Si!».
Un semplice e secco "si" prima di riprendere a camminare ed andare verso destinazione.

Durante il viaggio mi chiamò Anthony chiedendomi di uscire appena tornati.
Gli risposi di si, ma che avrei voluto parlargli.
Non c'era trasporto. Quando eravamo distanti  non lo pensavo e seppure fosse un bravo ragazzo, sentivo ancora un vuoto.
Emily ascoltó tutta la telefonata con Anthony in cabina e mi chiese se fosse tutto okay. Ci incamminammo verso i sedili a due, con a fianco Spencer e Derek che stavano esaminando il caso, e le spiegai: «È un bravo ragazzo sai? È estremamente attento, non è sdolcinato, intraprendente, mi diverto molto con lui.. però.. » esitai per un momento. «Peró?» chiese Emily.
«Sai quando condividi con una persona quella strana sensazione dove anche il silenzio diventa piacevole? Quando si bevono caffè interminabili e si parla di tante cose e sentì di non averne ancora abbastanza? Quel senso di pace quando ognuno sta facendo due cose diverse nella stessa stanza ma allo stesso tempo senti come se vi stesse tenendo per mano anche se non è così?» chiesi ad Emily.
«Non c'è chimica e complicità!» rispose Emily.
«No. Esatto!» risposi voltando il mio sguardo  verso il finestrino e perdendomi di nuovo nei miei dubbi.
«Cosa ti turba Scarlett?» mi chiese preoccupata.
«È come se avessi sentito queste emozioni e sensazioni e adesso mi mancano, ma non riesco a capire come, quando, perché e con chi! Credimi sono due settimane che sto provando a capire..» le raccontai.

In quel momento, spostai involontariamente lo sguardo su Spencer e capii.

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