14# Confessione

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Dopo una piccola preparazione di routine da parte di Aaron e David su come mi sarei dovuta comportare mi avviai verso la sala degli interrogatori.
«Grazie Aaron, ma penso di aver ben chiaro come gestire la cosa!» dissi nervosamente ad Hotch.
«Entrerà prima Reid, lui si aspetta te. Vediamo prima la sua reazione e cercheremo di portarlo al limite. Poi, subentrerai tu!» disse Aaron incurante della mia precedente risposta.
«Il suo fattore di stress è stata la vostra separazione, quindi Reid cercherà di spingere su questa parte. Tu invece, cerca di orientarti verso ciò che è successo a casa di Jennifer e Sam. Soffre di un disturbo narcisistico che lo ha portato a credere di poter controllare la tua vita.» aggiunse Rossi.

Lui era lì, in sala interrogatori ad aspettarmi. Aveva manette e catene ai polsi e alle caviglie, ma nonostante ciò non mi sentivo al sicuro.

«Tutto okay?» mi chiese Emily avvicinandosi a me con tono preoccupato.
«Me la caverò!» le risposi accennando un sorriso.

In quello stesso momento entrò Reid in sala interrogatori e si sedette di fronte a lui.
«Ti ricordavo diversa!» disse ironicamente Marco, cercando di sottolineare il fatto che non ero io e che non stavamo rispettando i suoi patti.
«Salve io sono l'agente Spencer Reid!» disse Spence sedendosi, aprendo il fascicolo che aveva in mano e mostrandogli alcune foto della nostra relazione.
« Oh, agente! Vuole sapere la storia di questa foto?» disse Marco indicando una foto mia e sua a San Diego.
Reid annuí.
«Io e Scarlett stavamo insieme da qualche mese. Era il nostro primo viaggio insieme. Quella sera stavamo festeggiando l'arresto dell'uomo per cui io sono stato tanti mesi sotto il programma protezione. Avevo grandi piani per quella serata... e mi creda agente... Scarlett li ha soddisfatti tutti dopo cena! » disse apportando malizia al suo discorso.
Dietro il classico specchio delle sale degli interrogatori c'ero io che all'ascoltare quelle parole iniziai a sentirmi male... dovetti andare in bagno a vomitare.

Al mio ritorno Reid aveva mandato molto più avanti l'interrogatorio, infatti Spencer gli fece una domanda che lo innervosì molto.
«Cosa le faceva credere che Scarlett l'amasse ancora? Lei è certo che non stesse con nessun uomo?» chiese Reid lanciando l'ultima bomba prima di subentrare io.
Marco alzó improvvisamente il capo che prima era stato per quasi tutto il tempo chinato.
«Non lo farebbe mai!» gli rispose.

Era arrivato il mio momento, dovevo entrare a storcergli una confessione.
Quando entrai in sala anche io, gli occhi di Marco brillarono e mi sorrise. Non era un sorriso da innamorato, tanto meno da pentito. Era il sorriso più deviato e malato che avessi mai visto in vita mia.
«Ecco qui il mio bocconcino!» disse Marco non appena entrai.
L'idea preparatoci prima è che simulassimo con delle azioni ambigue il fatto che tra me e Reid potesse esserci qualcosa, ed è per questo che appena entrai, dovetti ignorare l'affermazione di Marco, sorridere a Spencer, passargli una mano in maniera premurosa sulle sue spalle e poi sedermi accanto a lui.
Reid a sua volta dovette sorridermi e mettermi una mano sulla coscia.

Ovviamente non era un copione che stavamo seguendo, cercavamo di improvvisare con tutto ciò con cui ci sentissimo più a nostro agio fare. Se avessimo finto azioni spinte che non ci appartenevano e si fosse percepito imbarazzo avremo potuto dargli soddisfazione e non riuscire mai più a farlo parlare.
«Mi hanno detto che volevo parlarmi!» dissi tornando seria a Marco.
Lui non rispose, ma stava fissando la mano di Reid adagiata sulla mia coscia.
«Spence, potresti lasciarci soli?» gli chiesi sorridendo.
Spencer a sua volta raccolse le foto sul tavolo, mi diede un bacio in fronte ed andó via.
Quando Spencer mi diede un bacio in fronte, Marco cercò di ribellarsi e di liberarsi dalle manette, come a voler aggredirlo.

È così che avevamo capito che stava funzionando.
«È il tuo nuovo ragazzo?» mi chiese Marco.
«Come è stato rivedere Jessica e Sam dopo tanto tempo? Vi siete un po' aggiornati sugli ultimi avvenimenti della vostra vita?» gli chiesi cambiando discorso.
«Mi hanno solo confermato che mi amavi ancora, visto che non avevi detto alla tua partner che ci eravamo lasciati da un po'. » mi rispose.
«O ti ha detto che stavo già con un altro?è per questo che l'hai sparata?» risposi con finta calma.
«No, quello è successo perché non voleva dirmi che cosa mi avevi nascosto negli ultimi periodi della nostra relazione!» rispose Marco.
«Vuoi saperlo?» Gli chiesi stuzzicandolo.
«No, non più ormai!» rispose facendo finta che non gli importasse.
«Capisco! Peccato, sarebbe stata una buona notizia sapere che tipo di uomo saresti potuto essere se non fossi finito dietro le sbarre!» gli risposi alzandomi e andando via.
«Non fingere che sarei diventato padre, perché è l'ultima cosa che ho chiesto prima di porre fine alle loro vite. Ed hanno negato. »
Rispose.
Ecco, c'eravamo. Avevamo una confessione. Finalmente poteva finire, finalmente non avrei mai più sentito parlare di lui.

Mi fermai, mi avvicinai a lui e continuai: «È per questo che mi hai sparato?Per assicurarti che non saresti diventato papà?» gli chiesi urlando e sbattendo le mani sul tavolo.
Sorrise.
«Stavano cercando di rilasciare Pablo Herrera, e per la tua salvaguardia feci di tutto per farlo rimanere in carcere. Lo faci anche estradare qui negli Stati Uniti pur di vivere una vita tranquilla!» iniziai a raccontare!
«Ma che ironia della sorte invece, perché sarete nello stesso carcere di massima sicurezza. Magari potrete rincontrarvi. Chissá che voglia matta di abbracciare la spia che l'ha fatto arrestare che avrà.» terminai ed uscii dalla sala.
Uscita da lì feci un grande sospiro di sollievo.
L'adrenalina era così tanta che stava sfociando in un attacco di panico che i miei colleghi riuscirono a bloccare.
Era finita e potevo finalmente voltare pagina.
«Questa sera vi porto tutti a cena fuori!» dissi urlando di gioia nei corridoi degli uffici. Sembravo una bimba che aveva appena ricevuto il regalo desiderato da babbo natale.
«Dobbiamo festeggiare!» rispose al mio invito David abbracciandomi e baciandomi in fronte.

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