22# Max

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SPENCER REID POV:
Quando aprii gli occhi il giorno dopo Scarlett non era nella stanza, e sul tavolino vicino al letto c'era un vaso con delle Dendrobium, meglio conosciute come orchidee. Vicino alle orchidee c'era un bigliettino. Lo aprii e dentro c'era un messaggio:
"Con l'augurio che tu ti riprenda presto!
-Max".
Max? Perché era passata da qui Max? E soprattutto... come faceva a sapere del mio incidente?
La storia con Max era terminata due anni prima quando ci rendemmo conto che nonostante il bagliore iniziale della relazione, avevamo degli stili di vita troppo diversi per poter stare insieme. Nell'anno successivo alla nostra rottura abbiamo continuato a scriverci di tanto in tanto per raccontarci qualche novità e chiacchierare un po'. Niente di che insomma.
Dopo circa 15 minuti, entrò Scarlett nella mia stanza con due caffè in mano!
«Ho pensato ti andasse un caffè quando ti saresti svegliato, piuttosto che la colazione dell'ospedale!» mi disse.
«Si, grazie!» risposi tirando un sospiro di sollievo. La colazione degli ospedali è indicibile.
Dopo qualche minuto di silenzio in cui Scarlett controllava il telefono con smania le chiesi se avesse visto Max portare i fiori in stanza.
«Scarlett..» la chiamai con faccia confusa.
«Hai visto la ragazza che ha portato quei fiori? O chi per lei insomma..» le chiesi indicando il vaso sul tavolo.
Il suo linguaggio del corpo mutò velocemente, esprimeva quasi fastidio.
«Ragazza? No mi dispiace Spencer, quando mi sono svegliata quei fiori erano già li!» mi rispose accennando un sorriso.
«Io comunque devo abbandonarti!» continuò.
«Tra un'ora dovrei essere in ufficio e... vorrei passare da casa a farmi una doccia se non ti dispiace!».
Il suo tono di voce non era fluido e liscio come sempre. Se non la conoscessi avrei detto che fosse gelosa.
«Tranquilla, il dovere chiama!» le risposi.
Lei prese la borsa, infilò la pistola nella fondina e mi salutò con un sorriso.
Probabilmente il suo atteggiamento bizzarro era dovuto alla stanchezza. Non penso sia stato comodo dormire dopo tante ore di astinenza su una sedia. Sicuramente aveva bisogno di staccare.

Dopo qualche minuto che Scarlett era andava via, mentre provavo a rileggere qualche documento di lavoro, qualcuno bussò alla porta della mia stanza.
Fui molto stupito all'alzare la testa e vedere che davanti a me c'era proprio Max.
«Ooh, Max!» urlai sorridendole e spalancando le braccia per accogliere un suo abbraccio!
«Spencie!» disse lei ricambiando l'abbraccio.
«Grazie per i fiori! Sono molto belli... e... » la ringraziai.
«..e.. i tuoi preferiti! Lo ricordo si!» continuò la mia frase Max.
«Cosa ti è successo?» mi chiese cambiando espressione da contenta a preoccupata!
«Pensavo che qualcuno ti avesse raccontato visto i fiori!» le dissi.
Mosse la testa da destra a sinistra negando di conoscere la motivazione per cui io fossi in ospedale. Le iniziai a raccontare cosa era successo quando Scarlett tornò in stanza correndo. Aveva dimenticato il badge sul tavolo.
«Spence, scus...» iniziò a dire ferma davanti la porta con il fiatone e china con le mani sui fianchi.
«Oh, scusate non volevo disturbare! Ho solo dimenticato il mio badge e me ne sono resa conto quasi arrivata a casa!» spiegò imbarazzata.
«Ciao! Io sono Max piacere!» Le si avvicinò Max presentandosi.
«Scarlet Rodriguez, sono una sua collega di lavoro!» le rispose Scarlett sorridendole.
«Scusate ragazzi, io devo andare, sono super in ritardo! Passate una buona giornata!» fu così che ci salutò Scarlett. Dal suo linguaggio del corpo nel momento in cui aveva visto Max potevo dire per certo che non le piaceva.

«Nuova collega? Carina!» disse Max appena Scarlett uscí.
«Si, è stata trasferita dal Messico. Prima faceva parte della DEA! È molto in gamba!» le risposi.
«Comunque ancora non mi hai detto come sapevi che fossi qui!» cambiai discorso. La reazione di Scarlett non riuscivo a capirla e non volevo distrarmi dalla visita di Max, quindi sviai io discorso molto velocemente.
«Tra dieci giorni parto per l'Africa e sono venuta a fare dei controlli e passando nel corridoio mentre tornavo a casa ti ho visto qui con la tua collega, la ragazza che entrata prima!» raccontò.
«Africa? Wow!» risposi.
«Si, parto per lavoro! Non sei più l'unico che sale su un aereo per lavoro ormai eh!».
Ci facemmo una risata.
Mi raccontò degli ultimi mesi, e poi mi chiese se mi andasse di passare questi ultimi suoi giorni sul suolo americano con lei. Accettai e le promisi di passare del tempo con lei non appena mi avrebbero dimesso.
Max andò vi poco dopo ed io ripresi a tenere la mente allenata rileggendo vari fascicoli di lavoro. Ci provai a concentrarmi, ma la reazione di Scarlett a Max non mi faceva per niente star tranquillo. Non pretendevo mica che a Scarlett potesse piacere Max, non ce ne sarebbe stato bisogno, ma le sue difensive mi davano a pensare che c'era qualcosa di cui Scarlett non mi stesse parlando.

SCARLETT POV:
Andai al lavoro e non appena varcai la soglia della BAU mi diressi alla ricerca di Derek. Lo trovai che stava parlando, o meglio.. stava flirtando con Anastasia, una collega del piano di giù, Affari interni.
«Max! Chi è?» mi intromisi incurante nel loro discorso.
Derek chiese scusa alla sua recente conquista e afferrandomi dal braccio mi allontanò.
«Max? Ma Max dici l'ex fidanzata di Reid? Quella Max?» rispose.
«Ah...» fu l'unica cosa che fui capace di dire. Mi voltai e mi diressi verso la mia scrivania.
Derek mi corse dietro e continuava a chiedermi cosa centrasse Max e come sapevo della sua esistenza. Gli spiegai le circostanze.
«Mi dispiace zuccherino!» rispose al tutto Derek abbracciandomi.
«È okay!» gli risposi sorridendo.

Ciao raga, oggi ho pubblicato due capitoli per due motivazioni: 1) vorrei ringraziarvi di cuore per le letture e l'apprezzamento che state dando alla storia! ❤️
2) Sono un po' corti rispetto agli altri!
Sperando che vi piacciano! lasciate dei commenti e fatemi sapere cosa ne pensate della storia! ❤️

Reborn ~Where stories live. Discover now