32# 2.880h

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SCARLETT POV:
Tutto questo era frustrante. Provavo a capire la posizione di Aaron, le sue scelte, ma tutto ciò che avvertivo era una mancanza di fiducia.
Eventualmente avrei dovuto accettare la cosa, e... sperare che le cose andassero bene.
Spencer cercava più informazioni per tranquillizzarsi e convincersi, io invece cercavo supporto nella scelta che avevamo fatto.
Il mio istinto durante la riunione con Hotch mi suggeriva di prenderlo per mano, e lo stesso fare appena usciti dal suo ufficio. Avrei voluto appoggiare il mio viso sulla sua spalla per avere rassicurazioni.
Semplicemente il riuscire a ritrovarci mi era sembrata una sfida con cui avevo combattuto per mesi, e la ricompensa sembrava qualcosa che era arrivata dopo anni.
Ricompensa, quel bacio, che aveva avuto la gloria di un attimo.
Eravamo sul jet, ognuno dei due seduti separatamente quando notai Spencer contare e ricontare con la mente e le dita. Lo guardai e sorrisi. Stava contando i giorni e le ore che saremmo potuti stare insieme. Erano diversi conti perché stava contando tutte le probabilità.
Più probabilità contava più il suo sguardo si incupiva.
Mi alzai allora dal sedile in cui ero seduta, mi avvicinai a JJ che occupava il posto di fronte a Spencer e le chiesi gentilmente di cambiare posto con me.
Non appena mi sedetti Spencer alzó alla testa ed accennò a un sorriso.
In quel momento, incurante di Aaron che stava guardandoci, gli afferrai la mano destra con cui stava contando e gliela strinsi in un pugno, suggerendogli di smetterla.
Gli sorrisi, sperando che quel sorriso potesse dargli sicurezza.

La squadra ormai lo sapeva. Non ne aveva la certezza, ma lo aveva avvertito.
Per il resto del viaggio cercai di chiudere gli occhi e riposare. Di tanto in tanto aprivo gli occhi per osservare Spencer e di tanto in tanto lo beccavo a guardarmi.
Quando eravamo quasi arrivati, per attivarmi mi feci un caffè.
Si avvicinò a me JJ ed approfittandone anche lei di prenderne una tazza mi disse «Non sarà facile, ma ce la farete. Spencer è testardo sai? Una volta gli ho proibito di insegnare ad Harry tutti i nomi scientifici delle piante. Sai Harry aveva 5 anni.. lui lo fece ugualmente, in maniera diversa. Lo portava al parco e gli diceva come si chiamavano. Cambiò solo metodo di approccio: dai libri passò al parco. A fine mese mi sono ritrovata Harry che piantava da solo a casa delle margherite chiamandole  Leucanthemum vulgare. Troverà il modo!» mi sorrise, mi accarezzo il braccio e tornò al suo posto.
Tornai anche io al mio posto, ma al voltarmi per andarmi a sedere non trovai più Spencer, ma Aaron.
«Dimmi!» dissi con un tono rassegnato non appena mi sedetti.
«Da quanto fai parte di questa squadra?» mi chiese Aaron.
«Circa otto mesi ormai!» gli dissi sorridendo.
«Per citare Reid, per creare un rapporto di fiducia se ne impiega mediamente 1/4. Non è mancanza di fiducia la mia nei tuoi confronti o in quelli di Reid. Ma questa squadra è insieme da più di dieci anni, non posso rischiare che crolli!» spiegò Aaron.
Accennai un sorriso come risposta.
«E in dieci anni Spencer non ha mai trovato il pezzetto di puzzle in cui lui conficcarsi, seppure sapeva di essere un pezzo di questo puzzle. Tu, prima ancora di capire cosa provavi per lui, gli hai indicato il suo posto. Non vedermi come tuo nemico Scarlett.» aggiunse.
Avevo le lacrime agli occhi per le parole di Aaron.
«Non è facile sai? Dal mio primo giorno come agente, non solo della BAU, nulla è stato facile.  Ed è giusto così. Questo lavoro non è fatto per essere facile. I casi che ogni giorno gestiamo e quello che è successo con Marco, mi fanno credere sempre di più che l'amore in questo mondo è raro. Spesso capita che tornando dopo aver finito un caso, mi fermo ad osservare l'effetto di quello specifico caso su ognuno di noi osservandoci. Poi penso all'immensità di amore che invece questa squadra condivide e trovo il coraggio per affrontarne uno nuovo. E Spencer... Spencer non era nei calcoli. Ma voglio che sia una somma a questa esperienza, non una sottrazione. Se anche solo l'idea di me e Spencer per questa squadra dovesse risultare una sottrazione, entrambi capiremo e accetteremo che non sarà tempo per noi.
Provo a vedere questi mesi come un'opportunità Aaron. Ci proverò davvero! Ma non condivido la scelta!» gli confessai.
Lui mi sorrise e si alzò per scendere. Eravamo arrivati.

Ritornare in accademia mi travolse di ricordi. Mentre gli altri avrebbero rivisto il campus nel pomeriggio visto i loro seminari in mattinata, e mentre Aaron si stava occupando di scartoffie varie, io e Derek ne approfittammo per buttarci a capofitto in tutti i ricordi passati negli anni precedenti in queste mura.

«Vieni, ti mostro quale era la mia stanza qualche anno fa!» disse Derek.
«Qualche? Derek non starai mica avendo una crisi di mezza età?» gli chiesi scherzando.
«Ah ah, simpatica ragazzina!» rispose fingendosi permaloso Derek.

Dopo circa dieci minuti arrivammo alla stanza e, incredula ai miei occhi, io e Derek avevamo passato i nostri anni in accademia nella stessa stanza.
«Derek!» mi fermai di botto e quasi urlai dallo stupore! Lui si girò verso di me sgranando gli occhi.
«Questa è stata anche la mia camera! Non ci credo!» dissi scoppiando in una sincera risata.
Bussammo chiedendo ai ragazzi di concederci dieci minuti di nostalgia in quella stanza.
Ci accolsero più che volentieri.
Notammo che in due parti opposte della stanca, entrambi avevamo inciso le nostre iniziali nel legno della testata del letto.
Uno dei ragazzi in stanza ci chiese della nostra esperienza e ci fermammo a raccontare le nostre storie per un po'. Mi sentivo così vecchia, eppure avevo qualche anno di differenza da loro. Potevo quasi considerarmi loro coetanea.

Erano circa le dodici quando Spencer ci raggiunse dopo aver finito il suo seminario.
Si avvicinò, ma continuò a mantenere le distanze di "sicurezza".
Quando ci raggiunse a me e a Derek stavamo scherzando sulle nostre prime esperienza al poligono.
«Ciao ragazzi!» ci salutò Spencer con le mani in tasta e le spalle alte.
«Ragazzino! Come è andato il primo giorno da prof?» gli chiese Derek.
«Bene! Anche se, non lo so.. forse sono stato troppo prolisso!» rispose Spencer.
«Ah beh, non avevamo dubbi!» rispose scherzando Derek.
Scoppiai a ridere e la mia risata portò l'attenzione di Spencer verso di me. Non sapevamo minimamente come comportarci.
«Suvvia ragazzi, rompete le file! Sono io Derek, il cupido perfetto! Potete darvelo un bacetto eh, giuro che non farò la spia!».

Al sentire quelle parole io e Spencer facemmo un respiro di sollievo e subito dopo lui mi prese la mano tirandomi su dalla panchina su cui ero seduta e mi abbracciò forte.
«Come stai?» mi chiese Spencer!
«Non vedo l'ora di buttare giù qualche porta finta!» risposi sorridendogli.
Quell'abbraccio era stata la cosa più rigenerante delle ultime ore.

«Io vi lascio soli un po'! Scarlett, tra 20 minuti ci troviamo in aula. Si inizia!» disse Derek poi salutando ed allontanandosi.
Io e Spencer ne approfittammo per fare due passi.
«Senti, ho fatto due calcoli e...» provò a parlare Spencer.
«È okay! Tu avrai degli orari da prof, ed io non appena finirò in caso ti raggiungerò qui!».
«Sono solo 2.880 ore di prova!» affermò sorridendo.
«Poveri alunni!» dissi scherzando.

Lui aggrottò la fronte fingendosi ferito nell'orgoglio ed io approfittai di questo momento di spensieratezza per rubargli un bacio e scappare a lezione.
«Ci vediamo più tardi!» dissi camminando all'indietro e dirigendomi verso l'aula.

Reborn ~Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon