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–Non puoi farmi scendere là?– chiese Jisung, indicandogli l'entrata del loro palazzo.

–No.– rispose il ragazzo, uscendo dall'auto e mettendosi a correre. Ma non stava correndo per tornare a casa. Stava correndo verso il suo posto, aprendo poi la portiera e afferrandogli il braccio con la mano. –Vieni. La mia giacca non sarà in grado di proteggerti del tutto, ma è la tua unica opportunità di bagnarti di meno prima che corra via.

Jisung lo guardò per qualche istante, uscendo dalla macchina e mettendosi a correre con Minho, lasciando che il ragazzo gli coprisse la testa con la sua giacca. I due ragazzi risero una volta arrivati alla loro destinazione, salendo su per le scale.

–Wow, grazie per avermi salvato da qualche goccia di pioggia.– disse Jisung, spezzando il tono drammatico con cui l'altro ragazzo gli aveva offerto di proteggerlo.

–Qualche goccia? Non vedi come sono ridotto?– chiese Minho, ridendo.

Lo sguardo di Jisung cadde finalmente sul corpo di Minho, dopo averlo continuamente ignorato per tutto quel tempo. Indossava una camicia bianca [*flashback a "save me"*], che dato che aveva preso dell'acqua aderiva a gran parte del suo petto. Distolse gli occhi, girandosi dall'altra parte non appena sentì le sue guance colorarsi di rosso. Fortunatamente ormai era quasi a casa, doveva soltanto salire ancora qualche scalino. Minho si fermò davanti al suo appartamento, aprendo con la chiave la porta.

–Ci vediamo, allora.– lo salutò.

Ma Jisung non si mosse. Rimase lì, rimbambito, a guardarlo come se fosse un'opera d'arte. I capelli leggermente bagnati che erano attaccati al collo, le sue spalle larghe, la camicia che aderiva lungo i suoi fianchi. Si girò verso di lui, notando che non se n'era ancora andato.

–Jisung? Perché sei ancora qui?

E le sue labbra. Le sue labbra che erano così rosse, sembravano solo invitarlo a baciarle.

Non provo nulla per lui. È solo che... ne ho bisogno ora.

Lo voglio. Ora.

Si sporse verso di lui, esitando un attimo a fare ciò che voleva, ma lasciandosi andare subito dopo, baciandolo vogliosamente, spingendo il suo corpo contro quello di Minho. Quest'ultimo rispose al bacio, appoggiando una delle sue mani, quella che non teneva le chiavi, sulla sua schiena, la giacca piegata e appesa al braccio, e lasciando che Jisung afferrasse con una delle sue mani la maniglia della porta, abbassandola.

La porta si richiuse di scatto, Minho lasciò ricadere la sua giacca e le chiavi per terra, accedendo la luce e tornando a baciare l'altro ragazzo, sfiorando il suo labbro inferiore con la punta della lingua. Jisung schiuse le labbra un po' di più, lasciando che l'altro ragazzo approfondisse il bacio mentre lo aiutava a camminare all'indietro, attento a non farlo cadere, reggendolo con le sue braccia intorno alla sua vita stretta. La sua schiena finì presto contro il letto che evidentemente Minho non aveva fatto nemmeno quel giorno, le sue mani si spostarono sul suo collo, avvicinandolo mentre l'altro ragazzo si disponeva sopra di lui, continuando a baciarlo.

Quindi anche tu..eri come tutti gli altri. Vuoi solo questo da me. Ma non m'importa. Ormai è troppo tardi.  [vi ricordo che questo è il modo in cui vengono scritti i pensieri di Minho]

Le mani di Jisung si spostarono sul primo bottone che chiudeva la camicia, scendendo mano a mano che li toglieva ciascuno dalla propria asola, alzando la schiena dal letto per continuare a baciarlo mentre l'altro ragazzo si toglieva l'indumento del tutto, riportando subito dopo le sue mani sul corpo di Jisung, sotto la maglia, afferrandone poi l'orlo ed alzandola per toglierla. Ogni istante in cui smettevano di baciarsi, a Jisung sembrava che gli mancasse qualcosa. Ma ora Minho era lì, fermo su di lui, che guardava il suo corpo mentre lo sfiorava con i polpastrelli delle dita. Si riavvicinò a lui, facendolo distendere di nuovo, le sue labbra sulla sua pelle bollente. Seguì una linea immaginaria, prima sul suo collo, poi lungo le sue clavicole, prima lasciando baci, poi succhiando la pelle tra le sue labbra. Jisung si lasciò sfuggire un sospiro, spostando la testa di Minho così che le sue labbra si trovassero sul suo collo di nuovo. Sembrò esitare per un attimo, poi acconsentendo a lasciare segni rossi sul suo collo. Non gli piaceva, fare quel tipo di cose a qualcuno che probabilmente se ne sarebbe andato il giorno dopo. Non gli piaceva, il pensiero di poterlo rivedere nelle prossime giornate e ricordare ciò che avevano fatto. Ma gli piaceva il modo in cui sussurrava il suo nome, in quell'istante.

Le mani di Jisung lo afferrarono per i fianchi, poi scivolarono verso i suoi jeans, slacciandoli mentre Minho faceva lo stesso con i suoi, facendoli scorrere lungo le sue gambe e lasciandoli cadere per terra. Si tolse anche i propri, tornando ad unire le loro labbra subito dopo. Jisung lasciò che le sue mani raggiungessero istintivamente il retro della testa dell'altro ragazzo, intersecando le sue dita tra i suoi capelli. Gli erano mancate le sue labbra, anche se erano passate solo un paio di minuti dall'ultima volta che l'aveva baciato. Quel modo in cui le loro lingue si sfioravano soltanto, quei baci che sembravano quasi delicati al contrario di quelli che lui gli aveva dato prima, in un qualche modo lo portavano a volere sempre più di lui.

Gli occhi di Minho si aprirono per guardare i suoi. Non sapeva come descrivere quello sguardo, non era esattamente dolce, ma nemmeno il contrario. Era così intenso, ma non lo metteva in imbarazzo.

–Sei sicuro di voler fare sesso con me?– gli chiese, gli occhi ancora bloccati su quelli di Jisung.

–Mhm.– annuì, dandogli un altro bacio.

Minho si staccò di nuovo da lui. –Rispondimi con un sì o un no, per favore.

–Sì.– sussurrò.

Minho sorrise lievemente. –Non è la tua prima volta, vero?

–No.

–Non me lo perdonerei mai.

Jisung si chiese solo per un attimo cosa intendesse, guardandolo mentre si toglieva l'ultimo indumento che aveva addosso, facendo lo stesso per lui poco dopo. Fece scorrere le mani sulle sue coscie, avvicinandosi ma mai toccando quel punto del corpo in cui Jisung aveva più bisogno di essere toccato. Quest'ultimo alzò i suoi fianchi senza volerlo, coprendosi gli occhi con la mano, imbarazzato per il riflesso involontario del suo corpo in risposta a tutti quegli stimoli che lo stavano uccidendo sempre più. Minho gli prese delicatamente la mano, togliendola dai suoi occhi e baciandolo di nuovo, le sue mani sui suoi fianchi.

–Fermami se c'è qualcosa che non va, qualsiasi cosa, okay?

Perché sei così gentile con me? Mi farai innamorare di te, non voglio farlo.

Quel modo in cui lo stava trattando, quel modo in cui si stava prendendo cura di lui anche se a malapena lo conosceva e anche se l'aveva fatto con chissà quante altre persone. Lo faceva sentire al sicuro, nonostante tutto.

Smut (fino alla fine del capitolo)

Si spostò da lui poco dopo, raggiungendo il primo cassetto del comodino accanto al letto, tirandone fuori una bottiglietta di lubrificante e un preservativo, lasciando quest'ultimo in parte. Aprì la bottiglietta, guardando il liquido colare sulle dita di una delle sue mani, appoggiando l'altra sul fianco di Jisung. Diede un'occhiata veloce al viso del ragazzo, per rassicurarsi che stesse andando tutto bene, sebbene nulla fosse ancora iniziato.

Jisung chiuse gli occhi, lasciando ricadere la testa del tutto sul cuscino nel momento in cui sentì un dito sfiorarlo e poi entrare lentamente dentro di lui, restando fermo solo per un attimo prima di cominciare a muoversi. Era strano, sentire quelle sensazioni dopo così tanto tempo. In realtà, non si aspettava che l'avrebbe fatto. Si aspettava che Minho sarebbe passato subito al dunque, perché avrebbe mai fatto una cosa simile per lui? Gli aveva anche chiesto se l'avesse già fatto, ma era come se il ragazzo non volesse fargli male per nulla al mondo.

Due dita si muovevano ora più velocemente, facendogli sfuggire ansiti e gemiti. Cercava di trattenersi, mordendo il suo labbro inferiore. Ma forse a Minho non stava bene neppure quello, dal momento che si riabbassò di nuovo verso di lui, afferrando quel labbro tra le sue, poi riprendendo a baciarlo. Le mani di Jisung raggiunsero il suo viso, posandosi sulle sue guance e ricambiando i suoi baci, nonostante fosse così difficile per lui stare concentrato in quel momento.


Sicuro. Si sentiva al sicuro. Non aveva senso, ma era così.

"Non me lo perdonerei mai.", gli aveva detto. Ma forse se quella persona lo avesse trattato così durante la sua prima volta, se fosse stato lui la sua prima volta, tutto sarebbe stato meglio.

"Non me lo perdonerei mai.", ma Jisung non si era mai sentito meglio in vita sua.

–Sei pronto?

–Sì.

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sorpresina ;)

COMUNQUE AAAAA HYUNJIN è TORNATO ADSHFBDSBFHSDBMJHADGSVBHD

3 am | minsungOnde histórias criam vida. Descubra agora