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–Mi sono ricordato di una cosa che penso sulla pioggia.– disse Jisung, guardando il modo in cui le gocce scendevano in basso sul finestrino.

–Cosa?

–Odio i temporali. Soprattutto di notte. Se mi sveglio non riesco più a dormire. Mi spaventano, per qualche motivo. So che nulla succederà comunque, però...mi fanno paura lo stesso.

Minho sorrise. –Spero che non ci saranno temporali, allora. Solo pioggia.

Jisung appoggiò la testa contro il finestrino. –Tu hai qualche paura?

Minho ci pensò su un attimo. Anche se ci fosse stato qualcosa, non sapeva se l'avrebbe ammesso. Però, alla fine, Jisung era sempre stato sincero con lui. –Sì.– disse soltanto.

–Di cosa hai paura?

Sospirò, afferrando il volante con più forza. –Ho paura di innamorarmi.

–In generale?

–Sì. In generale.

–E se lo fai cosa succede? Intendo, se ti innamori di qualcuno.

–Non lo so. Di solito cerco di far finta di nulla e aspetto che mi passi.– disse, parcheggiando l'auto davanti ad una pizzeria.

–E hai mai amato qualcuno? Per davvero? Sei mai stato con qualcuno, in una relazione?

–Certo.

–È per quello allora? Qualcuno ti ha ferito?

–Sono stato io a ferirmi da solo, in un certo senso.– disse Minho, girandosi per cercare i due ombrelli che i ragazzi avevano utilizzato prima.

–Spero che nessuno ti ferisca più, allora. Solo amore.– disse Jisung, ripetendo la stessa frase che gli aveva detto l'altro ragazzo poco prima, solo con altre parole. Afferrò il suo ombrello, sorridendogli ed uscendo dall'auto.


–Odio aspettare.– si lamentò Jisung, picchiettando con le dita contro il bicchiere pieno di cocacola.

–Non è inevitabile? Dobbiamo tutti aspettare, qualche volta.

–Sì, però odio aspettare prima di mangiare.

Minho sorrise. –Forse avrei dovuto cucinarti qualcosa.

–Sai cucinare?– chiese Jisung, spalancando gli occhi, sentendo un'impovvisa ondata di curiosità.

–Me la cavo. Non mi piace farlo troppo stesso, soprattutto quando sono solo io che mangio.

–Stai mangiando bene ultimamente?

Minho alzò lo sguardo su di lui. –Mhm? Perché me lo chiedi?

–Quando ti ho aiutato a pulire il tuo appartamento c'erano ciotole di cibo istantaneo ovunque. Volevo solo sapere se ora mangi bene.

Minho sentì un'altra volta quella stupida sensazione al cuore che voleva evitare terribilmente. –Tu, invece?– chiese, appoggiando il viso contro il palmo della mano, gomito sul tavolo.

–Diciamo di sì. Beh, oggi mangio pizza quindi non mi posso lamentare.– disse, un sorriso a 32 denti sul viso.

–Cosa fai durante questi pomeriggi?– gli chiese da un momento all'altro.

–Nulla di che. Mi annoio un sacco, in realtà. Non sto studiando chissà quanto perché gli esami sono ancora lontani, e i miei amici non mi stanno invitando ad uscire per qualche strano motivo. Penso che Felix si sia fidanzato, non ho idea degli altri due. Sono un po' solo, a dire il vero. Non mi dà troppo fastidio, vorrei solo trovare qualcosa con cui passare il tempo.– ammise, prendendo poi un sorso della sua cocacola.

–Hai qualche hobby, qualcosa che ti piace fare?

–Mhhmm..beh, mi piace rappare. Ogni tanto scrivo qualche testo. È divertente, ma non qualcosa che farei sempre.

–Davvero?

–Ovvio. Ti sembra che stia mentendo? Perché dovrei?

–Vorresti essere un artista?

–Un artista? Non lo so. Sarebbe bello, ma onestamente non so cosa mi riservi questo mondo. Ho un po' perso la speranza. Mi accontenterei di vivere una vita tranquilla, con un lavoro tranquillo. Non mi piace attirare troppa attenzione su di me comunque.

–Se vorresti farlo, dovresti provarci, no? Pensaci, non hai nulla da perdere. Se va male, sei comunque già all'università.

–Non lo so, non sono molto convinto. È più qualcosa che mi piace fare ogni tanto, come ho detto. Non so neppure se riuscirei a resistere avendo addosso tutto lo stress di farlo come lavoro.

–Vorrei ascoltare qualcosa di tuo.

Gli occhi di Jisung si illuminarono. Nessuno gli aveva mai chiesto di fargli sentire una sua canzone prima di quel momento. –Beh, potrei..oh, la pizza!

Minho continuò a seguire con lo sguardo il ragazzo davanti a sé. Più ci parlava, più tempo passava con lui, più voleva sapere di lui. Avrebbe dato di tutto per poter ascoltare la sua voce per tante altre ore di fila. Inziarono a mangiare, e il loro tavolo si fece silenzioso. Jisung si stava ingozzando come se non avesse mangiato da settimane, ma a Minho non dava fastidio. Era carino. Il modo in cui le sue guance si allargavano. Lui. Era carino.


–Sei sicuro di non volere i soldi?–chiese Jisung a Minho, una volta che stavano tornando indietro, dato che il ragazzo aveva pagato per entrambi.

–Non preoccuparti.

La pioggia si era calmata, riducendosi a una leggera pioviggine che si percepiva appena. I due ragazzi salirono in macchina, per poi avviarsi verso il loro palazzo.

–Ora sono un po' stanco.– mormorò Jisung, appoggiando la testa contro il finestrino come aveva fatto all'andata.

–Non addormentarti.– disse Minho, svoltando a destra.

–Perché? Ci vorranno almeno 5 minuti per tornare.

–Sì, però poi dovrei stare ad aspettare che tu ti risvegli.

–Mhm? Puoi sempre svegliarmi.

–No, non riuscirei mai a farlo.

Jisung si girò verso il ragazzo.–Perché?

Perché sei stupendo quando dormi.

–Mi dispiacerebbe svegliarti.

–Puoi farlo lo stesso. Mi addormento facilmente, quindi continuerei a farlo nel mio letto qualche minuto più tardi.

–Okay, allora..parla con me. Non dormire perché voglio che tu parli con me.

–Di cosa?

–Volevi sapere di me. Cercherò di risponderti.

Jisung ci pensò un po' su, cercando delle domande nella sua testa. –Quel tipo era il tuo ragazzo, vero?

–Sì.– ammise finalmente Minho. –Possiamo non parlare di lui, però? Non voglio farlo.

–Ti ha trattato male?

–Jisung..

–Lo so che lo ha fatto, e lo odio per questo. Sì, è vero, non ti conosco ancora bene..ma più parlo con te, più mi sembra di star parlando al contrario di quello che la gente dice di te. Vorrei che tu trovassi qualcuno che possa renderti felice invece che farti del male.

–Jisung, posso dirti una cosa?

–Sì?

Minho prese un respiro profondo. –Da quando ho rotto con quella persona, ogni giorno è stato difficile per me. Pensavo di potermi fidare di lui, ma non era il caso. L'ho fatto lo stesso, e ho subito le conseguenze. Pensavo di continuare con la mia vita, fare le stesse cose che facevo prima. Essere il "fuck boy" di cui i tuoi amici parlano. Ma non sono riuscito a farlo, stavo troppo male. Volevo solo dirti grazie. Di essere stato con me. Di essere qui con me ora. Probabilmente non volevi nemmeno farlo, ma mi hai distratto da tutto quello che mi stava succedendo.

Beh, mi hai anche incasinato la testa ancora di più, però quello è un altro discorso.

Grazie.

3 am | minsungजहाँ कहानियाँ रहती हैं। अभी खोजें