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Finì di correre su per le scale, fermandosi davanti alla porta che aveva già visto alcune volte, quando aveva riaccompagnato a casa Jisung, e respirando a fondo prima di suonare il campanello.

Jisung si girò verso la porta, guardandola da lontano.

Qualcuno..a quest'ora? Magari..

Diede un'occhiata al cellulare, per controllare se Minho gli avesse scritto qualcosa, ma non era il caso. Decise di alzarsi dal letto e andare a dare un'occhiata attraverso lo spioncino perché comunque non riusciva a domire, e se era davvero chi pensava che fosse, allora voleva vederlo.

Minho..

–Jisung, se mi senti..sono io.

Jisung afferrò le sue chiavi infilandole nella serratura e aprendo la porta, alzando lo sguardo sul ragazzo davanti a lui. I suoi occhi erano lucidi, deglutì così forte che riuscì perfettamente a vedere il suo pomo d'adamo muoversi.

–Cosa ci fai qui?– gli chiese, afferrandolo per una manica e tirandolo verso di sé, richiudendo la porta una volta che era entrato.

3 am.

Minho era silenzioso, lo era anche quando si avvicinò di scatto a Jisung e lo strinse forte tra le sue braccia, lasciando andare una lacrima che aveva tentato di fermare fino a quel momento. Quelle emozioni erano così forti, non ne era abituato. Aveva solo fatto impulsivamente ciò che il suo cuore gli aveva chiesto di fare: trovare Jisung e abbracciarlo forte. Aveva bisogno di quella stretta, quasi fosse un sostegno per lui, ormai. Aveva bisogno di sentirlo vicino a sé, anche se erano passate poche ore dall'ultima volta in cui l'aveva visto.

Quando Jisung si staccò da lui si accorse del fatto che stava lacrimando. Non piangendo. Stava soltanto perdendo alcune lacrime dai suoi occhi. Appoggiò entrambe le sue mani sul suo viso, asciugando quelle lacrime con i suoi pollici.

–Perché piangi? Sono qui.– disse, sorridendogli.

–Jisung, io..– disse, bloccandosi ancora una volta.

I suoi occhi erano fissi sui propri, attendendo ciò che doveva dirgli con pazienza. La stanza era completamente silenziosa. Non gli piaceva, lo rendeva ancora più nervoso, ma forse era meglio così. Sarebbe stato in grado di sentirlo chiaramente.

–Ti amo.– disse finalmente, facendo scorrere altre lacrime lungo il suo viso. Tutto quello che si era tenuto dentro fino a quel momento lo stava uccidendo. Ma era felice. Era felice di averlo detto finalmente. Era felice di amarlo. Era felice, anche se stava piangendo.

–Ti amo anch'io.– rispose Jisung, abbracciandolo di nuovo.

Minho lasciò uscire un singhiozzo dalle sue labbra, stringendolo più forte. –Ho paura.– ammise. –Ti conosco da così poco tempo ma non ho mai amato qualcuno così tanto.

Jisung lo accarezzò sulla schiena, sperando che potesse calmarsi. –Va tutto bene.– disse Jisung. –Sei al sicuro con me.

Ora gli era così chiaro il modo in cui si sentiva. Quanto poteva essere per lui difficile essere in quella situazione e, effettivamente, spaventoso. Jisung non era l'unica persona a necessitare rassicurazioni e qualcuno che si prendesse cura di lui. Anche Minho aveva bisogno di queste cose, forse ancora più di lui.

–Ti amo.– disse Jisung, staccandosi da lui quel poco che bastava per essere in grado di dargli un bacio sulla guancia e tornando a stringerlo forte subito dopo. –Anch'io mi sento come te. Voglio che tu sia felice, e..sono felice io stesso che lo sei quando stai con me.

Quando Minho sembrava essersi calmato, si staccò da lui, afferrando il suo viso con le sue mani di nuovo.–Non piangere.

Minho rise distogliendo lo sguardo. –Lo so, è stupido..

3 am | minsungWhere stories live. Discover now