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Jisung era disteso sul suo letto. La stanchezza che sentiva prima quando era all'università, però, era completamente svanita. Dopo vari minuti persi, si alzò, stiracchiandosi un po' e affacciandosi alla finestra, il suo sguardo che vagava senza meta.

Il suo cellulare vibrò inaspettatamente.

–Chi è ora?– borbottò scocciato, anche se non gli dispiaceva troppo ricevere una chiamata.

Afferrò il cellulare dal suo tavolo, dando un'occhiata al nome sullo schermo.

Minho.

Rispose senza pensarci su più di tanto.

–Hey.– disse la voce dall'altra parte della chiamata.

–Ciao.– rispose nervoso, mettendosi a camminare per la stanza.

–So che è un po' improvviso, ma..ti va di parlare più tardi? Puoi venire al mio appartamento se vuoi. Se ti dà fastidio possiamo andare da qualche altra parte.

–Va bene, no, non mi dà fastidio.– rispose Jisung.

–Puoi venire quando vuoi. Magari meglio se di sera. Dovrei mettere un po' a posto.. prima.

–Okay, ci vediamo dopo allora.

–A dopo.

Jisung chiuse la chiamata, trattenendosi dall'urlare perché si sentiva totalmente in ansia.

Non poteva dirmi di venire subito..ora devo trovare qualcosa da fare...


Si era cambiato. Aveva deciso di farsi una doccia per rilassarsi, restando minuti e minuti sotto l'acqua calda. Indossava soltanto una felpa e un paio di pantaloni troppo larghi per lui. Si diede un'occhiata in giro, incamminandosi poi verso la porta, indossando le sue scarpe e uscendo dall'appartamento. Qualche passo più tardi, dopo una breve discesa, si ritrovò a fissare il campanello dell'appartamento di Minho, respirando a fondo prima di premerlo.

La porta si aprì quasi istantaneamente.

Il ragazzo gli sorrise appena, facendogli segno di entrare. Jisung annuì, sentendolo chiudere la porta e notando che anche se Minho gli aveva detto che avrebbe messo in ordine, casa sua era ancora un caos assurdo.

–Puoi toglierti le scarpe. So che è tutto in disordine, ma il pavimento è sempre pulito.– disse, oltrepassandolo e dirigendosi verso la penisola della cucina, afferrando un bollitore pieno d'acqua e riempiendo due tazze che aveva lì, appoggiate.

Jisung lo raggiunse, guardandolo curioso.

–Possiamo andare fuori, se vuoi. Non fa ancora freddo.– disse il ragazzo, porgendogli una tazza piena di acqua che si stava scurendo a causa di una bustina di tè immersaci dentro. –Attento. Forse è meglio che la porto io.– disse Minho, afferrando il tè di Jisung, mentre quest'ultimo sentiva le sue dita andare a fuoco perché non aveva tenuto la tazza dal manico. –Potresti aprire..grazie.

Jisung si affrettò ad aprire la porta finestra, uscendo sul balcone. Il sole stava per tramontare. Il cielo era colorato di toni rossi, arancioni e gialli. Non immaginava potesse essere così bella la vista da quel posto. Si sedette sulla stessa sedia su cui si era seduto la prima volta in cui era stato in quel posto, riprendendo la sua tazza dalla mano di Minho. Ne bevve un sorso, stando attento a non scottarsi la lingua, e il calore del tè lo aiutò a tranquillizzarsi di un po'.

–Allora..– iniziò Minho.

–Allora..– ripetè Jisung.

Minho sospirò. –Una persona mi ha detto di essere sincero, quindi lo farò.– disse, le sue mani intorno alla sua tazza che tremavano.

3 am | minsungWhere stories live. Discover now