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Smut (scorrete per trovare l'indicazione della fine se non volete leggere)

Gli sarebbe sempre piaciuto quel modo in cui le sue mani lo tenevano, saldo, come se lo volesse trattenere, proteggere dall'essere attaccato da qualche minaccia. Ma non c'era alcuna minaccia. Erano solo loro due, impegnati ad amarsi, in quel luogo in cui niente sarebbe mai riuscito a far loro del male.

Le spinte di Minho erano lente, si fermava di tanto in tanto per dargli un bacio sulle labbra, per sussurrargli un "ti amo", per ricoprirlo di baci come se non avesse già passato tantissimi minuti a farlo. Tolse le mani dai suoi fianchi, accarezzandolo fino ad arrivare al centro del suo petto, posando un palmo sul suo cuore pulsante, restando fermo a sentire quel battito veloce. Ed era lui, era lui il motivo per cui i suoi battiti si susseguivano così rapidamente.

–Cosa pensi?– gli chiese Jisung.

Minho scosse la testa, sorridendo. –A te.

Si abbassò su di lui, dandogli un altro bacio, le sue labbra che si muovevano prima coprendo completamente quelle dell'altro ragazzo, poi spostandosi verso l'angolo della sua bocca. Afferrò di nuovo i suoi fianchi, riprendendo a muoversi dentro di lui, lentamente come aveva fatto fin dall'inizio. Non voleva che tutto finisse troppo in fretta. Non era neppure quello il motivo principale per cui lo faceva. Voleva solo sentirlo. Capire nel preciso momento in cui lo faceva, cosa stesse facendo. Non voleva che i suoi pensieri lo trovassero quando ormai era tutto finito. Non era più come una volta. Era quella la cosa diversa. Con Jisung voleva essere consapevole di ogni piccolo istante che passava con lui. Ogni suo respiro. Ogni suo battito.

Jisung estese le sue braccia verso di lui, di nuovo, cercando le sue labbra, volendolo più vicino di quanto fossero già. La bocca di Minho raggiunse il suo collo, dandogli dei baci lenti e disordinati, quasi come se stesse facendo soltanto scorrere le sue labbra sulla sua pelle. Sentì il modo in cui il respiro di Jisung si bloccava ogni volta che arrivava in fondo, il modo in cui lo lasciava andare quando si tirava lentamente indietro, solo per poi ricominciare per l'ennesima volta. Non sembrava che avesse alcun controllo sul suo respiro, anche se ci avesse provato non sarebbe riuscito a calmarlo. Ma gli piaceva così. Gli piaceva quel modo in cui gli sembrava di stargli facendo perdere il controllo del suo stesso corpo. Ma in realtà, anche se appariva differente, era così anche per Minho. Più il tempo passava, più sentiva Jisung attorno a sé, più i loro respiri si facevano irregolari.

Le sue spinte si fecero più veloci e meno precise, le loro fronti una sull'altra, i loro respiri che si mischiavano.

Vennero quasi nello stesso momento, i gemiti di Jisung che stavano venendo soffocati dalle labbra di Minho.


Fine smut.

Si fermò poco dopo, afferrando il suo viso con entrambe le mani e appoggiando di nuovo la fronte sulla sua, chiudendo gli occhi. –Ti amo.

–Ti amo anch'io.– rispose, sporgendosi verso di lui e dandogli un ultimo bacio veloce prima di lasciar ricadere la testa sul cuscino.

–Sei stanco?– gli chiese Minho, rotolando fino a distendersi vicino a lui.

Jisung annuì, poggiando la testa sulla sua spalla e circondando il suo petto con il suo braccio.

–Va bene.– disse, dandogli un bacio sulla fronte e poi liberandosi dalla sua stretta per alzarsi in piedi. –Torno subito.

Ci mise un po' più di quanto si sarebbe aspettato, perché quando tornò Jisung stava quasi già per addormentarsi. Non tentò nemmeno di aprire gli occhi e non si sorprese affatto quando sentì le sue carezze sulla sua pelle, e un qualche panno o asciugamano che stava utilizzando per pulirlo. Era sempre così delicato che non c'era mai nulla di cui dovesse lamentarsi, nulla di cui dovesse preoccuparsi. Una volta finito, lasciò il letto di nuovo, coprendolo con una coperta.

3 am | minsungWhere stories live. Discover now