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Jisung alzò le sue braccia, posando entrambe le sue mani sul viso di Minho e avvicinandosi a lui di quel poco che serviva perché le loro labbra si sfiorassero. Rimase fermo, schiudendo le labbra appena e aspettando che Minho continuasse. Le braccia del ragazzo lo avvicinarono ancora di più, il più possibile a sé. Spinse la testa ancora un po' verso quella di Jisung, baciandolo finalmente.

Era strano il fatto che si sentisse quasi insicuro quando l'aveva già baciato chissà quante altre volte. Ma quel modo in cui si sentiva, il fatto che il suo cuore battesse così forte e che provasse quella stupida sensazione che avrebbe voluto evitare nel suo petto, rendevano quel bacio in particolare diverso da tutti gli altri.

Però gli piaceva quel modo in cui Jisung tornava sulle sue labbra ogni volta che si staccava per qualche secondo da lui. Gli piaceva quel modo in cui aveva spostato le mani dal suo viso, appoggiandole sul suo petto.

–Non voglio smettere.– sussurrò Jisung dopo un po', guardandolo negli occhi.

–Meglio così. Neanch'io voglio smettere.

L'appartamento era un disastro. Il pavimento era cosparso da farina, gli ingredienti che stava appena iniziando a mescolare prima erano ancora al loro posto. Non era cambiato assolutamente nulla, quasi come se non fossero passati minuti e minuti nel frattempo. Avevano continuato a baciarsi per un po' e poi si erano seduti sul divano, Jisung appoggiato a Minho, restando lì come se il resto del mondo non esistesse.

Jisung starnutì, chiudendo gli occhi e ritrovando il volto di Minho non appena li riaprì.

–Salute.– disse Minho.

–Sono sano come un pesce, mi è solo entrata un po' di farina nel naso.– disse Jisung, ridendo.

–Immaginavo. Guarda che casino hai fatto.– disse, indicandogli la stanza con l'indice dalla mano del braccio che circondava l'altro ragazzo.

–Non darmi la colpa per questo! Io stavo solo scherzando, sei tu quello che si è messo a rincorrermi con il pacchetto di farina intero.

–Però sei stato tu a cominciare.

–Che obiezione intelligente, davvero.– disse con un tono sarcastico.

–Forse dovrei continuare la mia torta, dato che ci tenevi tanto lo facessi prima.– disse Minho, facendo riferimento a quello che Jisung aveva detto mentre "combattevano", staccandosi dall'altro ragazzo e facendo per alzarsi.

Jisung gli afferrò il braccio prima che potesse farlo, tornando ad appoggiarsi a lui. –Sono più importante della tua torta.– borbottò.

Minho sorrise. –Questo chi te l'ha detto?

–Prima non mi hai lasciato stare quando l'ho detto, quindi sii coerente.

Minho appoggiò una mano sul suo viso, avvicinandosi a lui e dandogli un altro bacio veloce. –Dovrei?

Jisung annuì. –Dovresti.

–Allora resterò qui.

–Anch'io. Anch'io resterò qui.

Sapeva che quella era una rassicurazione molto più grande di come l'aveva intesa. A quel punto era piuttosto sicuro che Minho si fidasse di lui, però c'era sempre la possibilità che una parte di lui fosse ancora incerto su cosa stesse succedendo.

–Quella volta, quando mi hai accompagnato in macchina qui, dopo la festa.– iniziò a parlare Jisung. –Quel giorno non sapevo assolutamente che quello che è successo sarebbe successo. Pensavo solo di tornarmene veloce a casa e mettermi a dormire. E la verità è che non sono per niente quel tipo di persona che fa sesso con chiunque. Eri solo..non lo so.– disse, arrossendo e scuotendo la testa. –Mi hai attirato a te come una calamita. Ma sul serio non me ne pento neanche un po'. Non avevo paura, però quando ho realizzato in che situazione mi ero cacciato, mi sono sentito un po' nervoso. Non sapevo cosa sarebbe successo di preciso. Le mie esperienze passate non sono state chissà che entusiasmanti.– continuò, ridendo. –Ma tu mi hai fatto sentire come non mi ero mai sentito prima. E se prima pensavo che non ti avrei più parlato e che sarebbe stata una cosa di una notte e basta, in quel momento in cui ti ho visto dormire nel tuo letto credo di aver realizzato che non sarebbe stato così. E che..forse valeva la pena rimanere. Forse era così come pensavo, tu non eri così male come diceva Felix.

–Perché ti sei fidato di me?– chiese Minho, accorgendosi del punto di vista di Jisung.

–All'inizio pensavo fosse un errore. È già successo in passato qualcosa di simile.– disse, ricordando quella conversazione con Felix che aveva avuto quel giorno in cui era stato al bar con i suoi amici. –Quando ero ancora al liceo, mi sono fidanzato per la prima volta. La mia storia è simile alla maggior parte degli altri ragazzi della mia età, ma quella persona non era una persona qualsiasi. C'erano delle voci su di lui, di come non fosse esattamente il meglio che avrei potuto trovare. Tutti mi dicevano di non avvicinarmi a lui, di evitarlo. Ma io pensavo ci fosse qualcosa sotto. Pensavo di essere l'unico in grado di vederlo per quello che era davvero. E quando ho iniziato a frequentarlo, era un sacco gentile con me e tutto. Pensavo mi amasse davvero. Pensavo di aver avuto ragione.

–Ma poi se n'è andato misteriosamente. È scomparso da un momento all'altro. Non ho avuto notizie da lui per così tanto tempo, finché ho scoperto cos'era successo. Stava vedendo qualcun altro mentre era fidanzato con me. Ed evidentemente quella persona era più interessante.

Fece una pausa, continuando poco dopo. –Pensavo di aver fatto lo stesso errore con te quando ho iniziato a difenderti senza conoscerti da quello che diceva Felix. Ma quando ho iniziato ad avvicinarmi a te, quando ho cominciato a parlarti e a passare tempo con te..ho smesso di pensare che tu fossi una cattiva persona. E ora con tutto quello che mi ha raccontato Hyunjin, tutto quello che ti è successo, sono sicuro che tu non lo sia.

–Non pensavo fosse stato così difficile per te fidarti di me. Ho continuato a pensare dal mio punto di vista per tutto questo tempo, ma ora capisco.– disse Minho, abbracciandolo. –Mi dispiace.

–Non è colpa tua, non sapevo nemmeno io dove saremmo arrivati, cosa sarebbe successo.

–Mi dispiace per tutto quello che ti è successo.

–Beh, le nostre vite sono entrambe un po' incasinate direi.– disse ridendo.

–Come il mio appartamento.– disse Minho, lasciandolo andare e guardandosi intorno.

–Vuoi finire la tua torta?

–Jisung. Io non ti farò mai del male. Se mai lo farò, non sarà mia intenzione, e ti do il permesso di vendicarti come preferisci.

–Farina.

–Basta con sta cazzo di farina.– disse Minho, alzandosi in piedi e correndo ad afferrare il pacchetto per terra per poi prendere dell'altra farina e tirarla addosso a Jisung.

–CHE SENSO HA??– chiese l'altro, scattando in piedi. –Smettila di sprecare farina, come la finisci la tua torta?

Minho sorrise. –Non credo la finirò. In realtà non l'ho neppure iniziata. Ma meglio così, tanto abbiamo già mangiato il gelato. Preparo qualcosa da mangiare per pranzo, piuttosto.– disse, allontanandosi da lui.

Jisung lo seguì, scrollandosi un po' di farina di dosso dalla maglia e dai pantaloni.

–Tornerai all'università domani?

Minho annuì, mettendo a posto gli ingredienti che non aveva utilizzato, così come le varie bacinelle che aveva tirato fuori precedentemente. –Forse è meglio che io metta a posto un paio di cose. Non voglio che ti succeda qualcosa.

–Cosa intendi?

–Dal momento che sanno perfettamente che tra me e te c'è qualcosa, non mi lasceranno in pace facilmente.– disse Minho, serio. –E possibilmente, non lasceranno stare neppure te. Comunque.– continuò, cambiando la sua espressione e il suo tono di voce. –Grazie per essere venuto qui oggi. So che hai provato a chiamarmi tante volte ma non ho risposto mai. Tu sei la ragione per cui credo di potermi fidare di te.- disse, sorridendo lievemente.

–Felix sarà un sacco confuso.

–Felix?

–Me ne sono andato mentre camminavamo verso la mia aula così a caso. Volevo vederti. Dovevo cambiare questa situazione prima che fosse troppo tardi.

3 am | minsungWhere stories live. Discover now