22. Non sono la persona che credi.

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Jungkook's pov

Dopo aver regolarizzato il mio respiro ed essermi calmato un po'. Prendo il cellulare dalla tasca e senza pensarci troppo cerco fra le ultime chiamate il numero di Taehyung. Il cellulare squilla per qualche secondo poi sento la voce metallica del maggiore dall'altro capo del telefono

«Jungkook?»

«T-Taehyung» la mia voce trema e a malapena riesco a pronunciare il suo nome.

«Jungkook che succede? Stai piangendo?»

«Hyung...vieni da me. Ti prego»

«Arrivo subito» e chiude la chiamata.

Appoggio la testa sulla porta e porto nuovamente le gambe vicino al petto che stringo con forza. Ho così tanta paura che da quando sono rientrato in casa sono rimasto seduto sul pavimento contro la porta d'ingresso. Ho il terrore di girare per le stanze e ritrovarmi quel pazzo in casa. Aspetterò semplicemente l'arrivo di Taehyung seduto qui. E spero con tutto il cuore che arrivi il più in fretta possibile.
Passano diversi minuti prima che il campanello suoni. Mi alzo velocemente e apro la porta, e ancor prima che lui possa dire qualcosa mi butto fra le sue braccia. Riesco solo ad udire il mio nome. Lo stringo forte a me e sprofondo il viso sul suo petto, mentre lui porta le mani fra i miei capelli accarezzandoli delicatamente. Respiro profondamente e mi pietrificato di colpo, mi allontano bruscamente da lui e lo guardo dritto negli occhi. Questo profumo...mi si forma un forte nodo alla gola e il terrore inizia ad assalirmi. Questo è lo stesso profumo di quell'uomo. Non può essere, forse è solo una reazione a quello che è successo, ma sono sicuro sia lo stesso. Non è possibile sia lui, Taehyung non potrebbe mai essere uno di loro.

«Va tutto bene? È successo qualcosa?» chiede, e a quella voce così dolce caccio via ogni preoccupazione e mi ributto fra le sue braccia.

°°°


Taehyung's pov

Dopo aver chiuso la chiamata e aver lasciato un messaggio a mia madre sul comodino della sua camera, prendo l'auto e sfreccio con velocità nelle strade per raggiungere la casa di Jungkook. Sapevo sarebbe finita così, certo non mi aspetto chiamasse me, magari avrebbe chiesto aiuto ai suoi genitori o a Jimin, ma mai a me. Questo non fa che ferirmi ancora di più. Si fida così tanto di me a tal punto da essere la sua prima scelta in momenti difficili.
Fermo la macchina, e senza neanche perdere tempo a suonare al campanello, scavalco il cancello e corro lungo il grande giardino per raggiungere la porta. Suono il campanello e in un attimo sento la serratura scattare.

«Jungkook» non ho il tempo di pronunciare il suo nome che mi ritrovo le sue braccia a circondarmi il corpo. Sprofonda il viso sul mio petto e io rimango immobile, alzo lentamente il braccio per poi appoggiare una mano sui suoi morbidi capelli. Lo sente prendere dei grossi respiri fin quando non si allontana bruscamente da me e mi fissa dritto negli occhi. «Va tutto bene? È successo qualcosa?»
Non so perché abbia reagito in questo modo, ma dopo aver pronunciato queste parole si ributta di nuovo fra le mie braccia.

«Ti prego Hyung, rimani qui stanotte» sussurra sul mio petto.

«Non credo tu padre sia d'accordo»

«I miei non sono in casa, non so neanche se torneranno. Ma se dovesse succedere non ti scopriranno, promesso» alza il viso e mi guarda dritto negli occhi quasi supplicandomi.

«E con Joon-ho»

«Oggi ha il giorno libero. E se anche fosse qui non direbbe nulla. Neanche gli piacciono i miei genitori»
Lo guardo per qualche secondo, per poi guardare il grande giardino dietro di me.

L'assassino della notte ~ TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora