5. Una partita a Overwatch

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I vestiti iniziano ad appiccicarsi al mio corpo, la maglietta bianca è zuppa e attraverso essa si riesce a vedere il mio torace, adesso più scolpito di qualche anno fa. I capelli mi si appiccicano alla fronte impregnata di sudore e qualche ciuffo mi ricade davanti agli occhi cominciando a darmi fastidio. Porto indietro i capelli sudati e riprendo ad allenarmi. Muovo il bastone da una parta all'altra come se ci fosse veramente qualcuno da colpire. Le mie urla, che mi danno la carica, riempirono la palestra completamente vuota. Questa mattina mi sono svegliato presto per poter arrivare prima così da non trovare nessuno. Odio allenarmi quando ci sono gli altri in giro. Odio quando quegli stronzi mi guardano con superiorità come se fossero i migliori lì dentro. Chissà che piacere ci trovano a sentirsi così potenti e imbattibili. Mi chiedo come facciano a provare gusto a fare questo fottuto lavoro. Quell'adrenalina che vedo nei loro occhi e che mi disgusta soltanto.
Mi fermo un attimo e poso il bastone accanto agli altri. Mi guardo un attimo intorno, decidendo con quale arma allenarmi e mi avvicino alla parete prendendo da essa alcuni pugnali. Vado nell'angolo dove vi sono i bersagli, li guardo da lontano per qualche secondo e mi rigiro uno dei pugnali fra le dita, prendo un grosso respiro, prendo la mira e lancio. Sento il pugnale frecciate a gran velocità poi un tonfo ed ecco che si conficcato al centro della testa. Faccio girare in aria l'altro pugnale poi lancio anche quello, colpendo questa volta il punto del cuore. Poi ne lanciò un altro e un altro ancora, sentendo in quella grande palestra, solo il suono dei pugnali che si conficcano nel legno.

«Vorrei essere bravo tanto quante te. Come cazzo fai a colpire il punto preciso ogni fottuta volta?»

«Basta concentrarsi. Non è così difficile come sembra» rispondo. Guardo alle mie spalle trovandomi uno delle poche persone qui dentro a trovarsi nelle mie stesse condizioni. Ovvero obbligato a fare tutto questo solo per il bene delle persone che ama.

«Insegnami allora» mi sorride, poi si avvicina alla parere e prende anche lui dei piccoli pugnali «Ne centro si o no la metà» se li rigira fra le dita, facendo però attenzione a non farsi male.

«Okay» mi posiziono dietro di lui e prendo la sua mano fra la mia, gli faccio alzare il braccio poi gli mostro come posizionare il polso nel modo giusto «Devi muoverlo così» muovo la sua mano per mostrargli i movimenti «Concentrati sul tuo obiettivo. Visualizza solo il punto che vuoi colpire e non pensare a nient'altro.» dico sussurrandogli all'orecchio «Respira con molta calma e poi...» gli lascio andare la mano «Lancia»
La sua mano si muove velocemente e il pugnale colpisci dritto al cuore.
«Di nuovo» ordino e lui senza esitare lancia un secondo coltello colpendo il centro perfetto.

«È facile» dice euforico, lanciando poi un terzo coltello, che però non si conficca nel legno e cade sul pavimento. «Più o meno» ride.

«Può capitare» faccio spallucce e mi allontano da lui per recuperare i miei pugnali. «Te l'ho detto, basta concentrarsi» gli sorrido e lui ricambia. Ritorno al suo fianco e riprendo ad allenarmi, lanciando i pugnali uno dopo l'altro con un velocità impressionante.

«Cazzo è vero quando il capo dice che sei il suo preferito» mormora.

«Non voglio essere il suo preferito.» dico serio, cambiando improvvisamente espressione «Voglio solo mi lasci in pace» sputo e con tutta la rabbia che ho in corpo lancio l'ultimo coltello che si conficca più in profondità nel legno.

«So che ti fa schifo questa vita, proprio come fa schifo a me, ma non abbiamo scelta» sospira.

«Voglio che tutta questa merda finisca» mi lascio cadere sul pavimento, mi sdraio e porto un braccio sopra la fronte «Vivere così fa schifo»

«Lo so, ma una volta dentro non si torna indietro» si siede sul pavimento mettendosi di fronte a me «Ricorda solo perché lo fai»

«Lo faccio ogni giorno JB» sospiro «Lo faccio ogni fottuto giorno»

L'assassino della notte ~ TaekookWhere stories live. Discover now