4. Un amico sospettoso

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«FATE LARGOOO» urlo correndo lungo il corridoio, lo zaino in spalla che continua a cadere per via dei movimenti. Sto correndo verso il campetto scolastico per raggiungere la squadra di calcio. Anche oggi abbiamo gli allenamenti e io sono più emozionato di vedere Namjoon che giocare a calcio. Urto qualche ragazzo di tanto in tanto, che subito mi inveisce contro. Arrivo a destinazione. Vedo in lontananza i ragazzi già pronti per l'allenamento.

«Scusate» dico col fiatone, poggiando le mani sulle ginocchia e riprendendo fiato «Sono di nuovo in ritardo» allontano i capelli che mi ricadono davanti agli occhi.

«Jungkook» non appena sento la voce del leader mi rimetto dritto e mi sistemo i capelli cercando di apparire il più carino possibile, anche se in questo momento avrò ricuramente il viso rosso e la lingua di fuori per via della corsa «Avevo chiesto puntualità» dice in tono severo. Si avvicina a me, le mani sui fianchi, i capelli viola leggermente spettinati «Dai preparati» mi sorrride e torna dal resto dei ragazzi.

Il sole picchietta sulla mia testa, mentre io continuo a correre per tutto il campo provando a togliere la palla ad uno dei ragazzi. Ci stiamo allenando già da un'ora piena e dovremmo finire fra poco. Sono ricoperto di sudore e sporcizia, visto le vari volte in cui mi sono buttato a terra. La maglietta è appiccicata al mio petto e sto iniziando ad avere il respiro pesante.

Sento il fischietto suonare e l'allenatore chiamarci con la mano per raggiungerlo.
Una volta finito ci rechiamo nei bagni così da poter fare una doccia e tornare a casa. Dal borsone prendo lo shampoo e il bagnoschiuma e dopo averli sistemati accanto al muretto della doccia, inizia a spogliarmi. Ormai mi sono abituato a fare la doccia davanti al resto della squadra, anche se ammetto mi sento ancora un po' a disagio, soprattutto davanti a Namjoon. Entro velocemente in doccia in modo che mi guardino il meno possibile comprendomi così dalla vita in giù col muretto. Apro il getto d'acqua e inizio a sciacquarmi velocemente. Cerco sempre di stare il meno possibile, sia per l'imbarazzo sia perché non vedo l'ora di tornare a casa. Una volta finito prendo l'asciugamano e lo avvolgo sui miei fianchi, mi siedo sulla panca e mentre mi asciugo, i miei occhi si posano sul corpo ancora nudo e bagnato di Namjoon. Lo guardo con la coda dell'occhio sperando nessuno se ne accorga. Ha un corpo perfetto e il culo non è da meno. Mi mordo le labbra e sento subito un bruciore colpire il mio basso ventre.

«Cazzo» sussurro così che nessuno riesca a sentirmi. Deglutisco e velocemente prendo i vestiti dal borsone e mi vesto. Devo uscire dagli spogliatoi il prima possibile.
«Io vado» annuncio alla squadra che in risposta mi saluta allegramente. Do un'ultima occhiata a Namjoon, afferro il borsone e corro via.

Vedo Jimin fuori la palestra, appoggiato alla parete, lo sguardo basso e il cellulare in mano.

«Eccomi» dico una volta averlo raggiunto.

«Finalmente» posa il cellulare in tasca e mi circonda le spalle con un braccio, o almeno ci prova visto che è molto più basso di me «Credevo di invecchiare aspettandoti»

«Ma se sono stato veloce» dico mettendo il broncio. Ci incamminiamo fuori dalla scuola mentre Jimin continua a farmi domande sull'allenamento e sopratutto su Namjoon. Alcune volte è così irritante che mi verrebbe voglio di dargli un pugno, ma poi mi ricordo che è il mio migliore amico e non potrei mai fargli del male.

«Ciao» sentiamo una voce e subito ci fermiamo, guardando il ragazzo che ci ha appena salutati.

«Tu?» ringhia Jimin appena si rende conto di chi ha davanti «Che ci fai qui, ladro»

«Jimin smettila» gli do una gomitata per farlo tacere «Ti ho detto che non mi ha rubato niente». Lo guardo male e lui sbuffa rumorosamente incrociando le braccia al petto e girandosi dall'altro lato.
«Che ci fai qui?» chiedo infine al ragazzo.

L'assassino della notte ~ TaekookWhere stories live. Discover now