8. Una piccola distrazione

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La lieve brezza sfiora il mio viso e mi scompiglia leggermente i capelli. Chiudo gli occhi e mi abbandono a quel venticello piacevole. Cerco di scacciare via i pensieri concentrandomi sui suoni e gli odori. Sento le voci di alcuni bambini giocare sugli scivoli e le altalene, sento i genitori che ogni tanto gli urlano di stare attenti a non farsi male. I cani che continuano ad abbagliare mente giocano con i loro padroni. L'odore di carne grigliata che viene da un piccolo furgoncino nel grande parco. Lascio che le mie dita sfiorino l'erba di un verde splendente, il sole che picchietta sulla mia pelle ancora pallida, gli uccelli che cinguettato sopra i rami degli alberi. Tutto ciò è così bello, mi da una pace mai provata prima. Vorrei che tutte le mie giornate fossero così. Poter essere libero di trascorrere questi momenti quando ne ho voglia. Peccato non sia così.
Sento la sua voce, dice qualcosa, ma sono troppo distratto per capire cosa. Sono qui da ormai un'oretta, ma il mio cervello è troppo perso nei suoi pensieri per poter anche solo pensare per qualche istante a lui.

«Hyung» mi chiama, ma io non gli presto molta attenzione e continuo a concentrarmi sui suoni intorno a me «Hyung»
Apro finalmente gli occhi e vedo la sua mano sventolarmi davanti e i suoi occhioni vivaci fissarmi. Scuoto la testa, allontanando i miei pensieri e finalmente dargli le attenzioni che merita.

«S-scusa, stavi dicendo?»

«Qualcosa non va hyung? Sembri distratto» si avvicina al mio viso guardandomi dritto negli occhi «Sei così pallido» porta una mano sul mio viso accarezzandomi una guancia. Il suo tocco e così caldo e piacevole che chiudo istintivamente gli occhi spingendomi di più contro la sua mano «Sicuro di stare bene? Non è che quando sei caduto hai sbattuto la testa oltre a farti questo graffio sulla guancia?»

«Si Jungkook, sto bene» gli sorrido cercando di confortarlo e lui ricambia mostrandomi i denti da coniglio.

«Beh, io non ti credo. Si vede che stai male» mormora, poi si alza guardandomi «Vieni con me» mi porge una mano «Andiamo a divertirci. Ti aiuterò a distrarti» mi sorride ancora una volta e io senza pensarci due volte afferro la sua mano. Un po' di distrazione non sarebbe male e con Jungkook sarà divertente.

Mi trascina per le vie di Seoul tenendomi per mano. Non so se abbia fatto caso a questo particolare, ma non credo, altrimenti sarebbe già un peperone in viso. Lo seguo in silenzio, cercando di capire dove mi stia portando, fin quando non si ferma improvvisamente e io gli finisco addosso.

«Arrivati» si volta verso di me con un grande sorriso, poi improvvisamente si ricorda delle nostre mani ancora unite fra loro. Abbassa lo sguardo e la lascia andare, diventando rosso.

«Una sala giochi?» chiedo guardando la grande insegna colorata, con accanto, un joystick anch'esso molto grande.

«La sala giochi è la miglior medicina per uno come me, ma anche per uno come te. Ecco perché ti ho portato qui» mi sorride soddisfatto «Entriamo» mi trascina dentro tenendomi ancora una volta per mano.

Passiamo più di due orette in sala giochi provando tutto quello che vi è all'interno. Devo ammetterlo, ma Jungkook aveva ragione. La sala giochi è uno dei pochi posti in cui vado spesso quando sono nervoso, incazzato o triste e quando sono qui riesco ad allontanare qualsiasi tipo di pensiero.
La maggior parte delle volte è stato Jungkook a vincere, il che mi fa innervosire particolarmente, visto che quando vengo qui con Yoongi riesco a batterlo senza problemi. Ma cazzo Jungkook è una bestia in questi giochi.

«Okay, proviamo quello» dico indicando un videogame sugli zombie «Li ti batterò sicuro. Sono bravissimo a quel gioco» lo afferro per la mano e lo trascino fino a lì prendendo uno dei fucili e spingendoglielo al petto.

«Sembra che tu abbia un disperato bisogno di vincere» ride, coprendosi la bocca con la mano per non dare nell'occhio, ma io lo noto e lo guardo male.

L'assassino della notte ~ TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora