7. Combattere per uccidere

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AVVERTIMENTI:
Nel capitolo ci saranno scene violente e di morte. Se non vi va di leggerle passate avanti.
Buona lettura!

°°°

«Credevo mi avrebbe lasciato in pace per un po'» urlo non appena entro nell'ufficio del mio capo.
Questa mattina mi sono svegliato presto per andare a lavoro e ritirare i soldi che mi spettano e non sono riuscito a trattenermi nell'urlargli contro.

«Mi dispiace signore non siamo riusciti a fermarlo» due uomini mi corrono dietro provando a fermarmi, ma il mio capo alza una mano e loro si fermano di colpo.

«Andate pure» dice ai due uomini che senza dire nulla ubbidiscono, si inchinano ed escono dall'ufficio chiudendo la porta.

Mi avvicino alla scrivania e con forza sbatto le mani su di essa, facendo così cadere una piccola cornice con la foto del mio capo insieme alla sua famiglia. Strano che un uomo senza cuore come lui ne abbia una.

«Lei è davvero uno stronzo» urlo, guardandolo dritto negli occhi con aria minacciosa. Lui rimane impassibile dal mio comportamento, si appoggia alla poltrona e incrocia le gambe guardandomi come al solito con superiorità.

«Non ho mai detto di non doverti assegnare altri lavori»

«Credevo fosse ovvia la cosa. Se vuole che mi occupi di quel ragazzino deve smetterla di chiamarmi ogni due fottuti secondi per un'altro incarico» sputo. Comincio davvero a stancarmi di tutta questa merda «Ha altri uomini che lavorano per lei. Mandi loro, porca troia»

«Non mi piace il tuo atteggiamento ragazzo» apre un cassetto della scrivania e come al suo solito prende la scatolina con i sigari «Se ti chiamo per un lavoro, tu devi obbedire senza discutere. Intesi?»

Stringo i pugni talmente forte da ferirmi i palmi delle mani. Si sente potente, un uomo che può ottenere ciò che vuole, ma del resto è così. Qualsiasi cosa lui chieda viene subito eseguita senza batter ciglio. Nessuno qui ha mai osato mettersi contro di lui. Chi per paura, chi perché davvero rispetta sia lui, sia quello che fa, chi perché è costretto proprio come me.

«Li vuoi i soldi oppure no?» dice tranquillamente, mente aspira dal suo grande sigaro.

«Si» mormoro, prendendo i soldi che subito appoggia sulla scrivania.

«Cambiati e va ad allenarti adesso»

«Non mi allenerò con quei coglioni» sputo.

«Kim Taehyung» sentendo il mio nome rimango pietrificato. Mai, e dico mai, il capo chiama i suoi uomini col loro vero nome. Ognuno di noi usa uno pseudonimo, proprio per non lasciare che nessuno sappia davvero come ti chiami e possa così cercare informazioni su di te. Solo lui è a conoscenza di tutti i nomi di coloro che lavorano qui. E quando ti chiama usando il tuo vero nome, bisogna sempre pensare al peggio. «Ti voglio lì. Adesso» ringhia sbattendo con forza i pugni sulla scrivania in legno «E se vai via lo saprò. Sarò io stesso a controllare che tu sia ancora lì»

«Fanculo» gli urlo contro ed esco dall'ufficio.

Dopo essermi cambiato e aver indossato una tuta per gli allenamenti mi dirigo in palestra. Sento già le urla degli altri uomini che si allenano con ogni tipo di arma. Mi appoggio allo stipide della porta, e incrocio gambe e braccia, osservando attentamente le persone lì dentro. Quasi tutti hanno sulla quarantina d'anni e sono davvero pochi i ragazzi pocho più grandi di me. Uno di questi è proprio JB, uno dei miei pochi amici dentro quell'inferno.
Prendo un grosso respiro e varco la porta adando dritto verso la parete con gli archi. Prendo una faretra e vado verso i bersagli. Posiziono un fraccia nell'arco, avvicino la corda alle mie labbra, rilasso i muscoli, prendo un grosso respiro e scocco la freccia che colpisce il centro perfetto. Continuo così per un buona mezz'ora fin quando non vedo alcuni uomini fermarsi e girarsi verso la grande porta, poi sento qualcuno camminare deciso verso il centro della palestra. Abbasso arco e freccia e mi giro verso il capo. Accanto a lui vi sono due guardi del corpo, lui al centro ci osserva con superiorità e odio. I suoi occhi si posano su di me, ma io lo ignoro e continuo ad allenarmi. In palestra regna il silenzio, e l'unico suono che si sente, è il rumore della freccia che viene scoccata e si conficca nel legno.

L'assassino della notte ~ TaekookWhere stories live. Discover now